Albanese ucciso, c’è una pista
Si indaga su una serie di omicidi di uomini facoltosi. Ieri i funerali a Valona. I figli staranno con la ex moglie che oggi vive in una tendopoli dell’Aquilano
L’AQUILA. Proseguono le indagini della polizia di Valona sul ritrovamento in Albania, in circostanze misteriose, del cadavere semi-carbonizzato dell’imprenditore Genci Habazaj, titolare di un’azienda di costruzioni a Coppito. L’episodio, secondo fonti locali, potrebbe essere riconducibile a una serie di omicidi ai danni di uomini d’affari o persone facoltose, spesso legati al mondo dell’edilizia. A partire dal 1991 in Albania, si sono registrate 34 uccisioni di uomini d’affari, tra i quali l’imprenditore di origine macedone, Remzi Hoxha, morto nel 1995. Anche lui era alla guida di un’azienda del settore costruzione a Tirana. Una vicenda che è salita alla ribalta delle cronache albanesi in cui è stato coinvolto addirittura il servizio segreto. In molti casi, le indagini delle autorità competenti sono però andate a vuoto.
Ieri, intanto, i familiari di Hazabaj, tra cui la figlia Iris di 9 anni, hanno dato l’ultimo saluto al giovane imprenditore. Le esequie si sono svolte nel villaggio di Terbac, nei pressi di Valona. Le inchieste procedono in parallelo sia nella cittadina albanese sia a Fier, nei cui paraggi è stato rinvenuto il cadavere. A Valona, la polizia ha ascoltato i primi testimoni nel tentativo di identificare i responsabili e accertare la causa dell’omicidio. Tra le persone sentite ci sono amici e conoscenti in contatto con la vittima nel giorno della sua scomparsa. Habazaj si era allontanato dalla sua abitazione nella tarda serata di lunedì.
La polizia albanese ha confermato ai media locali di aver avviato, in collaborazione con gli omologhi italiani, le indagini anche all’Aquila. Accertamenti saranno condotti sui dipendenti della Hg Costruzioni che l’imprenditore dirigeva. Obiettivo dell’indagine è quello di verificare che non esistano dei conflitti preesistenti con le persone che lavoravano - di recente o in passato - nell’azienda. Secondo un’informativa prodotta in Italia, il 39enne era incensurato. Anche a Valona, Habazaj non ha mai avuto problemi con la giustizia. Ogni strada è ancora aperta, comunque, per individuare le cause reali dell’omicidio. Per questo, gli investigatori, stanno lavorando a una completa ricostruzione dei fatti.
Probabilmente, gli autori del delitto, hanno voluto cancellare le tracce tentando di dare alle fiamme il cadavere, abbandondolo sulla strada extraurbana Narte-Akerni-Novosele che passa attraverso il villaggio di Bishan. Né i tabulati telefonici, né il materiale cartaceo ritrovato nella macchina dell’uomo hanno offerto elementi utili alle forze dell’ordine che inizialmente hanno seguito la pista del sequestro di persona. La comunità di Coppito è ancora sotto choc, dopo la notizia della morte di Genci Habazaj. «Era una gran brava persona», ripetono al ristorante «Da Pedro» di Coppito, nei pressi dell’abitazione dell’imprenditore che era anche sede legale della sua Hg Costruzioni: «Genci veniva spesso a mangiare da noi con i suoi amici. Era anche un ottimo padre di famiglia». Con ogni probabilità, i due figli saranno affidati alla ex moglie di Habazaj, attualmente sfollata in una tendopoli alle porte dell’Aquila. La signora Edda, albanese anche lei, viveva infatti in un’abitazione del centro storico. Claudio, il figlio più piccolo, è rimasto insieme a lei in città.
Ieri, intanto, i familiari di Hazabaj, tra cui la figlia Iris di 9 anni, hanno dato l’ultimo saluto al giovane imprenditore. Le esequie si sono svolte nel villaggio di Terbac, nei pressi di Valona. Le inchieste procedono in parallelo sia nella cittadina albanese sia a Fier, nei cui paraggi è stato rinvenuto il cadavere. A Valona, la polizia ha ascoltato i primi testimoni nel tentativo di identificare i responsabili e accertare la causa dell’omicidio. Tra le persone sentite ci sono amici e conoscenti in contatto con la vittima nel giorno della sua scomparsa. Habazaj si era allontanato dalla sua abitazione nella tarda serata di lunedì.
La polizia albanese ha confermato ai media locali di aver avviato, in collaborazione con gli omologhi italiani, le indagini anche all’Aquila. Accertamenti saranno condotti sui dipendenti della Hg Costruzioni che l’imprenditore dirigeva. Obiettivo dell’indagine è quello di verificare che non esistano dei conflitti preesistenti con le persone che lavoravano - di recente o in passato - nell’azienda. Secondo un’informativa prodotta in Italia, il 39enne era incensurato. Anche a Valona, Habazaj non ha mai avuto problemi con la giustizia. Ogni strada è ancora aperta, comunque, per individuare le cause reali dell’omicidio. Per questo, gli investigatori, stanno lavorando a una completa ricostruzione dei fatti.
Probabilmente, gli autori del delitto, hanno voluto cancellare le tracce tentando di dare alle fiamme il cadavere, abbandondolo sulla strada extraurbana Narte-Akerni-Novosele che passa attraverso il villaggio di Bishan. Né i tabulati telefonici, né il materiale cartaceo ritrovato nella macchina dell’uomo hanno offerto elementi utili alle forze dell’ordine che inizialmente hanno seguito la pista del sequestro di persona. La comunità di Coppito è ancora sotto choc, dopo la notizia della morte di Genci Habazaj. «Era una gran brava persona», ripetono al ristorante «Da Pedro» di Coppito, nei pressi dell’abitazione dell’imprenditore che era anche sede legale della sua Hg Costruzioni: «Genci veniva spesso a mangiare da noi con i suoi amici. Era anche un ottimo padre di famiglia». Con ogni probabilità, i due figli saranno affidati alla ex moglie di Habazaj, attualmente sfollata in una tendopoli alle porte dell’Aquila. La signora Edda, albanese anche lei, viveva infatti in un’abitazione del centro storico. Claudio, il figlio più piccolo, è rimasto insieme a lei in città.