LA SENTENZA
Concessioni balneari, tra due anni si cambia: stop alla proroga
Il Consiglio di Stato dà il via alla libera concorrenza: spiagge e altri terreni del demanio andranno all'asta da gennaio del 2024
PESCARA. L'attuale regime di proroga delle concessioni sulle spiagge varrà solo fino al 31 dicembre 2023: dal giorno successivo non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza.
Il Consiglio di Stato, decidendo sul contenzioso tra amministrazioni locali e concessionari balneari, ha stabilito un termine perentorio, scaduto il quale «tutte le concessioni demaniali dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente se via sia - o meno - un soggetto subentrante nella concessione» e il settore sarà aperto alla concorrenza.
Gli imprenditori del settore lanciano l'allarme. «Si rende fortemente instabile un settore che conta circa un milione di lavoratori», dice Marco Maurelli presidente di Federbalneari Italia.
Secondo il Consiglio di Stato, il confronto concorrenziale, oltre ad essere imposto dal diritto Ue, «è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero» e contribuire «in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessita».
Bocciata, di fatto, la proroga per un quindicennio delle concessioni introdotta nel 2018 con la legge di Bilancio ma, «al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere», per consentire di predisporre i bandi e «nell'auspicio che il legislatore intervenga a riordinare la materia», le concessioni continueranno a essere efficaci per altri due anni.
«Le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero ancora disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, compresa la moratoria introdotta in correlazione con l'emergenza epidemiologica da Covid-19», ha stabilito il Consiglio di Stato, sono in contrasto con il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e con la direttiva Bolkestein.
LA NOTA DEL SIB ABRUZZO (SINDACATO ITALIANO BALNEARI)
“Ci riserviamo di leggere e approfondire con la dovuta attenzione le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali marittime - dice Riccardo Padovano, presidente Sib Abruzzo, "e successivamente valuteremo le iniziative da intraprendere per tutelare con tutte le nostre forze decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che oggi vedono a rischio il loro futuro e gli investimenti fatti".
"Possiamo però già dire che si tratta di una sentenza sconcertante prima ancora che sconvolgente in quanto si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali, anche costituzionali, a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto".
"E’ una sentenza persino imbarazzante in quanto da un lato è una sorta di “messa in mora” del legislatore, chiamato disciplinare le gare con modalità già stabilite, e dall’altro è evidente la sua lampante contraddittorietà in quanto il Consiglio di Stato afferma la contrarietà al diritto europeo delle proroghe disposte dal legislatore e dalla pubblica amministrazione in quanto “automatiche e generalizzate”, e nel contempo stabilisce una proroga altrettanto automatica e generalizzata però solo di due anni".
"In definitiva rivendica a sè ciò che, invece, non consente agli altri poteri dello Stato. Per cui alle proroghe del legislatore e dei Comuni adesso abbiamo anche quella dei giudici! Come abbiamo sempre chiesto: spetta al legislatore e non ai giudici trovare il giusto bilanciamento fra la tutela della concorrenza e quella dei diritti fondamentali dei concessionari, che con questa sentenza sembrano essere stati calpestati".