Agricoltori in piazza: il governo ci ignora
Dall'Abruzzo 1500 imprenditori alla manifestazione di Bologna
PESCARA. «Giù le mani dalla qualità italiana». Almeno 1500 imprenditori agricoli abruzzesi lo grideranno domani a Bologna insieme ai loro colleghi della Coldiretti di tutta Italia. Una mobilitazione che, secondo l'associazione, porterà in piazza almeno un milione e mezzo di persone, per manifestare «contro il tentativo di abbassare la qualità dell'agricoltura italiana per asservirla a un modello contrario all'interesse delle imprese, dell'ambiente e dei consumatori». «Siamo costretti a tornare in piazza», spiega il presidente di Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti, «dall'atteggiamento del ministro alle politiche agricole Paolo De Castro, che si è assunto la responsabilità di interrompere la concertazione che negli ultimi anni aveva dato ottimi risultati».
Le critiche più dure della Coldiretti abruzzese si concentrano sulle politiche per il comparto vitivinicolo. Un comparto che costituisce il 70% del settore agroalimentare della regione e che vive un momento di difficoltà proprio a causa della mancanza di sostegno adeguato. «Anche sulla recente riforma dell'organizzazione comune di mercato presentata in Europa», continua Pasetti, «l'atteggiamento del ministro è ambiguo. Prima fa l'elogio dei vini italiani, poi si dice favorevole all'invecchiamento artificiale con i trucioli». Non mancano polemiche anche verso la politica regionale, che “sta perdendo tempo e opportunità preziose”. Come quella legata alla riscoperta del vitigno autoctono abruzzese “Pecorino”.
«Oggi ci sono ben 7 indicazioni geografiche tipiche, noi da due anni chiediamo di sostituirle e proteggere questo vino con un marchio doc», spega Pasetti, «ma il consorzio per la tutela del Montepulciano naufraga per beghe interne e la Regione è sorda alle nostre richieste». Eppure bisognerebbe far presto, per evitare che viticoltori di regioni vicine, come le Marche, si approprino della denominazione.
Nel mirino della Coldiretti, tutta la politica recente del ministro De Castro, ritenuto colpevole di un “disegno subordinato agli interessi della grande industria agroalimentare”. «Solo così si spiega l'immobilismo del ministro», insiste Pasetti, «che non ha dato attuazione a nessuna delle misure previste in finanziaria per sostenere i piccoli produttori del settore, veri depositari della qualità dei prodotti tipici made in Italy».
Come le norme sull'etichettatura obbligatoria, quelle relative all'uso delle agroenergie, quelle di riordino delle nuove società agricole. «Mentre il ministro è stato sollecito a proporre la sperimentazione degli Ogm in prodotti base dell'alimentazione mediterranea», attacca Pasetti, «facendo una scelta che creerà difficoltà a tutti i produttori che puntano sulla qualità».
Le critiche più dure della Coldiretti abruzzese si concentrano sulle politiche per il comparto vitivinicolo. Un comparto che costituisce il 70% del settore agroalimentare della regione e che vive un momento di difficoltà proprio a causa della mancanza di sostegno adeguato. «Anche sulla recente riforma dell'organizzazione comune di mercato presentata in Europa», continua Pasetti, «l'atteggiamento del ministro è ambiguo. Prima fa l'elogio dei vini italiani, poi si dice favorevole all'invecchiamento artificiale con i trucioli». Non mancano polemiche anche verso la politica regionale, che “sta perdendo tempo e opportunità preziose”. Come quella legata alla riscoperta del vitigno autoctono abruzzese “Pecorino”.
«Oggi ci sono ben 7 indicazioni geografiche tipiche, noi da due anni chiediamo di sostituirle e proteggere questo vino con un marchio doc», spega Pasetti, «ma il consorzio per la tutela del Montepulciano naufraga per beghe interne e la Regione è sorda alle nostre richieste». Eppure bisognerebbe far presto, per evitare che viticoltori di regioni vicine, come le Marche, si approprino della denominazione.
Nel mirino della Coldiretti, tutta la politica recente del ministro De Castro, ritenuto colpevole di un “disegno subordinato agli interessi della grande industria agroalimentare”. «Solo così si spiega l'immobilismo del ministro», insiste Pasetti, «che non ha dato attuazione a nessuna delle misure previste in finanziaria per sostenere i piccoli produttori del settore, veri depositari della qualità dei prodotti tipici made in Italy».
Come le norme sull'etichettatura obbligatoria, quelle relative all'uso delle agroenergie, quelle di riordino delle nuove società agricole. «Mentre il ministro è stato sollecito a proporre la sperimentazione degli Ogm in prodotti base dell'alimentazione mediterranea», attacca Pasetti, «facendo una scelta che creerà difficoltà a tutti i produttori che puntano sulla qualità».