Barca affonda, marinaio disperso
Giulianova, salvi i 2 colleghi del pescherecchio spazzato dalle onde
GIULIANOVA. E'finito con la prua contro gli scogli del molo sud di Giulianova, spinto dal mare forza 8. L'impatto del "Diana Madre" con le rocce è stato tremendo. Poco dopo l'equipaggio composto dal comandante Marco Marchegiani, suo fratello Stefano e da un terzo marinaio, Maurizio Fagone, era in acqua mentre l'imbarcazione colava a picco. I due fratelli sono riusciti fortunatamente a mettersi in salvo, mentre del terzo non si hanno notizie. Il trentatreenne risulta ancora disperso e le speranze di trovarlo in vita sono appese ad un filo. Le avverse condizioni del mare ed il buio hanno fatto sospendere, in nottata, le ricerche che sono riprese questa mattina.
IL NAUFRAGIO. Non erano ancora le 18 quando si è consumata la tragedia nello specchio d'acqua antistante la costa giuliese. Il cielo era già plumbeo quando i marittimi avevano deciso di interrompere la pesca a strascico e fare rotta verso il porto di San Benedetto del Tronto. I venti da nord avevano nel frattempo fatto ingrossare il mare. Rientrare nel porto sanbenedettese, dove l'imbarcazione è iscritta, era diventato impossibile. Il peschereccio allora ha tentato di imboccare il canale del porto di Giulianova ma la corrente marina e la tromba d'aria hanno avuto la meglio sui 18 metri di stazza del natante.
Il "Diana Madre", spinto dalla furia del vento e del mare in burrasca, non era più governabile. Si è impennato, squarciato e poi rovesciato mentre la tempesta di pioggia spazzava le calde acque dell'Adriatico a largo della costa giuliese.
L'Sos è stato immediato. Intorno alle 18 alcuni pescatori che hanno assistito alla tragedia hanno telefonato al 118 ed alla capitaneria di porto. Stefano Marchegiani di 38 anni, suo fratello Marco di 39 e Maurizio Fagone di 33 - tutti e tre di San Benedetto - non si vedevano più, risucchiati dalle onde.
I SOCCORSI. Da Pescara nel frattempo si è alzato in volo l'elicottero dei vigili del fuoco mentre le altre unità d'intervento sono arrivate sia sulla banchina del molo sud di Giulianova che sulla spiaggia antistante lo stabilimento balneare Lido Serenella. Sulla battigia in un lampo sono arrivate ambulanze del 118 e Croce Rossa italiana.
Immediatamente sono scattate le ricerche con l'ausilio del gruppo sommozzatori della Cri e dei vigili del fuoco. Pochi istanti dopo, dai flutti è spuntato il comandante della nave. Marco Marchegiani aveva raggiunto la riva a nuoto. I medici di primo soccorso lo hanno visitato all'interno del Serenella prima di trasferirlo all'ospedale di Giulianova. Le sue condizioni di salute sono apparse buone.
Nel frattempo il mare continuava a "sputare" sulla riva i legni dell'imbarcazione ed i brandelli delle cassette di polistirolo. Degli altri due marinai nemmeno l'ombra. Ma poi, aggrappato ad un pezzo di polistirolo è stato avvistato il fratello Stefano. Era in affanno ed i pescatori con l'aiuto di un sommozzatore, l'hanno tratto in salvo sugli scogli.
IL RACCONTO. «L'imbarcazione si era letteralmente spezzata», ha raccontato Claudio Lamolinara, uno dei sommozzatori della Croce Rossa, «e la corrente spingeva a sud. Mi trovavo a quattro metri sott'acqua, sotto ai caliscendi del porto e con i pescatori presenti lo abbiamo tratto in salvo».
Ancora più a sud il mare ha riconsegnato lo zatterino, ma di Maurizio nemmeno l'ombra. I soccorritori sono rimasti fino a oltre le 20 a scrutare la superficie del mare con l'ausilio delle cellule fotoelettriche dei vigili del fuoco e dei sommozzatori. Le ricerche di Fagone, sospese in tarda nottata, riprenderanno oggi.
ALTRI TRE SOS. Il mare in burrasca, intanto, ha creato qualche problema a tre piccole imbarcazioni giuliesi che comunque non hanno avuto problemi mentre qualche difficoltà in più l'ha vissuta l'equipaggio di un peschereccio pugliese, che ha interrotto il cantatto radio in serata.
Alex De Palo
IL NAUFRAGIO. Non erano ancora le 18 quando si è consumata la tragedia nello specchio d'acqua antistante la costa giuliese. Il cielo era già plumbeo quando i marittimi avevano deciso di interrompere la pesca a strascico e fare rotta verso il porto di San Benedetto del Tronto. I venti da nord avevano nel frattempo fatto ingrossare il mare. Rientrare nel porto sanbenedettese, dove l'imbarcazione è iscritta, era diventato impossibile. Il peschereccio allora ha tentato di imboccare il canale del porto di Giulianova ma la corrente marina e la tromba d'aria hanno avuto la meglio sui 18 metri di stazza del natante.
Il "Diana Madre", spinto dalla furia del vento e del mare in burrasca, non era più governabile. Si è impennato, squarciato e poi rovesciato mentre la tempesta di pioggia spazzava le calde acque dell'Adriatico a largo della costa giuliese.
L'Sos è stato immediato. Intorno alle 18 alcuni pescatori che hanno assistito alla tragedia hanno telefonato al 118 ed alla capitaneria di porto. Stefano Marchegiani di 38 anni, suo fratello Marco di 39 e Maurizio Fagone di 33 - tutti e tre di San Benedetto - non si vedevano più, risucchiati dalle onde.
I SOCCORSI. Da Pescara nel frattempo si è alzato in volo l'elicottero dei vigili del fuoco mentre le altre unità d'intervento sono arrivate sia sulla banchina del molo sud di Giulianova che sulla spiaggia antistante lo stabilimento balneare Lido Serenella. Sulla battigia in un lampo sono arrivate ambulanze del 118 e Croce Rossa italiana.
Immediatamente sono scattate le ricerche con l'ausilio del gruppo sommozzatori della Cri e dei vigili del fuoco. Pochi istanti dopo, dai flutti è spuntato il comandante della nave. Marco Marchegiani aveva raggiunto la riva a nuoto. I medici di primo soccorso lo hanno visitato all'interno del Serenella prima di trasferirlo all'ospedale di Giulianova. Le sue condizioni di salute sono apparse buone.
Nel frattempo il mare continuava a "sputare" sulla riva i legni dell'imbarcazione ed i brandelli delle cassette di polistirolo. Degli altri due marinai nemmeno l'ombra. Ma poi, aggrappato ad un pezzo di polistirolo è stato avvistato il fratello Stefano. Era in affanno ed i pescatori con l'aiuto di un sommozzatore, l'hanno tratto in salvo sugli scogli.
IL RACCONTO. «L'imbarcazione si era letteralmente spezzata», ha raccontato Claudio Lamolinara, uno dei sommozzatori della Croce Rossa, «e la corrente spingeva a sud. Mi trovavo a quattro metri sott'acqua, sotto ai caliscendi del porto e con i pescatori presenti lo abbiamo tratto in salvo».
Ancora più a sud il mare ha riconsegnato lo zatterino, ma di Maurizio nemmeno l'ombra. I soccorritori sono rimasti fino a oltre le 20 a scrutare la superficie del mare con l'ausilio delle cellule fotoelettriche dei vigili del fuoco e dei sommozzatori. Le ricerche di Fagone, sospese in tarda nottata, riprenderanno oggi.
ALTRI TRE SOS. Il mare in burrasca, intanto, ha creato qualche problema a tre piccole imbarcazioni giuliesi che comunque non hanno avuto problemi mentre qualche difficoltà in più l'ha vissuta l'equipaggio di un peschereccio pugliese, che ha interrotto il cantatto radio in serata.
Alex De Palo