«Così stiamo difendendo i nostri diritti»
Studenti del Michetti e del liceo D’Annunzio dopo l’autogestione
PESCARA. La protesta degli studenti contro la riforma voluta dal ministro Gelmini dilaga tra le scuole superiori e si sdoppia su due fronti: da una parte le manifestazioni di dissenso sulla rivoluzione varata dal governo nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università, dall’altra il «no» all’accorpamento dell’istituto Michetti all’Itc Aterno annunciato dall’amministrazione provinciale, che per effetto della riforma sarà costretta ad un piano di tagli per le scuole con meno di 500 studenti iscritti.
Tutte le scuole hanno annunciato la loro partecipazione alla manifestazione di protesta prevista per questo pomeriggio in piazza Sacro cuore. Al liceo classico D’Annunzio i ragazzi hanno proclamato lo stato di autogestione lunedì scorso. Studenti riuniti in cortile e «lezioni» all’aperto per approfondire i contenuti della riforma Gelmini, gruppi di lavoro impegnati nella realizzazione di vignette, riflessioni sul mondo della scuola «a trecentosessanta gradi» dicono i ragazzi per sottolineare che la protesta contro la nuova scuola voluta dal ministero dell’Istruzione accomuna tutti.
«Il classico contesta in modo intelligente. Autogestione: ma in realtà cos’è? Una perdita di tempo? Un modo per saltare le lezioni? No. Solidarietà tra noi alunni e professori uniti da un interesse comune: difendere i nostri diritti» spiegano gli studenti nei documenti redatti nelle ore di protesta sottratte alle lezioni «pur salvaguardando il diritto allo studio per quanti non volessero partecipare» chiariscono i ragazzi di via Venezia, che questa mattina dovrebbero tornare sui banchi.
Da lunedì è in autogestione anche l’istituto Michetti, che martedì ha ricevuto la doccia fredda dell’accorpamento all’Aterno perché i suoi studenti non raggiungono quota 500. Ieri mattina i ragazzi della scuola di via Vespucci si sono riuniti in assemblea straordinaria ospitando anche una rappresentanza di colleghi dell’istituto di via dei Sabini per discutere dell’ipotesi di unire le due scuole, e una delegazione dell’alberghiero De Cecco «in segno di solidarietà».
«Non c’è una struttura che possa ospitare entrambi gli istituti» fanno sapere i rappresentanti d’istituto del Michetti. «A noi mancano già i laboratori, cosa succederebbe se trasferissero nella nostra sede anche l’Aterno? Non ci sarebbero spazi adeguati neanche per gli studenti diversamente abili» denunciano i ragazzi, che oggi dovrebbero tornare in classe. Lezioni regolari, invece, all’istituto Aterno, dove qualche tentativo di protesta è caduto nel vuoto.
Tutte le scuole hanno annunciato la loro partecipazione alla manifestazione di protesta prevista per questo pomeriggio in piazza Sacro cuore. Al liceo classico D’Annunzio i ragazzi hanno proclamato lo stato di autogestione lunedì scorso. Studenti riuniti in cortile e «lezioni» all’aperto per approfondire i contenuti della riforma Gelmini, gruppi di lavoro impegnati nella realizzazione di vignette, riflessioni sul mondo della scuola «a trecentosessanta gradi» dicono i ragazzi per sottolineare che la protesta contro la nuova scuola voluta dal ministero dell’Istruzione accomuna tutti.
«Il classico contesta in modo intelligente. Autogestione: ma in realtà cos’è? Una perdita di tempo? Un modo per saltare le lezioni? No. Solidarietà tra noi alunni e professori uniti da un interesse comune: difendere i nostri diritti» spiegano gli studenti nei documenti redatti nelle ore di protesta sottratte alle lezioni «pur salvaguardando il diritto allo studio per quanti non volessero partecipare» chiariscono i ragazzi di via Venezia, che questa mattina dovrebbero tornare sui banchi.
Da lunedì è in autogestione anche l’istituto Michetti, che martedì ha ricevuto la doccia fredda dell’accorpamento all’Aterno perché i suoi studenti non raggiungono quota 500. Ieri mattina i ragazzi della scuola di via Vespucci si sono riuniti in assemblea straordinaria ospitando anche una rappresentanza di colleghi dell’istituto di via dei Sabini per discutere dell’ipotesi di unire le due scuole, e una delegazione dell’alberghiero De Cecco «in segno di solidarietà».
«Non c’è una struttura che possa ospitare entrambi gli istituti» fanno sapere i rappresentanti d’istituto del Michetti. «A noi mancano già i laboratori, cosa succederebbe se trasferissero nella nostra sede anche l’Aterno? Non ci sarebbero spazi adeguati neanche per gli studenti diversamente abili» denunciano i ragazzi, che oggi dovrebbero tornare in classe. Lezioni regolari, invece, all’istituto Aterno, dove qualche tentativo di protesta è caduto nel vuoto.