Agriturismo, per aprire basta una firma

Approvata la legge di semplificazione del settore. Ruffini (Pd): bene, ma sono pochi i fondi

PESCARA. Per aprire un’azienda agrituristica basterà una segnalazione certificata di inizio attività al Comune. Inoltre sarà possibile utilizzare gli edifici esistenti sul fondo senza cambio di destinazione d'uso. Così come l'imprenditore potrà trasformare, confezionare e vendere i propri prodotti nelle aziende. Sono i contenuti principali della legge di riforma del settore approvata ieri in consiglio regionale all’Aquila. Una legge che risultato dell’integrazione di due diverse proposte , una del Pd regionale e l’altra della giunta di centrodestra.

«Dopo 18 anni l’Abruzzo

mette la parola fine ad un ritardo legislativo con regole nuove e chiare», commenta il l’assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo. «La soddisfazione sarebbe stata maggiore se questa legge avesse avuto anche una dotazione finanziaria, ma per il momento è stato previsto che la Regione continui a dare sostegno a questo settore attraverso i fondi comunitari», dichiara il consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini . In effetti che ci fosse un risveglio ed un proliferare di queste attività lo dimostra il bando del Psr (Piano sviluppo rurale) a favore della "Misura Agriturismo" che ha avuto, a fronte di una disponibilità finanziaria di 10 milioni di euro, richieste per oltre 70 milioni di investimenti. «Purtroppo condividiamo ed approviamo diverse leggi, che così come è avvenuto per il settore dell'artigianato, che poi restano leggi di principio o contenitori vuoti, senza un effettivo sostegno al mondo economico a cui si rivolgono», aggiunge Ruffini, «auspichiamo che dopo questa legge la giunta adotti subito il regolamento attuativo che permetterà una migliore classificazione delle strutture ricettive agrituristiche in base ai criteri unitari stabiliti a livello nazionale».

Tornando alla legge, essa prevede anche delle misure ambientali e di tutela del territorio: gli imprenditori agrituristici potranno svolgere anche il ruolo di manutentori valorizzando e proteggendo piante secolari. La somministrazione di pasti e bevande di produzione devono essere ricavati da prodotti di produzione propria o da altre aziende ma sempre a carattere regionale. Infatti soltanto una quota residuale del 10% può essere riservata ai prodotti alimentari non presenti nel territorio regionale.(a.mo.)

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