Allarme sovraffollamento in Abruzzo
La Uil denuncia la situazione: 460 detenuti in più rispetto alla capacità ricettiva massima
PESCARA. Carceri di Teramo, Lanciano e Sulmona con le situazioni più pericolose d'Abruzzo per sovraffollamento e promiscuità; carcere di Pescara emblema dello stallo organizzativo ed operativo. Lo afferma il segretario generale del sindacato Uil-Pa-Penitenziari, Eugenio Sarno, in un documento con cui denuncia, al 31 dicembre 2010, un indice di sovraffollamento medio del 30,5%.
«La presenza di 460 detenuti in più rispetto alla capacità ricettiva massima degli istituti di pena abruzzesi, rilevata al 31 dicembre», spiega Sarno, «è la fotografia più nitida dell'universo carcere e dell'anno che si è lasciato alle spalle, connotato da proteste, morte e violenza. Oggi il nostro intento è solo quello di dare i numeri, che nella loro spietata freddezza possono valere più di qualsiasi commento».
«Il nostro auspicio», prosegue Sarno, «è che questi numeri possano trovare giusta attenzione ed analisi nelle redazioni dei mass-media perché si contribuisca ad affermare una coscienza sociale rispetto al dramma penitenziario che, in tutta evidenza, non trova sufficiente attenzione da parte della quasi totalità del ceto politico, sempre più insensibile e distante verso una delle più drammatiche questioni sociali del Paese».
I dati diffusi dalla Uil-Pa-Penitenzari indicano la presenza, alla fine del 2010, di 1967 detenuti (1904 uomini, 63 donne). La maglia nera per il sovraffollamento spetta a quello di Lanciano (89,5%), seguito da quelli di Teramo (73, 2%) e Chieti (69,9%).
Gli istituti non sovraffollati (oppure con un saldo negativo rispetto alle capienze regolamentari) risultano essere Pescara e Avezzano. «Ma», puntualizza Sarno, «quest'ultimo è ancora in fase di organizzazione operativa dopo la recente riapertura».
«I suicidi in cella sono stati quattro (2 a Sulmona, uno all'Aquila e uno a Teramo)», prosegue il segretario generale del sindacato. «In tutti gli istituti (tranne Avezzano) si sono verificati almeno due tentati suicidi, per un totale complessivo pari a 43 (18 a Teramo, 14 a Sulmona, 6 all'Aquila, 2 a Lanciano, uno a Chieti, Pescara e Vasto). I detenuti salvati in extremis dal suicidio da parte della polizia penitenziaria sono stati 16. Gli atti di autolesionismo ammontano a 235 (messi in atto in sette diversi istituti). I detenuti che hanno fatto ricorso a scioperi della fame sono risultati essere 341. Gli atti di aggressione perpetrati in danno di poliziotti penitenziari ammontano a 11 (4 a Teramo, 3 a Sulmona, 2 a Lanciano, 1 all'Aquila e 1 a Vasto)».
«Occorrono urgentemente», spiega ancora Eugenio Sarno, «investimenti in mezzi, organici e risorse perché si possa ridare fiato al sistema. Purtroppo non scorgiamo alcun segnale in tal senso. Soprattutto in tema di personale, la situazione, dopo la riapertura di Avezzano, è ancora più di drammatica attualità. Per l'Amministrazione gli organici del personale di polizia penitenziaria in regione sarebbero al completo. Noi contestiamo questi dati, confidando sulla certezza dei numeri». «L'organico complessivo regionale è fissato in 1604. Per i soli servizi interni agli istituti», conclude il segterario regionale della Uil-Pa-Penitenziari, «sarebbero previste 1466 unità, invece ve ne sono solo 1338 e 79 sono le unità impiegate in altre strutture non operative, come il Provveditorato e gli uffici per l'esecuzione penale esterna».
«La presenza di 460 detenuti in più rispetto alla capacità ricettiva massima degli istituti di pena abruzzesi, rilevata al 31 dicembre», spiega Sarno, «è la fotografia più nitida dell'universo carcere e dell'anno che si è lasciato alle spalle, connotato da proteste, morte e violenza. Oggi il nostro intento è solo quello di dare i numeri, che nella loro spietata freddezza possono valere più di qualsiasi commento».
«Il nostro auspicio», prosegue Sarno, «è che questi numeri possano trovare giusta attenzione ed analisi nelle redazioni dei mass-media perché si contribuisca ad affermare una coscienza sociale rispetto al dramma penitenziario che, in tutta evidenza, non trova sufficiente attenzione da parte della quasi totalità del ceto politico, sempre più insensibile e distante verso una delle più drammatiche questioni sociali del Paese».
I dati diffusi dalla Uil-Pa-Penitenzari indicano la presenza, alla fine del 2010, di 1967 detenuti (1904 uomini, 63 donne). La maglia nera per il sovraffollamento spetta a quello di Lanciano (89,5%), seguito da quelli di Teramo (73, 2%) e Chieti (69,9%).
Gli istituti non sovraffollati (oppure con un saldo negativo rispetto alle capienze regolamentari) risultano essere Pescara e Avezzano. «Ma», puntualizza Sarno, «quest'ultimo è ancora in fase di organizzazione operativa dopo la recente riapertura».
«I suicidi in cella sono stati quattro (2 a Sulmona, uno all'Aquila e uno a Teramo)», prosegue il segretario generale del sindacato. «In tutti gli istituti (tranne Avezzano) si sono verificati almeno due tentati suicidi, per un totale complessivo pari a 43 (18 a Teramo, 14 a Sulmona, 6 all'Aquila, 2 a Lanciano, uno a Chieti, Pescara e Vasto). I detenuti salvati in extremis dal suicidio da parte della polizia penitenziaria sono stati 16. Gli atti di autolesionismo ammontano a 235 (messi in atto in sette diversi istituti). I detenuti che hanno fatto ricorso a scioperi della fame sono risultati essere 341. Gli atti di aggressione perpetrati in danno di poliziotti penitenziari ammontano a 11 (4 a Teramo, 3 a Sulmona, 2 a Lanciano, 1 all'Aquila e 1 a Vasto)».
«Occorrono urgentemente», spiega ancora Eugenio Sarno, «investimenti in mezzi, organici e risorse perché si possa ridare fiato al sistema. Purtroppo non scorgiamo alcun segnale in tal senso. Soprattutto in tema di personale, la situazione, dopo la riapertura di Avezzano, è ancora più di drammatica attualità. Per l'Amministrazione gli organici del personale di polizia penitenziaria in regione sarebbero al completo. Noi contestiamo questi dati, confidando sulla certezza dei numeri». «L'organico complessivo regionale è fissato in 1604. Per i soli servizi interni agli istituti», conclude il segterario regionale della Uil-Pa-Penitenziari, «sarebbero previste 1466 unità, invece ve ne sono solo 1338 e 79 sono le unità impiegate in altre strutture non operative, come il Provveditorato e gli uffici per l'esecuzione penale esterna».
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