«Bilancio, la Regione eviterà il crac»
Masci: il debito scende, attiveremo una nuova economia per lo sviluppo.
PESCARA. Un debito regionale di 3 miliardi e 500 milioni, con le Asl che hanno un deficit di 2 miliardi e 250 milioni. Una situazione economica che l’assessore al Bilancio della Regione, Carlo Masci definisce con una metafora: «La Regione è come un paziente grave, sappiamo che ce la farà ma per ora abbiamo bisogno di dagli sostegno. Tra due anni sarà guarito». Di un bilancio che eviti il crac della Regione si sta discutendo in questi giorni e domani la giunta dovrà dare il via libera.
Assessore Masci l’Abruzzo rischia la bancarotta?
«Abbiamo fatto quattro riunioni per trovare una soluzione che ci permetta di andare avanti nella linea del rigore, ora siamo alla svolta. Domani approveremo il bilancio 2010»
Cosa dicono le cifre?
«Emerge una situazione di sofferenza, abbiamo un documento economico che prevede entrate per 310 milioni di gettito fiscale e un fabbisogno di 400. Mancano all’appello 90 milioni che troveremo dalle economie vincolate e dallo Stato. Le cifre ci dicono che il debito scende con la possibilità di una inversione di rotta e un ritorno ad una economia sana».
Si sente ottimista o ha numeri a suo favore?
«Torneremo all’equilibrio di bilancio seguendo la strada della amministrazione rigorosa»
Come?
«Niente finanziamenti a pioggia, basta con nuovi debiti e non creando altri disavanzi. Una via imboccata nel 2009 e già si vedono gli effetti positivi».
Può indicarceli?
«Nella sanità, ad esempio, nel 2009 il disavanzo è sceso a 80 milioni, ma 40 sono state spese aggiuntive per il terremoto, soldi che il Governo ha promesso di ridarci, questo significa che nel 2010 azzereremo il disavanzo di 40 milioni. In altri versi stiamo rispettando gli impegni del piano di rientro del deficit delle Asl. Oggi abbiamo iniziato un circuito virtuoso e sappiamo che nel medio periodo superemo questa fase critica per portare in equilibrio i conti. Solo così possiamo liberare risorse che investiremo sul territorio per rilanciare lo sviluppo».
Lei parla del prossimo futuro in modo positivo ma nella realtà oggi la Regione e la giunta navigano a vista. Gli abruzzesi subiscono una pressione fiscale tra le più alte d’Italia. Quanto incassa dalle tasse la Regione Abruzzo?
«Abbiamo un gettito fiscale annuo che raggiunge i 320 milioni di euro. Ma queste entrate non bastano per far funzionare la macchina amministrativa che consuma 400 milioni tra spese fisse incomprimibili e inderogabili. Malgrado la pressione fiscale siamo ancora sotto e per chiudere il bilancio abbiamo utilizzato fondi delle economie vincolate. I problemi, infatti, non mancano»
Quali priorità si è data la giunta e il suo assessorato?
«Il primo problema è la sanità. Oggi spendiamo 2 miliardi 433 milioni di euro per le Asl annualmente. Il nuovo Piano sanitario che è in via di definizione prevede una forte razionalizzazione delle spese. Dobbiamo tener duro due anni, poi imposteremo il rilancio».
Ma con quali risorse la giunta regionale ipotizza il rilancio dell’economia?
«Il ruolo delle Regione in questi anni si è distorto nel senso che il Consiglio è un organo legislativo mentre la giunta deve provvedere a dare le linee guida strategiche per lo sviluppo dell’Abruzzo. Noi dobbiamo ritornare a questa missione. Le risorse per sostenere questo progetto ci sono, sono i fondi dello Stato e dell’Ue. Parliamo di due miliardi e mezzo di euro, che sono altra cosa rispetto ai fondi per la ricostruzione dell’Aquila».
Assessore Masci l’Abruzzo rischia la bancarotta?
«Abbiamo fatto quattro riunioni per trovare una soluzione che ci permetta di andare avanti nella linea del rigore, ora siamo alla svolta. Domani approveremo il bilancio 2010»
Cosa dicono le cifre?
«Emerge una situazione di sofferenza, abbiamo un documento economico che prevede entrate per 310 milioni di gettito fiscale e un fabbisogno di 400. Mancano all’appello 90 milioni che troveremo dalle economie vincolate e dallo Stato. Le cifre ci dicono che il debito scende con la possibilità di una inversione di rotta e un ritorno ad una economia sana».
Si sente ottimista o ha numeri a suo favore?
«Torneremo all’equilibrio di bilancio seguendo la strada della amministrazione rigorosa»
Come?
«Niente finanziamenti a pioggia, basta con nuovi debiti e non creando altri disavanzi. Una via imboccata nel 2009 e già si vedono gli effetti positivi».
Può indicarceli?
«Nella sanità, ad esempio, nel 2009 il disavanzo è sceso a 80 milioni, ma 40 sono state spese aggiuntive per il terremoto, soldi che il Governo ha promesso di ridarci, questo significa che nel 2010 azzereremo il disavanzo di 40 milioni. In altri versi stiamo rispettando gli impegni del piano di rientro del deficit delle Asl. Oggi abbiamo iniziato un circuito virtuoso e sappiamo che nel medio periodo superemo questa fase critica per portare in equilibrio i conti. Solo così possiamo liberare risorse che investiremo sul territorio per rilanciare lo sviluppo».
Lei parla del prossimo futuro in modo positivo ma nella realtà oggi la Regione e la giunta navigano a vista. Gli abruzzesi subiscono una pressione fiscale tra le più alte d’Italia. Quanto incassa dalle tasse la Regione Abruzzo?
«Abbiamo un gettito fiscale annuo che raggiunge i 320 milioni di euro. Ma queste entrate non bastano per far funzionare la macchina amministrativa che consuma 400 milioni tra spese fisse incomprimibili e inderogabili. Malgrado la pressione fiscale siamo ancora sotto e per chiudere il bilancio abbiamo utilizzato fondi delle economie vincolate. I problemi, infatti, non mancano»
Quali priorità si è data la giunta e il suo assessorato?
«Il primo problema è la sanità. Oggi spendiamo 2 miliardi 433 milioni di euro per le Asl annualmente. Il nuovo Piano sanitario che è in via di definizione prevede una forte razionalizzazione delle spese. Dobbiamo tener duro due anni, poi imposteremo il rilancio».
Ma con quali risorse la giunta regionale ipotizza il rilancio dell’economia?
«Il ruolo delle Regione in questi anni si è distorto nel senso che il Consiglio è un organo legislativo mentre la giunta deve provvedere a dare le linee guida strategiche per lo sviluppo dell’Abruzzo. Noi dobbiamo ritornare a questa missione. Le risorse per sostenere questo progetto ci sono, sono i fondi dello Stato e dell’Ue. Parliamo di due miliardi e mezzo di euro, che sono altra cosa rispetto ai fondi per la ricostruzione dell’Aquila».