Comune, l'assessore Teodoro lascia: patto non rispettato
L’assessore ai lavori pubblici si dimette. Il sindaco Mascia: "Nessuno è insostituibile". Maggioranza in crisi, se ne va anche il vice presidente del consiglio
PESCARA. «Il patto non è stato rispettato, ho consegnato le deleghe. L’accordo stretto il 15 luglio prevedeva Antonio Biase dirigente dei lavori pubblici, ma il sindaco Mascia non ha rispettato la parola data e quindi ho preso la mia decisione. Adesso non mi aspetto più nulla».
L’assessore Gianni Teodoro ha affidato alla posta prioritaria, a metà pomeriggio della giornata prima della vigilia di Natale, la decisione di consegnare le deleghe, quelle «pesanti», com’erano state definite il 15 luglio dal sindaco: ai Lavori pubblici e alla Polizia municipale.
Sono questi i principali incarichi che lascia l’assessore Gianni Teodoro accanto alle deleghe alle Grandi infrastrutture portuali e aeroportuali, al Demanio marittimo, alla Realizzazione programmi in accordo con i comuni limitrofi, alla Manutenzione dell’arredo e del verde urbano. Nella lettera inviata al sindaco Luigi Albore Mascia e al presidente del consiglio Licio Di Biase, c’erano invece le dimissioni di Massimiliano Pignoli da vice presidente del consiglio comunale e di Vincenzo Di Noi, presidente della commissione commercio, che tornano a sedere tra i banchi come consiglieri della Lista Teodoro. Dimissioni che lasciano il sindaco quasi imperturbabile e che, nel clima natalizio, gli danno il destro per una battuta: «Si dice che la notte porti consiglio e chissà che cosa può fare quella di Natale».
A poche ore dalle dimissioni, sia Teodoro sia il sindaco parlano di «correttezza», di «coerenza» e inquadrano la faccenda in un patto che non è stato tra gentiluomini. Lo strappo è partito da lontano, da quell’ingresso del «12esimo assessore»: Teodoro entrato in giunta con una settimana di ritardo, il 15 luglio, dopo giorni di incontri in cui si è stretto l’accordo. Antonio Biase, architetto, «stimato professionista», per ambedue i contendenti, doveva essere il nuovo dirigente ai lavori pubblici. E, allo scadere del contratto, il 31 dicembre, il dirigente avrebbe dovuto continuare per altri sei mesi per avere diritto al pensionamento.
«Questo era il patto», dice Teodoro, «e non è stato rispettato. E’ una questione di coerenza, di comportamenti corretti che non ci sono stati da parte del sindaco. Ecco perché ho deciso insieme a Pignoli e Di Noi. Mi stupisce che fino a qualche giorno fa lo stesso sindaco ripeteva che Biase era un professionista valido, tra i migliori e, invece, non ha fatto nulla».
«Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile e insostituibile», dice Mascia alla fine della giornata cominciata con gli auguri di Natale ai dipendenti. «Ho ripetuto che i dirigenti li nomino io perché, per legge, sono prerogativa del sindaco. E Biase termina il suo contratto e il suo mandato il 31 dicembre». Nessuno spiraglio anche per il sindaco, che conclude: «Il 2 gennaio nominerò un nuovo dirigente. Potrei concordarlo con Teodoro perché ritengo giusto che un assessore ai Lavori pubblici si trovi bene con il suo dirigente. Ma se a Teodoro non interessa partecipare, allora lo farò io da solo».
L’assessore Gianni Teodoro ha affidato alla posta prioritaria, a metà pomeriggio della giornata prima della vigilia di Natale, la decisione di consegnare le deleghe, quelle «pesanti», com’erano state definite il 15 luglio dal sindaco: ai Lavori pubblici e alla Polizia municipale.
Sono questi i principali incarichi che lascia l’assessore Gianni Teodoro accanto alle deleghe alle Grandi infrastrutture portuali e aeroportuali, al Demanio marittimo, alla Realizzazione programmi in accordo con i comuni limitrofi, alla Manutenzione dell’arredo e del verde urbano. Nella lettera inviata al sindaco Luigi Albore Mascia e al presidente del consiglio Licio Di Biase, c’erano invece le dimissioni di Massimiliano Pignoli da vice presidente del consiglio comunale e di Vincenzo Di Noi, presidente della commissione commercio, che tornano a sedere tra i banchi come consiglieri della Lista Teodoro. Dimissioni che lasciano il sindaco quasi imperturbabile e che, nel clima natalizio, gli danno il destro per una battuta: «Si dice che la notte porti consiglio e chissà che cosa può fare quella di Natale».
A poche ore dalle dimissioni, sia Teodoro sia il sindaco parlano di «correttezza», di «coerenza» e inquadrano la faccenda in un patto che non è stato tra gentiluomini. Lo strappo è partito da lontano, da quell’ingresso del «12esimo assessore»: Teodoro entrato in giunta con una settimana di ritardo, il 15 luglio, dopo giorni di incontri in cui si è stretto l’accordo. Antonio Biase, architetto, «stimato professionista», per ambedue i contendenti, doveva essere il nuovo dirigente ai lavori pubblici. E, allo scadere del contratto, il 31 dicembre, il dirigente avrebbe dovuto continuare per altri sei mesi per avere diritto al pensionamento.
«Questo era il patto», dice Teodoro, «e non è stato rispettato. E’ una questione di coerenza, di comportamenti corretti che non ci sono stati da parte del sindaco. Ecco perché ho deciso insieme a Pignoli e Di Noi. Mi stupisce che fino a qualche giorno fa lo stesso sindaco ripeteva che Biase era un professionista valido, tra i migliori e, invece, non ha fatto nulla».
«Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile e insostituibile», dice Mascia alla fine della giornata cominciata con gli auguri di Natale ai dipendenti. «Ho ripetuto che i dirigenti li nomino io perché, per legge, sono prerogativa del sindaco. E Biase termina il suo contratto e il suo mandato il 31 dicembre». Nessuno spiraglio anche per il sindaco, che conclude: «Il 2 gennaio nominerò un nuovo dirigente. Potrei concordarlo con Teodoro perché ritengo giusto che un assessore ai Lavori pubblici si trovi bene con il suo dirigente. Ma se a Teodoro non interessa partecipare, allora lo farò io da solo».