Arpa, la protesta dei pendolari

Federcopa: via direttori e consulenti, Morra ripristini le linee

L'AQUILA. Approda all'Emiciclo la protesta dei pendolari contro i tagli dell'Arpa. Nel Consiglio regionale di martedì, l'assessore ai Trasporti, Giandonato Morra, sarà chiamato a rispondere pubblicamente. «La riduzione delle corse dei bus dell'Arpa imposta alla Valle Peligna sta mettendo in ginocchio centinaia di famiglie», tuona il presidente di Federcopa, Francesco Di Nisio.

Il referente della Federazione dei comitati pendolari d'Abruzzo (Federcopa) commenta con soddisfazione la convocazione dell'assemblea regionale, in quella sede sarà infatti discussa l'interrogazione urgente presentata dal consigliere dell'Udc Antonio Menna. «Da Morra ci aspettiamo una risposta concreta» fa sapere Di Nisio, «tutto il Centro Abruzzo vuole che l'Arpa faccia marcia indietro sui tagli che dal primo dicembre hanno privato quest'area interna di un collegamento essenziale con la capitale. Morra ci deve dire se la responsabilità di questo taglio va fatta ricadere sulla società di autolinee Arpa, sui sindacati come qualcuno afferma, oppure se rientra in un piano politico per staccare la spina alle zone interne dell'Abruzzo, già indebolite da una gravissima crisi economica e dalle conseguenze del terremoto, ma che di certo si batterà con tutte le sue forze per evitare l'isolamento e la morte sociale».

All'assessore Morra, il presidente di Federcopa chiede di chiarire «se sia più giusto pagare profumatamente il presidente dell'Arpa, una pletora di direttori, dirigenti e consulenti che difendono sprechi e privilegi, o rendere impossibile la vita ai pendolari del Centro Abruzzo. A Morra suggeriamo una via d'uscita» prosegue Di Nisio, «tagli lo stipendio al consiglio d'amministrazione dell'Arpa e ai dirigenti e con quei fondi ripristini la corsa dei pendolari. Soltanto così potrà continuare a guardare in faccia gli abruzzesi, perché in questi giorni abbiamo ricevuto la solidarietà di tanti consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali ma soprattutto di tanti dipendenti dell'Arpa e di numerosi abruzzesi che sono amareggiati da come la politica non sappia rimediare a questi danni facendo pagare sempre ai cittadini». (cr.re.)

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