Chiodi: non ho scelto io Mascazzini
"Sono sfortunato, ho dato un parere in base all'eccellente curriculum"
PESCARA. «Non c'è che dire, sono abbastanza sfortunato». Se la prende con la malasorte il presidente della Regione Gianni Chiodi. Ha appena appreso della notizia degli arresti di Gianfranco Mascazzini, l'ultimo (in ordine di tempo) commissario per l'Abruzzo, il 28º del lungo elenco. Mascazzini avrebbe dovuto gestire i 40 milioni di euro messi a disposizione dal governo per la difesa della costa e il dissesto idrogeologico ed era stato nominato appena 4 giorni fa. Chiodi è ironico. «Mi viene un po' da sorridere», ammette, «ancora una volta c'è un effetto negativo d'immagine per l'Abruzzo anche se non c'entriamo nulla. Mascazzini», tiene subito a precisare, «l'ha nominato il ministero dell'Ambiente».
Il governatore fa una sintesi dei giorni che hanno proceduto alla nomina. «C'era da accelerare le procedure per coordinare le varie attività coinvolte nel sistema idrogeologico dell'Abruzzo e durante un consiglio dei ministri è stato portato il nome di Mascazzini. È stato scelto e devo dire che, alla luce di quanto mi avevano spiegato, mi era apparsa una decisione corretta. Va poi a sapere delle inchieste...».
Presidente, che cosa gli era stato detto di Mascazzini?
«Mi era stato mandato il curriculum e le assicuro che è un curriulum davvero eccellente. Mascazzini ha ricoperto incarichi nel ministero dell'Ambiente che vanno oltre il significato politico, tant'è che è stato direttore con il centrosinistra».
E poi? Lei ha condiviso la scelta?
«No, quando si tratta di scegliere un commissario straordinario, alle Regioni non viene data l'opportunità di scegliere, viene fatta la cortesia di chiedere un parere e io quel parere l'ho dato sul curriculum, non sui fatti pregressi».
Anche perché lei Mascazzini già lo conosceva.
«L'ho visto nella prima fase della rimozione delle macerie all'Aquila, poi basta. L'ultima volta è stato ieri, mercoledì, al tavolo della Protezione civile a Roma, insieme ad altre quaranta persone. Lui era dall'altra parte del lavoro, non ho avuto modo di parlarci. Non so neanche quando sarebbe dovuto venire in Abruzzo».
Se Mascazzini non fosse stato arrestato, si dice che era in corsa per diventare commissario per le macerie: è vero?
«No, e poi per le macerie non serve un commissario, ma un soggetto attuatore, un responsabile che ha poteri operativi».
Ha già un nome?
«Premetto che la scelta la farò insieme al prefetto Tronca, è mia intenzione proporre qualcuno dei Vigili del fuoco».
Nel frattempo bisogna decidere il sostituto di Mascazzini.
«Avrò l'opportunità di chiedere un altro soggetto per il rischio idrogeologico, considerata l'emergenza. Sia ben chiaro, lungi da me l'idea di anticipare una qualche sentenza. Mascazzini, fino a prova contraria, resta una persona con un curriculum eccellente. Il suo caso mi ricorda quanto avvenuto nel periodo post terremoto, quando la Regione Lombardia nominò come soggetto attuatore della donazione per L'Aquila il direttore generale della società delle infrastrutture lombarde, della Regione, che venne poi indagato per altri fatti».
Che cosa successe?
«Niente, rimase in carica, e all'Aquila portò a termine il suo compito».
Il governatore fa una sintesi dei giorni che hanno proceduto alla nomina. «C'era da accelerare le procedure per coordinare le varie attività coinvolte nel sistema idrogeologico dell'Abruzzo e durante un consiglio dei ministri è stato portato il nome di Mascazzini. È stato scelto e devo dire che, alla luce di quanto mi avevano spiegato, mi era apparsa una decisione corretta. Va poi a sapere delle inchieste...».
Presidente, che cosa gli era stato detto di Mascazzini?
«Mi era stato mandato il curriculum e le assicuro che è un curriulum davvero eccellente. Mascazzini ha ricoperto incarichi nel ministero dell'Ambiente che vanno oltre il significato politico, tant'è che è stato direttore con il centrosinistra».
E poi? Lei ha condiviso la scelta?
«No, quando si tratta di scegliere un commissario straordinario, alle Regioni non viene data l'opportunità di scegliere, viene fatta la cortesia di chiedere un parere e io quel parere l'ho dato sul curriculum, non sui fatti pregressi».
Anche perché lei Mascazzini già lo conosceva.
«L'ho visto nella prima fase della rimozione delle macerie all'Aquila, poi basta. L'ultima volta è stato ieri, mercoledì, al tavolo della Protezione civile a Roma, insieme ad altre quaranta persone. Lui era dall'altra parte del lavoro, non ho avuto modo di parlarci. Non so neanche quando sarebbe dovuto venire in Abruzzo».
Se Mascazzini non fosse stato arrestato, si dice che era in corsa per diventare commissario per le macerie: è vero?
«No, e poi per le macerie non serve un commissario, ma un soggetto attuatore, un responsabile che ha poteri operativi».
Ha già un nome?
«Premetto che la scelta la farò insieme al prefetto Tronca, è mia intenzione proporre qualcuno dei Vigili del fuoco».
Nel frattempo bisogna decidere il sostituto di Mascazzini.
«Avrò l'opportunità di chiedere un altro soggetto per il rischio idrogeologico, considerata l'emergenza. Sia ben chiaro, lungi da me l'idea di anticipare una qualche sentenza. Mascazzini, fino a prova contraria, resta una persona con un curriculum eccellente. Il suo caso mi ricorda quanto avvenuto nel periodo post terremoto, quando la Regione Lombardia nominò come soggetto attuatore della donazione per L'Aquila il direttore generale della società delle infrastrutture lombarde, della Regione, che venne poi indagato per altri fatti».
Che cosa successe?
«Niente, rimase in carica, e all'Aquila portò a termine il suo compito».
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