Catturato squalo bianco di due metri
«Cucciolo» di oltre un quintale pescato al largo di Ortona
TERMOLI. Poco più di due metri di lunghezza, circa 120 chili di peso, la pinna inconfondibile sul dorso grigio chiaro e quel “ghigno”, che sa di terrore, anche se è soltanto un cucciolo. “Lui” è uno squalo bianco pescato a 13 miglia al largo di Ortona. A tirare su questo raro ospite dell’Adriatico è stato un pescatore di Monopoli del peschereccio Sandokan III, della marineria di Termoli.
Lo squalo appartiene alla specie più “cattiva”, quella resa ancora più crudele dal film di Spielberg. «L’ho preso a tredici miglia al largo di Ortona», ripete il pescatore, Francesco Comes, subito in posa sulla sua preda, quasi a confortare coloro che avranno ancora il tempo di fare il bagno a riva. Tredici miglia sono quasi 24 chilometri, tanti in mare, e poco più in là delle acque internazionali. Tutto ciò comunque non basta per smorzare un fenomeno che si sta diffondendo, complice anche il cambiamento del clima e della temperatura del mare: la presenza degli squali nell’Adriatico.
Quello pescato ieri mattina è un “cucciolo” di un quintale e venti chili e lascia quindi intendere che da qualche parte ci devono pur essere i genitori. Lo squalo bianco è della famiglia dei Lamnidi, i pesci predatori più grandi della Terra. E’ diffuso in acque fredde o temperate, con concentrazioni al largo delle coste meridionali dell’Australia, del Sudafrica, della California e nel Mediterraneo centrale. «A me è capitato di prenderne uno anni fa, ed è sempre una bella soddisfazione», afferma il comandante del Sandokan III che racconta la pesca: «Appena l’ho visto impigliato ad un amo mentre si dibatteva non credevo ai miei occhi. All’inzio», ammette, «c’è stato qualche attimo di panico perché è difficile e pericoloso catturare un animale del genere, poi, assieme ai miei compagni lo abbiamo infilzato con un arpione e tirato su grazie a due ganci». Quella di ieri è stata tra l’altro una pesca super fortunata perché oltre allo squalo nelle reti c’erano diversi esemplari di varia grandezza di pescespada e verdesche. Il motopeschereccio ha attraccato di pomeriggio nel porto di Termoli e, appena ha scaricato lo squalo, è stato circondato da curiosi. Il comandante Francesco Comes e i marinai hanno quindi passato la notte a Termoli in attesa di uscire di nuovo in mare, lo squalo è stato invece portato a Polignano a Mare, che dista una decina di chilometri da Monopoli. Lì un grossista lo ha già fatto a pezzi e venduto alle pescherie.
Lo squalo appartiene alla specie più “cattiva”, quella resa ancora più crudele dal film di Spielberg. «L’ho preso a tredici miglia al largo di Ortona», ripete il pescatore, Francesco Comes, subito in posa sulla sua preda, quasi a confortare coloro che avranno ancora il tempo di fare il bagno a riva. Tredici miglia sono quasi 24 chilometri, tanti in mare, e poco più in là delle acque internazionali. Tutto ciò comunque non basta per smorzare un fenomeno che si sta diffondendo, complice anche il cambiamento del clima e della temperatura del mare: la presenza degli squali nell’Adriatico.
Quello pescato ieri mattina è un “cucciolo” di un quintale e venti chili e lascia quindi intendere che da qualche parte ci devono pur essere i genitori. Lo squalo bianco è della famiglia dei Lamnidi, i pesci predatori più grandi della Terra. E’ diffuso in acque fredde o temperate, con concentrazioni al largo delle coste meridionali dell’Australia, del Sudafrica, della California e nel Mediterraneo centrale. «A me è capitato di prenderne uno anni fa, ed è sempre una bella soddisfazione», afferma il comandante del Sandokan III che racconta la pesca: «Appena l’ho visto impigliato ad un amo mentre si dibatteva non credevo ai miei occhi. All’inzio», ammette, «c’è stato qualche attimo di panico perché è difficile e pericoloso catturare un animale del genere, poi, assieme ai miei compagni lo abbiamo infilzato con un arpione e tirato su grazie a due ganci». Quella di ieri è stata tra l’altro una pesca super fortunata perché oltre allo squalo nelle reti c’erano diversi esemplari di varia grandezza di pescespada e verdesche. Il motopeschereccio ha attraccato di pomeriggio nel porto di Termoli e, appena ha scaricato lo squalo, è stato circondato da curiosi. Il comandante Francesco Comes e i marinai hanno quindi passato la notte a Termoli in attesa di uscire di nuovo in mare, lo squalo è stato invece portato a Polignano a Mare, che dista una decina di chilometri da Monopoli. Lì un grossista lo ha già fatto a pezzi e venduto alle pescherie.