Armitage firma Made in Naples
Vinci propone l’anteprima di «Partenope», coproduzione con la Spagna.
«Made in Naples» con la coreografa americana Karole Armitage, celebre per aver creato coreografie per icone pop come Madonna, Michael Jackson e Merchant Ivory, è lo spettacolo in programma da oggi a sabato (al teatro San Ferdinando) per Napoli Teatro Festival Italia. Nello spettacolo si incontrano e si confondono versioni possibili della maschera di Pulcinella, abbracciandone le prospettive più radicali e differenti. In programma da domani a sabato (ore 20) all’auditorium Scarlatti della Rai anche «Riesenbutzbach. Eine Dauerkolonie» di Stephanie Carp, Christoph Marthaler e Anna Viebrock.
Dodici artisti fra attori e musicisti si muovono in una dimensione in cui ogni luogo, persona e gesto sono continuamente sottoposti a controllo. Nello spettacolo Christoph Marthaler mette in scena la paura dell’altro e dello straniero, che trasforma in incubo la vita dei cittadini europei. Venerdì al teatro Mercadante (repliche fino al 28 giugno), sarà la volta anche di «Music hall» di Jean-Luc Lagarce per la regia di Lambert Wilson con Fanny Ardant, interprete ideale, secondo il regista, di un’opera sulla passione assurda per il teatro. Data unica, infine, per la prima esecuzione assoluta in lingua italiana e spagnola della «Partenope» di Leonardo Vinci (nella foto una scena della pièce) sabato alle 20 al teatro di San Carlo, con la regia di Gustavo Tambascio e la Cappella della Pietà de’ Turchini diretta da Antonio Florio.
Lo spettacolo è coprodotto dal Napoli Teatro Festival Italia con Inaem, Istituto nacional de las artés escénica y de la musica e il Centro di musica Antica Pietà de’ Turchini di Napoli. Partenope è la sirena-regina che, secondo la leggenda, diede vita alla città di Napoli. Nella trama, il cui librettista Silvio Stampiglia affianca, in linea con lo stile barocco, fatti storici a duelli e vicende amorose, il mito della regina di Tessaglia si intreccia con quello della sirena sconfitta da Ulisse, dal cui corpo emerso a Posillipo ebbe origine la città partenopea. La dedica di Stampiglia, nel 1699, alla Contessa Medinaceli nasconde un omaggio celebrativo alla sua città: il mito di Partenope fu riscoperto dagli intellettuali napoletani proprio in epoca barocca, per mantenere e celebrare la propria identità culturale durante il periodo della dominazione spagnola. Gustavo Tambascio, regista di origini argentine, porterà in scena «La Partenope» cercando di avvicinare il pubblico all’idea, più simile possibile, di quella che sarebbe stata una rappresentazione a Napoli o a Venezia nel 1725.
I cantanti hanno lavorato sui sentimenti e la gestualità limitata alle posture di base che invece, nella rappresentazione che Vinci ne fece al Carnevale di Venezia nel 1725, risultavano rigorosamente codificate. Negli intermezzi comici di Domenico Sarro, Tambascio si è concesso qualche trasgressione, trattandosi di brevi brani satirici che commentano in modo parodistico le situazioni del dramma serio, affrontando, però, fondamentalmente, temi di attualità.
Dodici artisti fra attori e musicisti si muovono in una dimensione in cui ogni luogo, persona e gesto sono continuamente sottoposti a controllo. Nello spettacolo Christoph Marthaler mette in scena la paura dell’altro e dello straniero, che trasforma in incubo la vita dei cittadini europei. Venerdì al teatro Mercadante (repliche fino al 28 giugno), sarà la volta anche di «Music hall» di Jean-Luc Lagarce per la regia di Lambert Wilson con Fanny Ardant, interprete ideale, secondo il regista, di un’opera sulla passione assurda per il teatro. Data unica, infine, per la prima esecuzione assoluta in lingua italiana e spagnola della «Partenope» di Leonardo Vinci (nella foto una scena della pièce) sabato alle 20 al teatro di San Carlo, con la regia di Gustavo Tambascio e la Cappella della Pietà de’ Turchini diretta da Antonio Florio.
Lo spettacolo è coprodotto dal Napoli Teatro Festival Italia con Inaem, Istituto nacional de las artés escénica y de la musica e il Centro di musica Antica Pietà de’ Turchini di Napoli. Partenope è la sirena-regina che, secondo la leggenda, diede vita alla città di Napoli. Nella trama, il cui librettista Silvio Stampiglia affianca, in linea con lo stile barocco, fatti storici a duelli e vicende amorose, il mito della regina di Tessaglia si intreccia con quello della sirena sconfitta da Ulisse, dal cui corpo emerso a Posillipo ebbe origine la città partenopea. La dedica di Stampiglia, nel 1699, alla Contessa Medinaceli nasconde un omaggio celebrativo alla sua città: il mito di Partenope fu riscoperto dagli intellettuali napoletani proprio in epoca barocca, per mantenere e celebrare la propria identità culturale durante il periodo della dominazione spagnola. Gustavo Tambascio, regista di origini argentine, porterà in scena «La Partenope» cercando di avvicinare il pubblico all’idea, più simile possibile, di quella che sarebbe stata una rappresentazione a Napoli o a Venezia nel 1725.
I cantanti hanno lavorato sui sentimenti e la gestualità limitata alle posture di base che invece, nella rappresentazione che Vinci ne fece al Carnevale di Venezia nel 1725, risultavano rigorosamente codificate. Negli intermezzi comici di Domenico Sarro, Tambascio si è concesso qualche trasgressione, trattandosi di brevi brani satirici che commentano in modo parodistico le situazioni del dramma serio, affrontando, però, fondamentalmente, temi di attualità.