Confindustria: il Patto? È un primo passo
Angelucci: bene le opposizioni. Paolucci (Pd): ma non è una cambiale in bianco
PESCARA. «Non è un punto di arrivo, ma solo un punto di partenza». Lo dice il presidente di Confindustria Abruzzo Mauro Angelucci all'indomani della firma del Patto per l'Abruzzo tra Regione, sindacati, associazioni di imprese e parte dell'opposizone.
Angelucci, sottolinea in particolare il ruolo del Pd e del capogruppo in Consiglio regionale Camillo D'Alessandro (mentre sempre ieri l'Italia dei Valori ha precisato di non aver firmato il Patto, anche se ne riconosce l'importanza): «Se il Governo regionale ha svolto un ruolo di primaria importanza», dice il presidente regionale di Confindustria, «non va infatti sottaciuto e sottovalutato il grande impegno e senso di responsabilità che hanno saputo dimostrare ampi pezzi dell'opposizione e in particolare del suo maggiore partito che, in un momento di sicura difficoltà per la nostra regione e per il nostro Paese, ha subito accolto l'appello delle forze sociali a costruire un nuovo e più moderno percorso politico in Abruzzo, che superasse le divisioni e le preclusioni ideologiche a favore della concreta soluzione dei tanti problemi che gravano sulla regione».
«Tale eccezionale situazione», aggiunge Angelucci, «fa veramente ben sperare per il futuro della regione e della sua ripresa. Naturalmente, però, è proprio alle forze sociali, di categoria e sindacali, che va riconosciuto il merito di aver saputo mobilitare le migliori energie della Regione verso la soluzione dei problemi per la rinascita dell'Abruzzo, al di là degli interessi di parte, ideologici o corporativi. È un messaggio, che peraltro ha trovato eco in questi giorni anche con l'accorato appello del Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha richiamato la politica sul fatto che è possibile, si può e si deve, convergere su poche scelte chiare, su priorità condivise per crescere, creare lavoro, fare coesione sociale e proiezione internazionale. È quello che da oggi dovremo fare in Abruzzo tutti insieme, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni di ciascuna parte».
Il commento del Pd arriva attraverso il segretario regionale Silvio Paolucci: «Abbiamo sottoscritto il Patto per lo Sviluppo perché siamo al fianco delle forze imprenditoriali e sindacali abruzzesi, che hanno dimostrato grande senso di responsabilità nella grave crisi economica dell'Abruzzo. La nostra firma nasce dall'incontro fra le organizzazioni della nostra regione e il segretario nazionale Pier Luigi Bersani, dal lavoro del capogruppo Dario Franceschini e dall'impegno del gruppo consiliare alla Regione. Ma Chiodi sappia che la nostra non è una cambiale in bianco: in Consiglio regionale e fuori non permetteremo che Chiodi perda altro tempo».
Positivo il giudizio di Giovanni Imparato della Confsal, per il quale la firma del patto «è una linea programmatica che poi andrà sviluppata nel dettaglio, con interventi concreti da parte della Regione. Noi mettiamo in campo quelli che sono i nostri strumenti di visione e osservazione, poi è la politica che dovrà fare i fatti». (cr.re.)
Angelucci, sottolinea in particolare il ruolo del Pd e del capogruppo in Consiglio regionale Camillo D'Alessandro (mentre sempre ieri l'Italia dei Valori ha precisato di non aver firmato il Patto, anche se ne riconosce l'importanza): «Se il Governo regionale ha svolto un ruolo di primaria importanza», dice il presidente regionale di Confindustria, «non va infatti sottaciuto e sottovalutato il grande impegno e senso di responsabilità che hanno saputo dimostrare ampi pezzi dell'opposizione e in particolare del suo maggiore partito che, in un momento di sicura difficoltà per la nostra regione e per il nostro Paese, ha subito accolto l'appello delle forze sociali a costruire un nuovo e più moderno percorso politico in Abruzzo, che superasse le divisioni e le preclusioni ideologiche a favore della concreta soluzione dei tanti problemi che gravano sulla regione».
«Tale eccezionale situazione», aggiunge Angelucci, «fa veramente ben sperare per il futuro della regione e della sua ripresa. Naturalmente, però, è proprio alle forze sociali, di categoria e sindacali, che va riconosciuto il merito di aver saputo mobilitare le migliori energie della Regione verso la soluzione dei problemi per la rinascita dell'Abruzzo, al di là degli interessi di parte, ideologici o corporativi. È un messaggio, che peraltro ha trovato eco in questi giorni anche con l'accorato appello del Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha richiamato la politica sul fatto che è possibile, si può e si deve, convergere su poche scelte chiare, su priorità condivise per crescere, creare lavoro, fare coesione sociale e proiezione internazionale. È quello che da oggi dovremo fare in Abruzzo tutti insieme, nel rispetto dei ruoli e delle funzioni di ciascuna parte».
Il commento del Pd arriva attraverso il segretario regionale Silvio Paolucci: «Abbiamo sottoscritto il Patto per lo Sviluppo perché siamo al fianco delle forze imprenditoriali e sindacali abruzzesi, che hanno dimostrato grande senso di responsabilità nella grave crisi economica dell'Abruzzo. La nostra firma nasce dall'incontro fra le organizzazioni della nostra regione e il segretario nazionale Pier Luigi Bersani, dal lavoro del capogruppo Dario Franceschini e dall'impegno del gruppo consiliare alla Regione. Ma Chiodi sappia che la nostra non è una cambiale in bianco: in Consiglio regionale e fuori non permetteremo che Chiodi perda altro tempo».
Positivo il giudizio di Giovanni Imparato della Confsal, per il quale la firma del patto «è una linea programmatica che poi andrà sviluppata nel dettaglio, con interventi concreti da parte della Regione. Noi mettiamo in campo quelli che sono i nostri strumenti di visione e osservazione, poi è la politica che dovrà fare i fatti». (cr.re.)
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