L'Aquila

Consiglieri regionali, ecco chi ha preso Tfr e vitalizi

L’assemblea in carica chiede di anticipare il trattamento di fine rapporto Intanto gli uscenti hanno già incassato il loro e qualcuno anche la pensione

PESCARA. La storia è questa: mentre l’assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci, in affannosa carenza di liquidità, tenta di salvare gli stipendi dei dipendenti regionali (per il momento al sicuro), il Consiglio regionale vota una norma che permette ai ben pagati consiglieri di farsi anticipare il trattamento di fine rapporto maturato, senza addurre giustificazione alcuna. La norma è stata votata dal Consiglio regionale “fuori sacco” (in assenza del presidente Luciano D’Alfonso, dichiaratamente ostile al metodo, tanto da farne argomento di campagna elettorale) cioè senza discussione in commissione. Sabato D’Alfonso ha detto che non promulgherà la legge e che dunque il Tftr resterà nelle casse della Regione. Una posizione che trova d’accordo al momento il solo assessore Donato Di Matteo («Sono stato io a sollecitare D'Alfonso a prendere quella posizione») l’unico presente in assemblea a non votare il provvedimento, assieme ai consiglieri del Movimento 5 Stelle.

Di quanti soldi stiamo parlando? Nel bilancio di previsione 2014 del Consiglio regionale alla voce Trattamento di fine rapporto sono segnati 1 milione 550 mila euro su un bilancio complessivo di 29 milioni. Il Tfr viene calcolato è pari a un mese di indennità per ogni anno di mandato. Per capire di quanto si tratta andiamo a vedere i Tfr liquidati il 3 luglio scorso ai consiglieri regionali uscenti. Parliamo di cifre nette. Per i 5 anni di mandato hanno incassato 30.835 euro (pari a un lordo di 37mila) gli ex consiglieri Nicoletta Verì, Emiliano Di Matteo, Walter Di Bastiano, Nicola Argirò, Giuseppe Di Luca, Carlo Costantini, Gino Milano, Maurizio Acerbo, l’ex assessore Luigi De Fanis, Lanfranco Venturoni, Alessandra Petri, Riccardo Chiavaroli, Antonio Menna, Luciano Terra, Claudio Ruffini, Luca Ricciuti, Berardo Rabbuffo, Carlo Masci, Camillo Sulpizio, Antonio Saia, Emilio Nasuti, Giandonato Morra, Gianfranco Giuliante. Più consistenti altri Tfr per i consiglieri che hanno completato la seconda legislatura o parte della seconda legislatura: Daniela Stati 52.183 euro netti, Paolo Palomba 34.156 euro, Angelo Di Paolo 52.183 euro, Giovanni D’Amico 56.452, Franco Caramanico 55.504, Walter Caporale 52.183. Fa eccezione Nicola Mincone, consigliere per pochi mesi, che prende 4.901 euro. Nel frattempo undici ex consiglieri regionali hanno cominciato a incassare in questi mesi il vitalizio, cioè la pensione, una voce che nel bilancio complessivo della Regione pesa per 4,3 milioni di euro l’anno, comprese le pensioni di reversibilità per vedove o vedovi. I nuovi pensionati e i loro cedolini mensili lordi sono: Angelo Di Paolo (3.300 euro), Claudio Ruffini (1.911 euro), Cesare D’Alessandro (2.720 euro), Antonio Prospero (3.577 euro), Lanfranco Venturoni (1.813 euro), Alessandra Petri (1.813 euro), Gino Milano (2.017 euro), Walter Di Bastiano (1.911 euro), Camillo Sulpizio (2.385 euro), Gianfranco Giuliante (1.911 euro), e il più pagato di tutti, Giuseppe Tagliente: 5.008 euro al mese grazie ai 29 anni d’aula. Sono cifre grandi? piccole? giuste? ingiuste? Ognuno può farsi un’idea. Se a tutto questo aggiungiamo che i consiglieri regionali ci costano ogni anno 6 milioni in stipendi, abbiamo il quadro entro il quale è maturata la richiesta di alcuni, accolta dall’assemblea, di farsi anche anticipare il Tfr.

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