«Chiodi a Roma sa farsi sentire»

Il senatore Piccone (Pdl): ben venga il contributo dell'opposizione

PESCARA. «Si sbaglia a dare per scontato che il governo non si preoccupa per l'Abruzzo, per carità chi vuole offrire elementi aggiuntivi ben venga, facciamolo insieme. Ma questi argomenti non possono essere agitati strumentalmente dall'opposizione».

Il senatore Filippo Piccone, coordinatore regionale del Pdl, scansa lo scetticismo dell'opposizione sulle risposte che potrà riscuotere a Roma il Patto per lo sviluppo nell'incontro di metà luglio con il governo. «Sono d'accordo quando si parla di azione comune», risponde, «ma si sbaglia quando si deve per forza sostenere che non ci sia un punto d'incontro».

Senatore, a Gianni Chiodi si rimprovera il fatto di andare a Roma "con il cappello in mano", si aspetta da lui più decisionismo. Lei come valuta i rapporti del governatore con Roma?
«Non è vero che Gianni non si imponga. Anche se è lecito attendersi sempre qualcosa di più, io non mi sento di bocciarlo. Ha assunto un profilo di grande fermezza su alcuni punti e un profilo di mediazione su altri, così come deve fare un governatore che si confronta con il governo».

In che occasione Chiodi è stato più deciso con Roma e quando più soft?
«Sulla ricostruzione Gianni è sempre stato abbastanza fermo, semmai siamo mancati noi sul territorio che ci abbiamo messo due anni per attivare le procedure. Quando invece parla di sanità, infrastrutture, turismo e sviluppo, la sua azione è abbastanza incisiva e di grande raccordo».

Il deputato pd Giovanni Lolli ha detto a Chiodi di fare sul serio.
«Lolli pensasse a fare la persona seria».

L'opposizione vuole entrare nel dialogo con Roma, lei è d'accordo?
«Rappresenterebbe un valore aggiunto. Sarebbe giusto farlo, ma da qui a dire che non è stato allacciato alcun dialogo con Roma ce ne passa».

Chi è il vostro punto di riferimento?
«Il sottosegretario Gianni Letta sicuramente, lo è il governo nel suo complesso. Chiodi sa bene come muoversi, semmai dobbiamo tutti stargli intorno in modo che sia più autorevole».

Considerata l'attuale situazione politica, non crede che il governo possa lasciar cadere le richieste dell'Abruzzo?
«Non credo che questo sia un pericolo, il governo continuerà a fare la sua opera».

Senatore, quali sono le priorità dell'Abruzzo?
«Il problema dei problemi è la ricostruzione, poi vengono le infrastrutture: strade, sviluppo economico, sostegno alle imprese. Nel Decreto sviluppo c'è una serie di misure utili all'Abruzzo».

Secondo lei, non è una priorità sciogliere società ed enti strumentali dai commissariamenti?
«Secondo me no, i commissari consentono di risparmiare sui costi della politica. La scelta del governatore di annettere tutte le agenzie e quindi di abbattere tutti i Cda mi sembra un atteggiamento consono oltre che un bel gesto».

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