Chiodi: Abruzzo unito a discutere il Patto
Oggi l'atteso vertice con il governo a Palazzo Chigi, il governatore è ottimista
PESCARA. Il giorno del tanto atteso incontro con il governo, per portare a Roma la Vertenza Abruzzo, è arrivato. Oggi pomeriggio alle 17:30, nella sala Verde di Palazzo Chigi, la delegazione regionale capitanata dal presidente Gianni Chiodi sarà accolta dal ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto, tra gli artefici nell'organizzazione dell'incontro.
Parteciperanno Altero Matteoli e Paolo Romani, rispettivamente ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello Sviluppo economico, con Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Prima del vertice appare tranquillo il governatore Chiodi, che spera di ottenere il miglior risultato possibile.
«Questo incontro è il risultato di un impegno preso con il Patto che acquisisce valore aggiunto. Affronteremo il governo», afferma il governatore dell'Abruzzo, «in un momento di generale difficoltà ma noi mostreremo un Abruzzo compatto, capace di fare squadra e superare gli steccati. Siamo comunque l'unica regione italiana ad aver ottenuto un confronto al quale per la prima volta parteciperanno i rappresentanti sindacali e di categoria».
Al tavolo romano, come stabilito nel documento finale della consulta del Patto per lo sviluppo, verranno presentate otto richieste per il rilancio e lo sviluppo dell'Abruzzo, con i quattro capisaldi riguardanti lo sblocco dei fondi Fas, circa 612 milioni di euro, la disponibilità delle risorse dell'Intesa quadro sulle Infrastrutture (altri 977 milioni), e del Masterplan (1 miliardo e 800 milioni di euro) oltre al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga che fornirebbe ulteriore ossigeno a imprese e lavoratori.
Una montagna di denaro, tre miliardi e 389 milioni di euro, attende di essere sbloccata per avviare iniziative programmate da tempo attorno al rilancio di una regione che, a causa del debito della sanità, non dispone di risorse nel bilancio ordinario. Associazioni datoriali e imprese hanno più volte sottolineato che i fondi comunitari restano l'unica fonte e l'ultima speranza per ridare fiato a un'economia fiaccata dagli ultimi tre anni di crisi.
Ma Chiodi va oltre il summit romano e indica le questioni di cui dovrà direttamente occuparsi la consulta del Patto per lo sviluppo: «Ho già anticipato che uno dei temi da affrontare sarà il sistema universitario dell'Abruzzo, perché bisogna saper immaginare il futuro della regione tra dieci anni e non rincorrere sempre le scelte come accaduto per l'alta velocità e i corridoi europei. Naturalmente non possiamo influire, vista l'autonomia degli atenei, ma come classe dirigente possiamo fare un'opera di persuasione per far capire quale sia la strada più giusta da percorrere. Dovremo interessarci tutti insieme anche della nuova programmazione europea, per far in modo che l'Abruzzo sia tra una delle fasce che consentono di ricevere maggiori benefici, per evitare quel che è successo con l'obiettivo 1: un esempio di incuria totale».
Parteciperanno Altero Matteoli e Paolo Romani, rispettivamente ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dello Sviluppo economico, con Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Prima del vertice appare tranquillo il governatore Chiodi, che spera di ottenere il miglior risultato possibile.
«Questo incontro è il risultato di un impegno preso con il Patto che acquisisce valore aggiunto. Affronteremo il governo», afferma il governatore dell'Abruzzo, «in un momento di generale difficoltà ma noi mostreremo un Abruzzo compatto, capace di fare squadra e superare gli steccati. Siamo comunque l'unica regione italiana ad aver ottenuto un confronto al quale per la prima volta parteciperanno i rappresentanti sindacali e di categoria».
Al tavolo romano, come stabilito nel documento finale della consulta del Patto per lo sviluppo, verranno presentate otto richieste per il rilancio e lo sviluppo dell'Abruzzo, con i quattro capisaldi riguardanti lo sblocco dei fondi Fas, circa 612 milioni di euro, la disponibilità delle risorse dell'Intesa quadro sulle Infrastrutture (altri 977 milioni), e del Masterplan (1 miliardo e 800 milioni di euro) oltre al rifinanziamento della cassa integrazione in deroga che fornirebbe ulteriore ossigeno a imprese e lavoratori.
Una montagna di denaro, tre miliardi e 389 milioni di euro, attende di essere sbloccata per avviare iniziative programmate da tempo attorno al rilancio di una regione che, a causa del debito della sanità, non dispone di risorse nel bilancio ordinario. Associazioni datoriali e imprese hanno più volte sottolineato che i fondi comunitari restano l'unica fonte e l'ultima speranza per ridare fiato a un'economia fiaccata dagli ultimi tre anni di crisi.
Ma Chiodi va oltre il summit romano e indica le questioni di cui dovrà direttamente occuparsi la consulta del Patto per lo sviluppo: «Ho già anticipato che uno dei temi da affrontare sarà il sistema universitario dell'Abruzzo, perché bisogna saper immaginare il futuro della regione tra dieci anni e non rincorrere sempre le scelte come accaduto per l'alta velocità e i corridoi europei. Naturalmente non possiamo influire, vista l'autonomia degli atenei, ma come classe dirigente possiamo fare un'opera di persuasione per far capire quale sia la strada più giusta da percorrere. Dovremo interessarci tutti insieme anche della nuova programmazione europea, per far in modo che l'Abruzzo sia tra una delle fasce che consentono di ricevere maggiori benefici, per evitare quel che è successo con l'obiettivo 1: un esempio di incuria totale».
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