Abruzzo 2012, meno consumi e -0,9 di Pil

Disoccupazione all'8,8%, in calo gli investimenti, terranno solo le esportazioni

PESCARA. In un'Italia che nel 2012 sarà tutta con il segno meno, la crisi potrebbe aumentare i divari tra Nord-Centro e Sud. E l'Abruzzo si troverebbe più nel secondo gruppo che nel primo. E' quanto emerge dagli Scenari di sviluppo delle economie locali italiane realizzati da Unioncamere e Prometeia che registrano un ulteriore deterioramento del clima di fiducia di imprese e consumatori.

Il prossimo anno potrebbero dunque collocarsi in terreno negativo tutte le componenti della domanda interna.

Per il paese la caduta del Pil, già preannunciata dall'Ocse sarà del -0,5%. L'Abruzzo soffrirà an cora di più con una caduta del Pil prevista dello 0,9%. Negativi anche gli indici sui consumi delle famiglie abruzzesi si ridurranno dello 0,4%, mentre gli investimenti fissi lordi delle imprese registreranno un -1,1%. Bene solo le esportazioni previste in crescita per un +3,6%, grazie sempre al distretto della Val di Sangro (automotive, ma anche l'agroalimentare e l'elettronica). La disoccupazione si attesterà sull'8.8% con una forte componente giovanile.

In termine di valore aggiunto pro capite la provincia di Chieti è quella messa meglio (68º posto in Italia) con 19.392 euro (83,3% consideranto pari a 100 l'Italia), L'Aquila (70º posto) 18.986 (81,6%); Pescara (71º posto) 18.798 (80,7%), infine Teramo (73º posto) 18.109 (77,8%).

La provincia più ricca è quella di Milano con 34.797 (il 149,5%), la più povera Caserta con 13.003 euro pro capite. Le molisane Campobasso e Isernia sobo al 72º e 75º posto con rispettivamente 18.487 e 17.630 euro pro capite.

Infine secondo lo studio Unioncamere la dinamica del mercato del lavoro, si spiega, potrebbe tornare a soffrire dell'incertezza del clima economico e il tasso di disoccupazione invertire la tendenza decrescente intrapresa all'inizio del 2011. La prosecuzione delle tendenze in atto rischia di rendere ancora più critica la situazione nel Mezzogiorno, dove nel 2012 la disoccupazione potrebbe attestarsi al 13,7%, il valore più elevato dall'inizio della crisi, con la Campania che arriverebbe fino al 15,3%. Tutte le regioni del Sud, comunque, ad eccezione dell'Abruzzo, sembrano destinate a sperimentare valori a 2 cifre, mentre nelle altre ripartizioni le oscillazioni sono comprese tra il 5% del Nord-Est (con il «primato» del Trentino Alto Adige a 3,7%) e il 7,3% del Centro (dove l'Umbria dovrebbe assestarsi al 6,3%).

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