ABRUZZO

Addio alla casalinga Maria: la clientela smart cambia la spesa nei supermercati / VIDEO-INTERVISTA

L’ad di Conad Adriatico dopo l’approvazione del bilancio con +6,65% di fatturato: «Superato anno difficile, Abruzzo leader nelle vendite e ideale quanto a fornitori»

PESCARA. «Ogni cento euro spesi in Abruzzo per prodotti alimentari, il 32,7 per cento viene speso in un negozio Conad»: parte da qui l'analisi di Antonio Di Ferdinando, amministratore delegato di Conad Adriatico sul mercato della grande distribuzione regionale.
Lo fa tenendosi stretto al petto il bilancio consuntivo 2023 dell'intera cooperativa - 453 punti vendita tra Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Albania e Kosovo - che l'assemblea, in rappresentanza dei 273 soci, ha approvato con numeri un'altra volta in positivo confermando il trend di sviluppo degli ultimi dieci anni: 2.134 euro di fatturato (+6,65%), 323 milioni di patrimonio netto e una quota di mercato cresciuta in generale del 17,9%.

In soldoni, 35 milioni di utile e dove l'Abruzzo, pur nel suo piccolo, occupa una parte importante essendo la regione in cui Conad Adriatico primeggia grazie proprio a quel 32,7% a cui Di Ferdinando fa riferimento, seguita da Marche (21,9%), e Molise (21,3%).

C'è una ricetta particolare dietro questo risultato?

L’amministratore delegato risponde con il piglio d'orgoglio di un teramano doc (è di Tortoreto):
«Conad in Abruzzo c'è da oltre 50 anni e nel territorio abbiamo tanti prodotti locali che contribuiscono a fare questo fatturato. E alcuni di questi fornitori locali, piccole industrie e allevamenti contribuiscono a loro volta anche alla creazione dei prodotti Conad a livello nazionale. Certo, mantenere una quota così importante nel tempo diventerà sempre più difficile però, siamo sempre alla ricerca di strategie che ci consentano di poter crescere. Siamo cresciuti negli ultimi anni con gli ex Finiper, un po' meno con gli ex Auchan, ma la grande soddisfazione è che abbiamo sempre mantenuto in questi siti i livelli occupazionali quando i problemi erano molto, molto grandi».

Nel corso dell'assemblea a Pugnochiuso si è tornati spesso su elementi fondanti del gruppo e cioé la forza della collaborazione, la conoscenza del territorio, il legame profondo con i soci imprenditori e con le comunità di riferimento. Restando in Abruzzo questo si è tradotto in 146 punti vendita grandi e piccoli (8 Spazio Conad, 4 Conad Superstore, 58 Conad, 27 Conad City, 10 Margherita Conad, 32 Todis, 4 L’Alimentare, oltre a 1 Pet store e 2 distributori di carburanti), che hanno generato un giro d'affari di oltre 831 milioni di euro (+7,17%).

Dove vuole arrivare Conad?

«Guardi», riflette Di Ferdinando, «per poter dire dove puntiamo dobbiamo partire dall'anno appena superato perché il 2023 è stato davvero particolare contraddistinto dall'inflazione. In genere quando c'è un forte tasso negativo è già tanto se si resta sulle proprie posizioni, eppure noi siamo cresciuti e questo lo dobbiamo in particolare al riposizionamento dei prodotti verso le esigenze della clientela, che evidentemente non aveva conservato quella capacità di spesa dell'anno pre-pandemico. Cercava qualcosa di qualità, ma a prezzo più basso e noi le siamo andati incontro con i prodotti "bassi e fissi" a sostegno del potere d'acquisto, promuovendo iniziative di fidelizzazione e campagne di sensibilizzazione su scelte alimentari sostenibili».

VIDEO-INTERVISTA

Il bilancio Conad Adraitico, l'ad Di Ferdinando: "Dobbiamo essere pronti ai cambiamenti"
L'amministratore delegato tira le somme del 2023 e disegna le strategie del gruppo alimentare (video-intervista di a.mo.)

 

In pratica avete scelto di fare più volume a fronte di una diminuzione del valore.

«Esattamente. E secondo gli indici economici e i dati storici, l'anno post inflazione dovrebbe essere un anno di crescita e di rilancio. Il problema è che ormai l'economia, così come tutto il sistema, viaggia ormai a una velocità così alta che diventa sempre più difficile seguire e intercettare. In Conad abbiamo un modello organizzativo che rappresenta la chiave del successo, non saremo forse i più bravi, ma dobbiamo essere in grado di interpretare le esigenze. Non dobbiamo colonizzare i territori ma capirli, e prima della concorrenza».

Conad ha in programma di investire 342 milioni di euro fino al 2026. Ma è pronta a questa accellerazione anche dal punto di vista generazionale? Di Ferdinando, tanto per intenderci, non è eterno...

«E' vero, sono 50 anni che sono in Conad, ne sono fiero. Ma le assicuro che ci siamo attrezzati, ci sono le nuove leve all'altezza, penso ad esempio ai figli dei nostri soci che sono voluti entrare dopo che sono andati a laurearsi fuori e a fare esperienze in altre realtà. E poi svolgiamo tanta formazione professionale, con l'obiettivo di creare nuova imprenditorialità e sempre nuovi soci».

A proposito di professionalità, quale sarà l'impatto dell'intelligenza artificiale nella distribuzione alimentare?

«I cambiamenti sono già in corso e viaggiano a una velocità incredibile. Basti pensare che qualche anno fa il bancone, ad esempio dei formaggi, una volta era lungo una decina di metri, oggi invece è al massimo di due metri. E questo non perché c'è una domanda inferiore, ma perché è più mirata, più specifica e più veloce. Il cliente quando arriva sa già che cosa vuole, non deve cercare. A monte viene fatta una campagna commerciale mirata che in futuro sarà sempre più concentrata sul singolo cliente. Credo che l'intelligenza artificiale stravolgerà le abitudini, migliorerà le tecniche commerciali, consentirà di risparmiare, cambierà le professionalità nel senso che ne cancellerà alcune e ne creerà di nuove. E quanto ai clienti credo che dovremo abbandonare per sempre l'immagine della "signora Maria", la casalinga perfetta che entra in negozio di buon'ora e chiede un po' di questo e un po' di quest'altro».
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