Cgil: legge per lo sviluppo in ritardo
Spina (Cisl): pochi i fondi disponibili, c'è bisogno anche di risorse locali
PESCARA. Una legge importante, arrivata in ritardo rispetto alle indicazioni dell'Unione europea, ma certamente utile per rilanciare la politiche di crescita in Abruzzo. Fa discutere la bozza del testo normativo consegnata venerdì scorso alla Consulta del Patto per lo Sviluppo.
«Arriviamo in ritardo», osserva il segretario della Cgil Abruzzo, Gianni Di Cesare, «e non c'è più tempo da perdere prima di vedere applicata una legge che sarà molto importante per avviare le politiche del Patto per l'Abruzzo. A cominciare dalle politiche industriali che puntano su innovazione e reti di impresa. C'è poi la vera novità che riguarda il Contratto di sviluppo locale (Csl) che, di fatto, sostituisce i vecchi accordi di programma. Naturalmente, abbiamo le nostre osservazioni da fare».
Sindacati e parti sociali hanno dieci giorni per formulare proposte di modifica o emendare alcune parti del testo normativo all'esame della Regione.
Cosa chiederà la Cgil? «La nuova legge», spiega Di Cesare, «servirà soprattutto ad assegnare le risorse finanziarie, ad esempio i fondi Fas, seguendo criteri di trasparenza. E se guardiamo nel dettaglio alla bozza che ci è stata consegnata, riteniamo che non sono ben sviluppate questioni cruciali come l'occupazione e l'ambiente. Quanto alla ricerca, va chiarito meglio il rapporto tra formazione e lavoro. Faccio un esempio: l'Europa ci consiglia di utilizzare strumenti di assunzione temporanea di personale per facilitare gli scambi di esperienze tra università e impresa. È questa una discussione di primaria importanza, che va approfondita». A preoccupare la Cgil è soprattutto il ruolo assegnato ad Abruzzo Sviluppo. «Si fa diventare Abruzzo Sviluppo», riprende De Cesare, «un soggetto che gestirà in modo molto esteso anche aspetti programmatori che, a nostro giudizio, non possono essere sottratti alla decisione politica. Non comprendiamo perché, da una parte, la Regione sceglie di ridurre le società in house con il taglio di agenzie e enti strutturali, dall'altra, affida un ruolo ridondante ad Abruzzo Sviluppo. Ci chiediamo con quali mezzi, personale e risorse si potrà chiedere ad Abruzzo Sviluppo di affrontare i compiti assegnati».
«Più che una bozza o disegno di legge», commenta il segretario generale della Cisl Abruzzo, Maurizio Spina, «si tratta di un ridisegno più complessivo, nel senso che questa legge punta a realizzare un nuovo modo di fare sviluppo in Abruzzo integrando alcuni strumenti legislativi definiti in questi ultimi mesi».
Spina allude alle riforme sui poli dell'innovazione, le reti di impresa, i consorzi industriali. E soprattutto sul modo come queste riforme saranno integrate ai nuovi strumenti previsti dalla legge sullo sviluppo. «Quando si parla di Contratto di sviluppo locale», è il parere del segretario Cisl, «s'interviene con un impegno chiaro e trasparente nella fase di assegnazione delle risorse, seguendo un percorso che assicuri una visione organica dello sviluppo regionale. E' questo un passaggio cruciale», sottolinea Spina, «anche perché in un momento di crisi economica e finanziaria come quello che stiamo attraversando i fondi disponibili sono scarsi, quindi bisognerà integrarli attingendo dalle risorse locali. Quali? Penso ai 101 milioni impegnati sul capitolo della sanità a causa della mancata vendita degli immobili delle Asl oppure alla possibilità di liberare terreni demaniali per creare nuove opportunità di lavoro per i giovani». La questione della scarsità di risorse è fondamentale a giudizio della Cisl. «I contratti di sviluppo nazionali», rimarca Spina, «hanno un budget limitato di 400 milioni di euro, ecco perché reperire risorse aggiuntive a livello locale diventa strategico per rendere effettivamente operativa la legge sullo sviluppo».
«Arriviamo in ritardo», osserva il segretario della Cgil Abruzzo, Gianni Di Cesare, «e non c'è più tempo da perdere prima di vedere applicata una legge che sarà molto importante per avviare le politiche del Patto per l'Abruzzo. A cominciare dalle politiche industriali che puntano su innovazione e reti di impresa. C'è poi la vera novità che riguarda il Contratto di sviluppo locale (Csl) che, di fatto, sostituisce i vecchi accordi di programma. Naturalmente, abbiamo le nostre osservazioni da fare».
Sindacati e parti sociali hanno dieci giorni per formulare proposte di modifica o emendare alcune parti del testo normativo all'esame della Regione.
Cosa chiederà la Cgil? «La nuova legge», spiega Di Cesare, «servirà soprattutto ad assegnare le risorse finanziarie, ad esempio i fondi Fas, seguendo criteri di trasparenza. E se guardiamo nel dettaglio alla bozza che ci è stata consegnata, riteniamo che non sono ben sviluppate questioni cruciali come l'occupazione e l'ambiente. Quanto alla ricerca, va chiarito meglio il rapporto tra formazione e lavoro. Faccio un esempio: l'Europa ci consiglia di utilizzare strumenti di assunzione temporanea di personale per facilitare gli scambi di esperienze tra università e impresa. È questa una discussione di primaria importanza, che va approfondita». A preoccupare la Cgil è soprattutto il ruolo assegnato ad Abruzzo Sviluppo. «Si fa diventare Abruzzo Sviluppo», riprende De Cesare, «un soggetto che gestirà in modo molto esteso anche aspetti programmatori che, a nostro giudizio, non possono essere sottratti alla decisione politica. Non comprendiamo perché, da una parte, la Regione sceglie di ridurre le società in house con il taglio di agenzie e enti strutturali, dall'altra, affida un ruolo ridondante ad Abruzzo Sviluppo. Ci chiediamo con quali mezzi, personale e risorse si potrà chiedere ad Abruzzo Sviluppo di affrontare i compiti assegnati».
«Più che una bozza o disegno di legge», commenta il segretario generale della Cisl Abruzzo, Maurizio Spina, «si tratta di un ridisegno più complessivo, nel senso che questa legge punta a realizzare un nuovo modo di fare sviluppo in Abruzzo integrando alcuni strumenti legislativi definiti in questi ultimi mesi».
Spina allude alle riforme sui poli dell'innovazione, le reti di impresa, i consorzi industriali. E soprattutto sul modo come queste riforme saranno integrate ai nuovi strumenti previsti dalla legge sullo sviluppo. «Quando si parla di Contratto di sviluppo locale», è il parere del segretario Cisl, «s'interviene con un impegno chiaro e trasparente nella fase di assegnazione delle risorse, seguendo un percorso che assicuri una visione organica dello sviluppo regionale. E' questo un passaggio cruciale», sottolinea Spina, «anche perché in un momento di crisi economica e finanziaria come quello che stiamo attraversando i fondi disponibili sono scarsi, quindi bisognerà integrarli attingendo dalle risorse locali. Quali? Penso ai 101 milioni impegnati sul capitolo della sanità a causa della mancata vendita degli immobili delle Asl oppure alla possibilità di liberare terreni demaniali per creare nuove opportunità di lavoro per i giovani». La questione della scarsità di risorse è fondamentale a giudizio della Cisl. «I contratti di sviluppo nazionali», rimarca Spina, «hanno un budget limitato di 400 milioni di euro, ecco perché reperire risorse aggiuntive a livello locale diventa strategico per rendere effettivamente operativa la legge sullo sviluppo».
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