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Coronavirus: stop ai cantieri? Il governo ferma la fuga in avanti dell'Abruzzo

Il ministro De Micheli s'impegna con il governatore affinché nel prossimo decreto legge sia inserita un'apposita norma sulla sicurezza dei lavoratori. Marsilio: "Se confermato non firmo l'ordinanza"

PESCARA. Il governo si è impegnato a inserire una norma apposita nel decreto legge in corso di approvazione a proposito del problema dei lavoratori dei cantieri edili. Se verrà confermata questa anticipazione la Regione Abruzzo rinuncerà all'ordinanza che aveva preparato la scorsa notte e con la quale si apprestava a dare o stop alle opere in costruzione, anche a quelle commissionate dai privati, disseminate nell’intero territorio regionale, in particolare all’Aquila, la città delle gru per la ricostruzione. Il goverano era intervenuto e aveva detto al presidente della Regione Marco Marsilio di soprassedere sull'ordinanza in attesa di un incontro in videoconferenza.

La riunione c'è stata nel pomeriggio ed il governo, rappresentato dai ministri De Micheli e Boccia, si è impegnato a inserire domani una norma apposita nel decreto legge in corso di approvazione con la quale le aziende, che non possono garantire il rispetto delle misure di protezione e sicurezza dei lavoratori, devono sospendere i lavori, "vedendosi riconosciuta la causa di forza maggiore e la cassa integrazione per gli operai". Si attende solo che le parti sociali condividano tale testo con il Governo entro stasera, approvando anche le relative linee guida. "Se verrà confermata questa anticipazione, fornita personalmente dal ministro De Micheli verranno quindi soddisfatte le esigenze e le condizioni poste dalla Regione Abruzzo, tese a tutelare la salute pubblica e la serenità di imprese, maestranze e cittadini rendendo così superflua l’emanazione di un apposita ordinanza regionale", commenta Marsilio pronto eventualmente a non emanare l'ordinanza regionale.

L’ordinanza, preparata nella notte dal Dipartimento regionale Governo del territorio, diretto da Pierpaolo Pescara, dava a migliaia di imprese un lasso di tempo comunque di tre giorni per mettere in sicurezza i cantieri prima di mandare a casa gli operai. Previste deroghe per quei lavori di somma urgenze, dovuti a movimenti franosi, o che rientrano in interventi di protezione civile, come i cantieri sulle autostrade A24, A25 e A14. Il motivo dello stop ai cantieri è collegato all’ultimo decreto Conte che impone il divieto di spostamenti per evitare l’aumento dei contagi e vale fino alla validità dello stesso decreto (per ora fino al 25 marzo).

In una nota successiva la Regione aveva fatto notare che il governatore aveva ricevuto forti sollecitazioni dal Governo affinché soprassedesse dall'intento di emanare l’ordinanza, con la richiesta di attendere l'esito del confronto in corso oggi, venerdi 13 marzo, tra il Presidente Conte e le parti sociali. Marsilio aveva chiesto alle parti sociali e sindacali, che avevano ricevuto la bozza dell'ordinanza, di esprimere le loro osservazioni, di fare in parallelo la medesima opera di confronto e valutazione con le rappresentanze nazionali presenti al tavolo, per poter fornire a Conte elementi utili ai fini della decisione finale.

“L’interesse della salute pubblica si pone al di sopra di qualunque altro interesse. Ance L’Aquila è dunque pronta ad allinearsi ai ultimi provvedimenti regionali, se questo può aiutare a fermare la diffusione del virus e a salvaguardare dal rischio i nostri concittadini”: così il presidente dell'associazione costruttori L’Aquila Adolfo Cicchetti si è espresso sui provvedimenti urgenti del governatore sul fermo di tutte le attività dell’edilizia, compresi i cantieri della ricostruzione.

“Questa scelta radicale – ha precisato il presidente dei costruttori - prescinde ovviamente dalla tutela di tutte le maestranze che vedono in questo modo sfumare per tutto il periodo dell’emergenza, che oggi non ci è possibile quantificare, una fonte di guadagno essenziale per la sussistenza familiare. Andranno previste misure di sostegno anche per tutte le piccole e piccolissime imprese, ma non solo, che a causa del fermo dovranno effettuare drastiche riprogrammazioni aziendali. Le esigenze della categoria sostenute da tutto il nostro sistema associativo, per questa infausta fase economica del Paese, risiedono in tre punti fondamentali: l’ampliamento delle possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali anche al settore edile; la sospensione di tutti gli adempimenti tributari e previdenziali in scadenza; la garanzia di liquidità alle imprese anche con il pagamento immediato di tutti i lavori in corso".

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