Case provvisorie in esubero, ora è scontro
Cialente agli altri sindaci: noi strangolati dalle richieste, nei paesi troppi alloggi in più
L’AQUILA. Pizzoli 63 moduli abitativi in più, Campotosto e Fossa 48 in più, Lucoli 40. Cagnano con 10 piattaforme ma nemmeno una casetta: lavori bloccati. E via via tutti gli altri. A sentire queste cifre, al sindaco Massimo Cialente, che non ha case da dare a coppie di anziani e a single, si drizzano i capelli. «Ma come? Io sto dicendo no a tutti, con tutti questi nemici attorno non potrò ricandidarmi nemmeno come amministratore del condominio e ci sono case in esubero? È pazzesco».
EMERGENZA CASE. Nel giorno dell’esordio dei nuovi sindaci eletti da 10 giorni (presenti, tra gli altri, Donato Circi di Cagnano Amiterno, Angela D’Andrea di Pizzoli, Walter Chiappini di Lucoli, Francesco Di Paolo di Barisciano, Fabio Camilli di Acciano e Fausto Fracassi di Ocre, che, comunque, non è un debuttante) il tema caldo del vertice sindaci-commissari-struttura di missione è ancora l’emergenza abitativa.
Cialente, che è anche vicecommissario per la ricostruzione, ascolta tranquillo, seduto accanto a Gianni Chiodi e al capo della struttura tecnica di missione Gaetano Fontana il lungo elenco di doglianze dei suoi colleghi dei centri minori. Un elenco sterminato. Si va dal mancato pagamento dei trasferimenti per l’autonoma sistemazione (ferma, per molti Comuni, a giugno 2009) alle diffide ricevute per non aver concesso finanziamenti alle seconde case dei non residenti; dal blocco dei lavori per chi ha chiesto il contributo diretto per le case B e C (consigliato, invece, il ricorso al finanziamento agevolato tramite banca) ai mancati rimborsi per le attività produttive al mancato avvio della rimozione delle macerie. Uno a uno i sindaci snocciolano un rosario che è lo stesso da 12 mesi. Poi, quando si parla di case in eccedenza, Cialente si scalda.
LE CASE IN PIÙ. Il sindaco è alle prese con una grave emergenza che tiene fuori qualcosa come 5mila persone. «In molte zone», attacca, «ci sono più Map del necessario. Un’ordinanza impone di comunicare il soprannumero alla struttura. L’Aquila ha 1439 Map in meno, mentre fuori Comune ce ne sono in più. Occhio, poi, ai criteri di assegnazione. La Finanza fa i controlli: emergono casi di doppie assegnazioni e nuclei che prima si sono uniti per avere un alloggio grande e poi sdoppiati chiedendone un secondo.
Prima di decidere se fare nuovi Map dobbiamo capire quanti ce ne sono già costruiti e non assegnati». «Meno se ne fanno, meglio è», concorda Chiodi, e così anche Fontana. «È grave», aggiunge il commissario, «se qualche Comune ha assegnato da solo case a gente residente altrove. Esempio: stiamo lavorando con l’Ater per rintracciare 1000 inquilini. Il rischio è la doppia assegnazione».
I NUMERI. Quando il sindaco di Lucoli dice di avere 40 Map in più e di ricevere ogni giorno richieste di gente che cambia idea e che chiede il passaggio da autonoma sistemazione ad alloggio, Cialente va una prima volta su tutte le furie. «Noi non diamo case-vacanza. Non si cambia nulla. Prima sistemare tutti, poi il resto». Poi è la volta di Cagnano. Il sindaco Circi, appena eletto, dice che nel suo Comune ci sono 10 piattaforme ma le case no: i lavori si sono interrotti ma stanno per riprendere.
Che fare? Costruire Map che non servono o no? Chiodi si mette le mani nei capelli: «Non fate nulla se non c’è domanda abitativa». Poi aggiunge: «Occhio che qui ci si scotta. La Corte dei Conti ci guarda. E ci guarderà». Poi è il turno di Pizzoli. Quando gli dicono che due giorni fa è stata assegnata, da quel Comune, una casa a una famiglia aquilana «senza rispettare la graduatoria», Cialente diventa paonazzo. «Se è vero è gravissimo. Qui rischiamo una rivolta e voi fate queste cose? Fermate tutto!». La replica: «Tutto in regola, concordato con la Protezione civile».
LE NOVITÀ. In arrivo il regolamento per i consorzi, oltre a un’ordinanza per le zone rosse. Si lavora anche al testo unico delle ordinanze, il vademecum per orientarsi nella giungla di norme.
LE DOMANDE DI CHIODI. «Quanti Comuni hanno risolto il problema macerie?». Risposta: «Nessuno». «Quanti non hanno soldi per l’autonoma sistemazione?». «Tutti». «Quanti non hanno i rimborsi per le imprese?». «Tutti». La ricostruzione è lontana. I commissari annotano.
EMERGENZA CASE. Nel giorno dell’esordio dei nuovi sindaci eletti da 10 giorni (presenti, tra gli altri, Donato Circi di Cagnano Amiterno, Angela D’Andrea di Pizzoli, Walter Chiappini di Lucoli, Francesco Di Paolo di Barisciano, Fabio Camilli di Acciano e Fausto Fracassi di Ocre, che, comunque, non è un debuttante) il tema caldo del vertice sindaci-commissari-struttura di missione è ancora l’emergenza abitativa.
Cialente, che è anche vicecommissario per la ricostruzione, ascolta tranquillo, seduto accanto a Gianni Chiodi e al capo della struttura tecnica di missione Gaetano Fontana il lungo elenco di doglianze dei suoi colleghi dei centri minori. Un elenco sterminato. Si va dal mancato pagamento dei trasferimenti per l’autonoma sistemazione (ferma, per molti Comuni, a giugno 2009) alle diffide ricevute per non aver concesso finanziamenti alle seconde case dei non residenti; dal blocco dei lavori per chi ha chiesto il contributo diretto per le case B e C (consigliato, invece, il ricorso al finanziamento agevolato tramite banca) ai mancati rimborsi per le attività produttive al mancato avvio della rimozione delle macerie. Uno a uno i sindaci snocciolano un rosario che è lo stesso da 12 mesi. Poi, quando si parla di case in eccedenza, Cialente si scalda.
LE CASE IN PIÙ. Il sindaco è alle prese con una grave emergenza che tiene fuori qualcosa come 5mila persone. «In molte zone», attacca, «ci sono più Map del necessario. Un’ordinanza impone di comunicare il soprannumero alla struttura. L’Aquila ha 1439 Map in meno, mentre fuori Comune ce ne sono in più. Occhio, poi, ai criteri di assegnazione. La Finanza fa i controlli: emergono casi di doppie assegnazioni e nuclei che prima si sono uniti per avere un alloggio grande e poi sdoppiati chiedendone un secondo.
Prima di decidere se fare nuovi Map dobbiamo capire quanti ce ne sono già costruiti e non assegnati». «Meno se ne fanno, meglio è», concorda Chiodi, e così anche Fontana. «È grave», aggiunge il commissario, «se qualche Comune ha assegnato da solo case a gente residente altrove. Esempio: stiamo lavorando con l’Ater per rintracciare 1000 inquilini. Il rischio è la doppia assegnazione».
I NUMERI. Quando il sindaco di Lucoli dice di avere 40 Map in più e di ricevere ogni giorno richieste di gente che cambia idea e che chiede il passaggio da autonoma sistemazione ad alloggio, Cialente va una prima volta su tutte le furie. «Noi non diamo case-vacanza. Non si cambia nulla. Prima sistemare tutti, poi il resto». Poi è la volta di Cagnano. Il sindaco Circi, appena eletto, dice che nel suo Comune ci sono 10 piattaforme ma le case no: i lavori si sono interrotti ma stanno per riprendere.
Che fare? Costruire Map che non servono o no? Chiodi si mette le mani nei capelli: «Non fate nulla se non c’è domanda abitativa». Poi aggiunge: «Occhio che qui ci si scotta. La Corte dei Conti ci guarda. E ci guarderà». Poi è il turno di Pizzoli. Quando gli dicono che due giorni fa è stata assegnata, da quel Comune, una casa a una famiglia aquilana «senza rispettare la graduatoria», Cialente diventa paonazzo. «Se è vero è gravissimo. Qui rischiamo una rivolta e voi fate queste cose? Fermate tutto!». La replica: «Tutto in regola, concordato con la Protezione civile».
LE NOVITÀ. In arrivo il regolamento per i consorzi, oltre a un’ordinanza per le zone rosse. Si lavora anche al testo unico delle ordinanze, il vademecum per orientarsi nella giungla di norme.
LE DOMANDE DI CHIODI. «Quanti Comuni hanno risolto il problema macerie?». Risposta: «Nessuno». «Quanti non hanno soldi per l’autonoma sistemazione?». «Tutti». «Quanti non hanno i rimborsi per le imprese?». «Tutti». La ricostruzione è lontana. I commissari annotano.
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