«Controllo popolare su chi amministra»
Costantini: un’anagrafe degli eletti per sapere cosa possiedono, votano e decidono.
PESCARA. «Un’anagrafe degli eletti, così i cittadini sapranno tutto dell’uomo politico che hanno votato e che amministra la cosa pubblica». E’ la proposta di Carlo Costantini, capogruppo Idv alla Regione. L’esponente dipietrista si dichiara d’accordo con l’editorale del direttore Luigi Vicinanza, pubblicato ieri su il Centro, dal titolo: «Un patto etico contro gli scandali», dove per la politica, da destra a sinistra, so pone la «necessità di riscrivere le regole pubbliche. In maniera rigorosa con spirito di verità e sobrietà». «La proposta del direttore Vicinanza ha stimolato una mia riflessione e il rilancio di quelle idee già discusse dall’Italia dei valori», racconta Costantini, «l’obiettivo è poter dare al cittadino ogni strumento di controllo democratico sulle persone elette. In modo che dell’amministratore pubblico si sappia cosa possiede, cosa e cosa ha deciso».
Lo strumento per i dipietristi dovrà realizzare la trasparenza tra cittadino e amministratore pubblico è «l’anagrafe degli eletti». «Dove viene ricostruita non solo la situazione patrimoniale che deve essere estesa oltre il coniuge», puntualizza Costantini, «l’anagrafe deve riportare il comportamento dell’eletto nelle sue singole espressione di voto. Il direttore Vicinanza poneva il problema delle regole. Io dico che le regole sono aggirate perchè non comportando sanzioni penali. Regole che, tuttavia, incidono moltissimo sull’etica politica e sulla legittimità dei provvedimenti della pubblica amministrazione». Costantini fa alcuni esempi come quello delle società «in House», ossia enti pubblici al cento per cento, con amministratori pubblici che il più delle volte fanno assunzioni e appalti, in modo diretto. «Servono concorsi pubblici», sottolinea Costantini, «che non vengono fatti perchè nel nostro ordinamento regionale non ci sono previste norme o violazioni penali.
Così queste scelte personali pur non producendo illeciti penali producono effetti devastanti sulla gestione della cosa pubblica. Negli ultimi anni sono nate decine di società pubbliche solo per eludere le norme sui concorsi e in molti casi anche le norme sugli appalti». Capitolo ancora più delicato con un Abruzzo che procede sotto il peso del terremoto e della ricostruzione, è quello degli appalti. In questo caso per il capogruppo dell’Italia dei valori bisogna fare attenzione massima. «Troppo spesso per gli appalti l’ente pubblico sceglie procedure che lasciano una discrezionalità assoluta alle ente appaltante, anche al di fuori, delle specifiche previsioni della legge. Nessuno può sanzionare queste scelte e le aggiudicazioni degli appalti che però risultano pesantemente condizionati da giudizi soggettivi, piuttosto che dall’appliazione di formule oggettive».
Quindi la via obbligata, per l’Idv per avere una politica senza scandali, «è rafforzare i vincoli comportamentali di tipo etico e questo deve essere fatto dentro i partiti», fa presente Costantini, «l’Italia dei valori ha predisposto un proprio codice etico nelle istituzioni». Il tema delle «regole etiche» per i dipietristi e vasto e include anche molti ambiti. «I conflitti d’interesse che affliggono la gestione della cosa pubblica», scandisce Costantini ponendo esempi e interrogativi. «E’ possibile che i controllori, ossia i revisori dei conti siano nominati dai controllati. Dalla stessa maggioranza che deve essere controllata? E’ possibile che dirigenti pubblici che sono scelti da politici sono poi giudicati dagli stessi politici che hanno il potere di mandarli a casa? Forse il problema nasce con la riforma dell’istituto dell’abuso del codice penale», osserva infine Costantini, «prima molti comportamenti scorretti erano sanzionati penalmente oggi questi comportamenti sono integrati nel comune sentire come comportamenti legittimi per il semplice fatto che non sono più vietati».
Lo strumento per i dipietristi dovrà realizzare la trasparenza tra cittadino e amministratore pubblico è «l’anagrafe degli eletti». «Dove viene ricostruita non solo la situazione patrimoniale che deve essere estesa oltre il coniuge», puntualizza Costantini, «l’anagrafe deve riportare il comportamento dell’eletto nelle sue singole espressione di voto. Il direttore Vicinanza poneva il problema delle regole. Io dico che le regole sono aggirate perchè non comportando sanzioni penali. Regole che, tuttavia, incidono moltissimo sull’etica politica e sulla legittimità dei provvedimenti della pubblica amministrazione». Costantini fa alcuni esempi come quello delle società «in House», ossia enti pubblici al cento per cento, con amministratori pubblici che il più delle volte fanno assunzioni e appalti, in modo diretto. «Servono concorsi pubblici», sottolinea Costantini, «che non vengono fatti perchè nel nostro ordinamento regionale non ci sono previste norme o violazioni penali.
Così queste scelte personali pur non producendo illeciti penali producono effetti devastanti sulla gestione della cosa pubblica. Negli ultimi anni sono nate decine di società pubbliche solo per eludere le norme sui concorsi e in molti casi anche le norme sugli appalti». Capitolo ancora più delicato con un Abruzzo che procede sotto il peso del terremoto e della ricostruzione, è quello degli appalti. In questo caso per il capogruppo dell’Italia dei valori bisogna fare attenzione massima. «Troppo spesso per gli appalti l’ente pubblico sceglie procedure che lasciano una discrezionalità assoluta alle ente appaltante, anche al di fuori, delle specifiche previsioni della legge. Nessuno può sanzionare queste scelte e le aggiudicazioni degli appalti che però risultano pesantemente condizionati da giudizi soggettivi, piuttosto che dall’appliazione di formule oggettive».
Quindi la via obbligata, per l’Idv per avere una politica senza scandali, «è rafforzare i vincoli comportamentali di tipo etico e questo deve essere fatto dentro i partiti», fa presente Costantini, «l’Italia dei valori ha predisposto un proprio codice etico nelle istituzioni». Il tema delle «regole etiche» per i dipietristi e vasto e include anche molti ambiti. «I conflitti d’interesse che affliggono la gestione della cosa pubblica», scandisce Costantini ponendo esempi e interrogativi. «E’ possibile che i controllori, ossia i revisori dei conti siano nominati dai controllati. Dalla stessa maggioranza che deve essere controllata? E’ possibile che dirigenti pubblici che sono scelti da politici sono poi giudicati dagli stessi politici che hanno il potere di mandarli a casa? Forse il problema nasce con la riforma dell’istituto dell’abuso del codice penale», osserva infine Costantini, «prima molti comportamenti scorretti erano sanzionati penalmente oggi questi comportamenti sono integrati nel comune sentire come comportamenti legittimi per il semplice fatto che non sono più vietati».