Angelini tira in ballo FassinoLa replica: "E' un'indecenza"
Anche Piero Fassino si sarebbe interessato alle sorti della sanità privata abruzzese. Lo sostiene il grande accusatore di Ottaviano Del Turco, Vincenzo Angelini (nella foto), che nel terzo giorno dell'incidente probatorio in corso nel tribunale di Pescara fa il nome dell'ex segretario Ds e del parlamentare Pdl Antonio Angelucci, titolare di cliniche private. La procura precisa: "Non ci sono altri politici indagati".
Vincenzo Angelini, l'indagato e grande accusatore della sanitopoli abruzzese, ha confermato di avere pagato tangenti ai politici abruzzese anche nella terza giornata dell'incidente probatorio in corso nel tribunale di Pescara. Però nelle cinque ore di deposizione ai Pm ha alzato il tiro,
sostenendo di essere lui la vittima dei poteri forti. A questo proposito - come ha spiegato il suo legale, Sabatino Ciprietti - non si tratta di tangenti, ma ha fatto nomi di due politici nazionali: l'ex segretario dei Ds Piero Fassino e il deputato Pdl Antonio Angelucci.
Il nome di Fassino - confermato anche dalla Procura - è emerso da un'analisi di Angelini sulle sue difficoltà con la Regione Abruzzo che avrebbe favorito i concorrenti. Il re delle cliniche abruzzesi ha parlato della Tosinvest - azienda che fa capo ad Angelucci e ai cui vertici da anni c'è Massimo Fini, fratello del presidente della Camera, Gianfranco - e di operazioni a favore della stessa realizzate dalla giunta Del Turco, che Angelini ritiene essere vicino a Fassino nel Pd.
Questi, ha spiegato Ciprietti, sarebbero i poteri forti che contrasterebbero Angelini anche con l'attuale giunta guidata da Enrico Paolini (Pd ex Ds), indicato dall'imprenditore vicino a Fassino e al suo concorrente Luigi Pierangeli.
Entrando nello specifico - come hanno raccontato fuori dall'aula anche due indagati eccellenti e lo stesso Ciprietti - l'esempio lampante citato da Angelini sarebbe una delibera che assegnava 35 posti letto alla clinica San Raffaele di Sulmona (L'Aquila), di proprietà del gruppo imprenditoriale
romano che fa capo alla famiglia Angelucci, editore anche dei quotidiani "Libero" e "Il Riformista".
"Una piccola clinica - ha sostenuto Ciprietti - la quale, in barba a una delibera che bloccava tutte le assegnazioni, si vide assegnati dalla giunta regionale i posti letto in un caldo
agosto tolti di fatto al mio cliente".
Ma il portavoce di Fassino, Gianni Giovannetti, ha subito contestato il coinvolgimento dell'ex segretario Ds: "Non si è mai occupato di organizzazione sanitaria, né in Abruzzo né altrove. E' indecente e inaccettabile che per giustificare i suoi finanziamenti a Forza Italia, il signor Angelini faccia affermazioni false e prive di qualunque fondamento".
In aula, infatti, Angelini aveva parlato di un finanziamento di 500 mila euro a Fi e di una richiesta per una cifra molto inferiore fattagli da An. Inoltre, aveva riferito di un intervento, a sua insaputa, di Del Turco presso Carlo De Benedetti per l'acquisto della sua clinica Villa Pini. E il suo avvocato,
rispondendo ai giornalisti su un eventuale coinvolgimento dei servizi segreti, ha risposto sibillino: "Può essere....".
L'incidente probatorio riprenderà venerdì, quando Angelini dovrà rispondere alle domande del nutrito collego difensivo.
Del Turco non ha rilasciato dichiarazioni, limitandosi a dire: "Non so di cosa parli Angelini. Sono più sereno di ieri e ieri l'altro. Fatemi gustare la mia serenita".
sostenendo di essere lui la vittima dei poteri forti. A questo proposito - come ha spiegato il suo legale, Sabatino Ciprietti - non si tratta di tangenti, ma ha fatto nomi di due politici nazionali: l'ex segretario dei Ds Piero Fassino e il deputato Pdl Antonio Angelucci.
Il nome di Fassino - confermato anche dalla Procura - è emerso da un'analisi di Angelini sulle sue difficoltà con la Regione Abruzzo che avrebbe favorito i concorrenti. Il re delle cliniche abruzzesi ha parlato della Tosinvest - azienda che fa capo ad Angelucci e ai cui vertici da anni c'è Massimo Fini, fratello del presidente della Camera, Gianfranco - e di operazioni a favore della stessa realizzate dalla giunta Del Turco, che Angelini ritiene essere vicino a Fassino nel Pd.
Questi, ha spiegato Ciprietti, sarebbero i poteri forti che contrasterebbero Angelini anche con l'attuale giunta guidata da Enrico Paolini (Pd ex Ds), indicato dall'imprenditore vicino a Fassino e al suo concorrente Luigi Pierangeli.
Entrando nello specifico - come hanno raccontato fuori dall'aula anche due indagati eccellenti e lo stesso Ciprietti - l'esempio lampante citato da Angelini sarebbe una delibera che assegnava 35 posti letto alla clinica San Raffaele di Sulmona (L'Aquila), di proprietà del gruppo imprenditoriale
romano che fa capo alla famiglia Angelucci, editore anche dei quotidiani "Libero" e "Il Riformista".
"Una piccola clinica - ha sostenuto Ciprietti - la quale, in barba a una delibera che bloccava tutte le assegnazioni, si vide assegnati dalla giunta regionale i posti letto in un caldo
agosto tolti di fatto al mio cliente".
Ma il portavoce di Fassino, Gianni Giovannetti, ha subito contestato il coinvolgimento dell'ex segretario Ds: "Non si è mai occupato di organizzazione sanitaria, né in Abruzzo né altrove. E' indecente e inaccettabile che per giustificare i suoi finanziamenti a Forza Italia, il signor Angelini faccia affermazioni false e prive di qualunque fondamento".
In aula, infatti, Angelini aveva parlato di un finanziamento di 500 mila euro a Fi e di una richiesta per una cifra molto inferiore fattagli da An. Inoltre, aveva riferito di un intervento, a sua insaputa, di Del Turco presso Carlo De Benedetti per l'acquisto della sua clinica Villa Pini. E il suo avvocato,
rispondendo ai giornalisti su un eventuale coinvolgimento dei servizi segreti, ha risposto sibillino: "Può essere....".
L'incidente probatorio riprenderà venerdì, quando Angelini dovrà rispondere alle domande del nutrito collego difensivo.
Del Turco non ha rilasciato dichiarazioni, limitandosi a dire: "Non so di cosa parli Angelini. Sono più sereno di ieri e ieri l'altro. Fatemi gustare la mia serenita".