Abruzzo, 12mila in cassa integrazione
I dati Inps gennaio-aprile, in provincia di Chieti il 39% del totale
PESCARA. L'Abruzzo entra in recessione e immediatamente la cassa integrazione accelera. Nei primi 4 mesi dell'anno, secondo la Cgil regionale, l'Inps ha autorizzato 8.304.437 ore di cassa integrazione con una forte crescita della Cig ordinaria.
Per quanto riguarda le singole province, all'Aquila si sono registrate 1.487.675 ore complessive di cassa integrazione (il 17,91% sul totale regionale), a Teramo 2.679.376 ore (32,26%), a Pescara 916.910 ore (11,04%), mentre nella provincia di Chieti, dove ha pesato la situazione Sevel, si sono avute 3.220.476 ore (38,78%).
I lavoratori interessati nel corso del quadrimestre sono stati oltre 12mila, ciascuno dei quali ha perso mediamente 2.600 euro di salario.
A questo si aggiunge il fatto che tra gennaio e marzo in Abruzzo si sono persi oltre 2.000 posti di lavoro rispetto al trimestre precedente, con un livello di occupati pari a 507 mila unità (rispetto ai 523 mila occupati nel periodo pre-crisi, 2008). Mentre Unioncamere prevede un Pil in caduta del 2% e un'ulteriore perdita di 4.000 posti di lavoro nei prossimi mesi.
«Per quanto ci riguarda», commenta Sandro Giavarruscio della segreteria regionale della Cgil, «è necessario e indifferibile attivare tutti gli investimenti possibili in questa regione, senza i quali la situazione diventerà drammatica dal punto di vista sociale ed economico. In questo contesto è fondamentale far partire concretamente la ricostruzione pesante dell'Aquila e delle zone terremotate (anche perché l'edilizia è il settore in grado di determinare velocemente una forte occupazione diretta e nei settori collegati), incentivare le politiche creditizie a favore delle imprese e delle famiglie, potenziare i settori industriali innovativi e tecnologici, promuovere il turismo e le risorse ambientali, investire nei servizi e in particolare in quelli avanzati».
La situazione di difficoltà riguarda anche il settore agricolo. Ieri l'assessore regionale all'Agricoltura Mauro Febbo ha scritto una lettera a Dario Stefàno coordinatore della commissione politiche agricole della conferenza Stato-Regioni per sostenere la proposta di legge relativa alla sospensione dei debiti per le aziende agricole e imprenditori agricoli in difficoltà nei confronti dell'amministrazione finanziaria, dell'Inps, dell'Ismea e degli Istituti di credito.
Un rischio collegato a queste difficoltà è anche il possibile disimpegno di risorse comunitarie per quelle misure che prevedono investimenti da parte delle aziende agricole (misura 121) e da parte delle imprese di trasformazione e commercializzazione (misura 123) pari al 50% dei costi ritenuti ammissibili. Altre imprese potrebbero non essere in grado di rispettare gli impegni temporali assunti per la realizzazione dei progetti cofinanziati, con il conseguente rallentamento della spesa pubblica e il rischio di disimpegno comunitario.
Per quanto riguarda le singole province, all'Aquila si sono registrate 1.487.675 ore complessive di cassa integrazione (il 17,91% sul totale regionale), a Teramo 2.679.376 ore (32,26%), a Pescara 916.910 ore (11,04%), mentre nella provincia di Chieti, dove ha pesato la situazione Sevel, si sono avute 3.220.476 ore (38,78%).
I lavoratori interessati nel corso del quadrimestre sono stati oltre 12mila, ciascuno dei quali ha perso mediamente 2.600 euro di salario.
A questo si aggiunge il fatto che tra gennaio e marzo in Abruzzo si sono persi oltre 2.000 posti di lavoro rispetto al trimestre precedente, con un livello di occupati pari a 507 mila unità (rispetto ai 523 mila occupati nel periodo pre-crisi, 2008). Mentre Unioncamere prevede un Pil in caduta del 2% e un'ulteriore perdita di 4.000 posti di lavoro nei prossimi mesi.
«Per quanto ci riguarda», commenta Sandro Giavarruscio della segreteria regionale della Cgil, «è necessario e indifferibile attivare tutti gli investimenti possibili in questa regione, senza i quali la situazione diventerà drammatica dal punto di vista sociale ed economico. In questo contesto è fondamentale far partire concretamente la ricostruzione pesante dell'Aquila e delle zone terremotate (anche perché l'edilizia è il settore in grado di determinare velocemente una forte occupazione diretta e nei settori collegati), incentivare le politiche creditizie a favore delle imprese e delle famiglie, potenziare i settori industriali innovativi e tecnologici, promuovere il turismo e le risorse ambientali, investire nei servizi e in particolare in quelli avanzati».
La situazione di difficoltà riguarda anche il settore agricolo. Ieri l'assessore regionale all'Agricoltura Mauro Febbo ha scritto una lettera a Dario Stefàno coordinatore della commissione politiche agricole della conferenza Stato-Regioni per sostenere la proposta di legge relativa alla sospensione dei debiti per le aziende agricole e imprenditori agricoli in difficoltà nei confronti dell'amministrazione finanziaria, dell'Inps, dell'Ismea e degli Istituti di credito.
Un rischio collegato a queste difficoltà è anche il possibile disimpegno di risorse comunitarie per quelle misure che prevedono investimenti da parte delle aziende agricole (misura 121) e da parte delle imprese di trasformazione e commercializzazione (misura 123) pari al 50% dei costi ritenuti ammissibili. Altre imprese potrebbero non essere in grado di rispettare gli impegni temporali assunti per la realizzazione dei progetti cofinanziati, con il conseguente rallentamento della spesa pubblica e il rischio di disimpegno comunitario.
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