Consiglio, a scuola di buone intenzioni
Passa un documento che chiede al governo di coinvolgere i precari in progetti comunitari
L'AQUILA. Fare pressioni sul governo per ottenere una nuova deroga a favore della Regione Abruzzo, anche per il terremoto, e verificare se vi sia la possibilità di coinvolgere i precari della scuola nei progetti comunitari. Il consiglio regionale, nella riunione straordinaria sull'emergenza precari nell'anno scolastico 2010-2011, ha approvato ieri un documento carico di buone intenzioni.
Il via libera è passato a maggioranza, astenuti Rifondazione e Idv. In pratica, non avendo fondi a causa di un bilancio fortemente in rosso, a differenza di quanto accaduto nel 2009, la Regione non potrà assicurare interventi di contrasto a una realtà che vede oltre 1500 precari, tra docenti e personale Ata, che rischiano il posto in conseguenza della riforma Gelmini. Dopo le decisioni dell'Emiciclo, il futuro resta molto incerto.
Delusi i rappresentanti dei precari, e dei Cobas, che per tutto il pomeriggio hanno sperato in una schiarita. I Cobas hanno confermato lo sciopero generale e la protesta del 15 ottobre all'Aquila. Nello stesso mese, il 6 ottobre, ancora all'Aquila, è prevista la presenza a un convegno del portavoce nazionale Cobas-scuola, Piero Bernocchi.
Il dibattito è stato molto serrato con momenti di tensione sia tra i presenti e alcuni consiglieri regionali, sia tra esponenti delle opposizioni - Giuseppe Di Pancrazio (Pd) e Cesare D'Alessandro (Idv) - con l'assessore all'istruzione, Paolo Gatti. Il centrosinistra ha chiesto con forza di reperire risorse da settori non vitali.
«L'Abruzzo, a differenza di altre Regioni, non può intervenire per il vincolo finanziario legato al debito, oltre che al terremoto. «Nessuno chiede di togliere i fondi al sociale» spiega il capogruppo di Rifondazione, Maurizio Acerbo, «ma da voci non collegate a diritti essenziali: ci sono i circa 3 milioni del ministero destinati al villaggio della gioventù. In più bisognava esigere una deroga alla riforma Gelmini». Per Di Pangrazio, «l'Abruzzo deve ripartire dalla cultura e garantire un insegnamento etico, morale e idoneo ai nostri figli. Il che equivale a costruire un Abruzzo migliore. La Regione deve trovare i fondi, se si ha volontà, si trovano». Il consigliere dell'Idv, Gino Milano, ha auspicato che le due coalizioni lavorino insieme per trovare una soluzione non rinviabile.
Ma la maggioranza è rimasta ferma nel difendere l'azione di risanamento per non creare illusioni ai precari. «Negli ultimi 15 anni, quando la Regione non aveva soldi, si accendevano mutui e si spendevano 300 milioni di euro» spiega l'assessore Gatti. «Con il presidente Chiodi non si fa più così, con senso di responsabilità vogliamo mettere a posto i conti, non per la medaglietta ma per le future generazioni. Dire che si trovano cinque, dieci, venti milioni non è serio. Ai precari, che rispettiamo, bisogna dire cose vere senza illudere nessuno. Dobbiamo continuare la pressioni su governo e parlamento per le deroghe e utilizzare i progetti comunitari per creare delle chance».
Il consigliere del Pdl, Berardo Rabbuffo, sottolinea: «Il problema ci addolora però contrasta con le possibilità del bilancio regionale ma anche con la logica, perché gli alunni diminuiscono e i professori aumentano. La Regione s'impegna al massimo, come ha fatto lo scorso anno, ma non possiamo fare promesse che non si possono mantenere». Per il rappresentante dei Cobas, Ettore D'Incecco, «è un intervento molto debole, caratterizzato da genericità assolute e nessuna certezza».
Il via libera è passato a maggioranza, astenuti Rifondazione e Idv. In pratica, non avendo fondi a causa di un bilancio fortemente in rosso, a differenza di quanto accaduto nel 2009, la Regione non potrà assicurare interventi di contrasto a una realtà che vede oltre 1500 precari, tra docenti e personale Ata, che rischiano il posto in conseguenza della riforma Gelmini. Dopo le decisioni dell'Emiciclo, il futuro resta molto incerto.
Delusi i rappresentanti dei precari, e dei Cobas, che per tutto il pomeriggio hanno sperato in una schiarita. I Cobas hanno confermato lo sciopero generale e la protesta del 15 ottobre all'Aquila. Nello stesso mese, il 6 ottobre, ancora all'Aquila, è prevista la presenza a un convegno del portavoce nazionale Cobas-scuola, Piero Bernocchi.
Il dibattito è stato molto serrato con momenti di tensione sia tra i presenti e alcuni consiglieri regionali, sia tra esponenti delle opposizioni - Giuseppe Di Pancrazio (Pd) e Cesare D'Alessandro (Idv) - con l'assessore all'istruzione, Paolo Gatti. Il centrosinistra ha chiesto con forza di reperire risorse da settori non vitali.
«L'Abruzzo, a differenza di altre Regioni, non può intervenire per il vincolo finanziario legato al debito, oltre che al terremoto. «Nessuno chiede di togliere i fondi al sociale» spiega il capogruppo di Rifondazione, Maurizio Acerbo, «ma da voci non collegate a diritti essenziali: ci sono i circa 3 milioni del ministero destinati al villaggio della gioventù. In più bisognava esigere una deroga alla riforma Gelmini». Per Di Pangrazio, «l'Abruzzo deve ripartire dalla cultura e garantire un insegnamento etico, morale e idoneo ai nostri figli. Il che equivale a costruire un Abruzzo migliore. La Regione deve trovare i fondi, se si ha volontà, si trovano». Il consigliere dell'Idv, Gino Milano, ha auspicato che le due coalizioni lavorino insieme per trovare una soluzione non rinviabile.
Ma la maggioranza è rimasta ferma nel difendere l'azione di risanamento per non creare illusioni ai precari. «Negli ultimi 15 anni, quando la Regione non aveva soldi, si accendevano mutui e si spendevano 300 milioni di euro» spiega l'assessore Gatti. «Con il presidente Chiodi non si fa più così, con senso di responsabilità vogliamo mettere a posto i conti, non per la medaglietta ma per le future generazioni. Dire che si trovano cinque, dieci, venti milioni non è serio. Ai precari, che rispettiamo, bisogna dire cose vere senza illudere nessuno. Dobbiamo continuare la pressioni su governo e parlamento per le deroghe e utilizzare i progetti comunitari per creare delle chance».
Il consigliere del Pdl, Berardo Rabbuffo, sottolinea: «Il problema ci addolora però contrasta con le possibilità del bilancio regionale ma anche con la logica, perché gli alunni diminuiscono e i professori aumentano. La Regione s'impegna al massimo, come ha fatto lo scorso anno, ma non possiamo fare promesse che non si possono mantenere». Per il rappresentante dei Cobas, Ettore D'Incecco, «è un intervento molto debole, caratterizzato da genericità assolute e nessuna certezza».
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