Bls: Abruzzo in calo di competitività

Serafini: polo dell'innovazione Automotive una risposta adeguata alla crisi

PESCARA. «Il problema dell'Abruzzo è duplice: da un lato c'è una crisi di tipo congiunturale, e dall'altro c'è una carenza strutturale. Se sulla congiuntura in termini effettivi la possibilità di incidere è minima, interrogarsi sulle condizioni strutturali è invece indispensabile perché il posizionamento competitivo della regione è un elemento capace di incidere sul suo futuro». A parlare è Guido Serafini, direttore generale della Banca Popolare di Lanciano e Sulmona (Bls), che con 77 filiali, 630 addetti e circa 100mila clienti è una della realtà più dinamiche della regione.

«E' giusto interpellare tutti gli attori della scena economica ma non solo», aggiunge Serafini, «visto che il fenomeno della crisi coinvolge un po' tutti. La realtà è molto complessa, c'è bisogno di risposte adeguate, in grado di cambiare l'assetto strutturale e di rendere più competitivo il nostro territorio non solo dal punto di vista economico ma anche per la capacità dell'intero sistema di funzionare. Oggi operare in Abruzzo presenta elementi di difficoltà e il suo forte posizionamento a livello industriale può essere un elemento di criticità in un momento in cui l'intero sistema Italia ha una difficoltà competitiva. Una risposta adeguata in questo senso credo sia quella del campus Automotive in Val di Sangro». Serafini ricorda come la crisi abbia inciso in maniera profonda e come sia tuttora presente: «Il 2009 fu un anno molto negativo per la nostra regione, basti ricordare che in termini di variazione del Pil l'Abruzzo fece registrare un meno 6,9%, contro una media nazionale negativa del 5%. La crisi, avendo colpito maggiormente il settore industriale, in Abruzzo ha fatto ancora più male, visto che a livello di valore aggiunto regionale, l'incidenza dell'industria era del 32,2 per cento, mentre su scala nazionale era del 24,2%».

«Questa è una crisi che da finanziaria è diventata real», prosegue Serafini, «ovvero si è estesa a tutte le attività produttive, e come detto, la particolare incidenza dell'industria in Abruzzo ha reso il fenomeno ancora più consistente, basti pensare che rappresenta un terzo del valore aggiunto. E poi l'industria è una componente che da noi ha sempre sostenuto il livello generale dell'attività economica e che invece, da tre anni a questa parte, è entrata in contrazione sotto tutti i profili: fatturato, produzione e occupazione, riverberando intorno a sé questi effetti recessivi».

Ma molti problemi si sono generati anche per le famiglie: «La crisi nasce a monte, nelle attività produttive, poi è chiaro che nel tempo si riverbera a valle», spiega Serafini. «Abbiamo attuato tutte le iniziative di sostegno per favorire il superamento della crisi. Sono però azioni temporanee che hanno dato un beneficio per consentire alle famiglie di attraversare il periodo critico. Per avere un esito positivo avrebbero dovuto planare verso un fase di recupero del clima economico, che però, per adesso, purtroppo non c'è».

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