Crolli, inchiesta a una svolta
Sono state depositate le consulenze sulla Casa dello studente, sul convitto nazionale e sull'ospedale. Il pm Rossini: tra pochi giorni gli avvisi di garanzia
L’AQUILA. L’inchiesta sui crolli è a una svolta. Entro pochi giorni verranno inviate le prime informazioni di garanzia sulla scorta delle prime perizie da ieri in mano alla procura aquilana.
I SOSPETTATI. Nel mirino ci sono decine di persone, ovvero tutti i componenti della «filiera»: da chi ha realizzato gli edifici, ai progettisti, a chi ha rilasciato le autorizzazioni o ha effettuato (male) i controlli sulla stabilità sugli edifici crollati il 6 aprile scorso dove ci sono state vittime. Ma anche chi è responsabile di allarmi non dati.
Tra le perizie già presentate, come ha confermato lo stesso procuratore capo Alfredo Rossini, quelle sulla Casa dello studente, diventata uno dei simboli della tragedia con otto morti, dell’ospedale e del Convitto nazionale. «Essendo state depositate le perizie che presumibilmente hanno identificato delle responsabilità», ha commentato il magistrato, «noi iscriveremo i presunti responsabili nel registro degli indagati nei primi giorni di ottobre. Già abbiamo avuto per i siti rilevanti il deposito delle nostre consulenze. Altre arriveranno dopo perché i siti sono molti». E secondo il magistrato gli interrogatori potrebbero iniziare già all’inizio della prossima settimana. Secondo quanto è trapelato sarebbero emersi dei problemi di stabilità strutturale per quanto riguarda la Casa dello studente e per il San Salvatore.
LE PRIORITA’. «Sulla Casa dello studente, sull’ospedale, sul Convitto nazionale», ha commentato il pm, «è stata data una priorità. C’é gente qui che aspetta la verità, vuol sapere come sono andate le cose, perché naturalmente hanno visto morire i loro cari e subito si sono chiesti come mai sia successo tutto questo. Su questo aspetto noi stiamo accertando le responsabilità e ci troviamo molto avanti».
I DATI. L’inchiesta sui crolli, affidata anche al pm Fabio Picuti che poi si dipanerà in più filoni, poggia su circa duecento edifici sequestrati e ha comportato da parte della polizia giudiziaria circa 150 interrogatori di persone informate sui fatti. Sono stati prelevati quintali di materiali edili poi sottoposti ad esame dai consulenti.
I REATI. Naturalmente le imputazioni, quanto verranno ascritte, saranno molteplici visto che le posizioni degli accusati saranno sovente diverse tra loro. Si va comunque dal disastro colposo all’omicidio colposo plurimo. Ma lo stesso procuratore capo ha ipotizzato che gli atti processuali potrebbero indurlo anche a contestare in qualche caso reati di natura dolosa. Rossini, dunque, non esclude il dolo eventuale: ovvero quando si attua una condotta illecita per la quale si accetta il rischio di causare un certo evento.
APPALTI E MAFIA. Rossini ha anche fatto il punto sugli appalti per la ricostruzione affermando che ci sono controlli minuziosi sulle le società impegnate nelle attività di ricostruzione post-terremoto, verificando segnalazioni su infiltrazioni malavitose e documenti. «Abbiamo diversi procedimenti in corso e stiamo assegnando anche i sostituti applicati presso la Procura distrettuale antimafia» ha affermato in proposito Rossini, «ci sono state tante comunicazioni di persone, di famiglie mafiose che fanno parte delle società impegnate nella ricostruzione». Ma ha anche aggiunto che la presenza di personaggi sospetti non vuol dire che per forza ci sia una associazione di stampo mafioso, pur non negando che iniziative di infiltrazioni sono in atto. L’attività di prevenzione è comunque svolta da un comitato coordinato dal prefetto dell’Aquila, Franco Gabrielli.
I SOSPETTATI. Nel mirino ci sono decine di persone, ovvero tutti i componenti della «filiera»: da chi ha realizzato gli edifici, ai progettisti, a chi ha rilasciato le autorizzazioni o ha effettuato (male) i controlli sulla stabilità sugli edifici crollati il 6 aprile scorso dove ci sono state vittime. Ma anche chi è responsabile di allarmi non dati.
Tra le perizie già presentate, come ha confermato lo stesso procuratore capo Alfredo Rossini, quelle sulla Casa dello studente, diventata uno dei simboli della tragedia con otto morti, dell’ospedale e del Convitto nazionale. «Essendo state depositate le perizie che presumibilmente hanno identificato delle responsabilità», ha commentato il magistrato, «noi iscriveremo i presunti responsabili nel registro degli indagati nei primi giorni di ottobre. Già abbiamo avuto per i siti rilevanti il deposito delle nostre consulenze. Altre arriveranno dopo perché i siti sono molti». E secondo il magistrato gli interrogatori potrebbero iniziare già all’inizio della prossima settimana. Secondo quanto è trapelato sarebbero emersi dei problemi di stabilità strutturale per quanto riguarda la Casa dello studente e per il San Salvatore.
LE PRIORITA’. «Sulla Casa dello studente, sull’ospedale, sul Convitto nazionale», ha commentato il pm, «è stata data una priorità. C’é gente qui che aspetta la verità, vuol sapere come sono andate le cose, perché naturalmente hanno visto morire i loro cari e subito si sono chiesti come mai sia successo tutto questo. Su questo aspetto noi stiamo accertando le responsabilità e ci troviamo molto avanti».
I DATI. L’inchiesta sui crolli, affidata anche al pm Fabio Picuti che poi si dipanerà in più filoni, poggia su circa duecento edifici sequestrati e ha comportato da parte della polizia giudiziaria circa 150 interrogatori di persone informate sui fatti. Sono stati prelevati quintali di materiali edili poi sottoposti ad esame dai consulenti.
I REATI. Naturalmente le imputazioni, quanto verranno ascritte, saranno molteplici visto che le posizioni degli accusati saranno sovente diverse tra loro. Si va comunque dal disastro colposo all’omicidio colposo plurimo. Ma lo stesso procuratore capo ha ipotizzato che gli atti processuali potrebbero indurlo anche a contestare in qualche caso reati di natura dolosa. Rossini, dunque, non esclude il dolo eventuale: ovvero quando si attua una condotta illecita per la quale si accetta il rischio di causare un certo evento.
APPALTI E MAFIA. Rossini ha anche fatto il punto sugli appalti per la ricostruzione affermando che ci sono controlli minuziosi sulle le società impegnate nelle attività di ricostruzione post-terremoto, verificando segnalazioni su infiltrazioni malavitose e documenti. «Abbiamo diversi procedimenti in corso e stiamo assegnando anche i sostituti applicati presso la Procura distrettuale antimafia» ha affermato in proposito Rossini, «ci sono state tante comunicazioni di persone, di famiglie mafiose che fanno parte delle società impegnate nella ricostruzione». Ma ha anche aggiunto che la presenza di personaggi sospetti non vuol dire che per forza ci sia una associazione di stampo mafioso, pur non negando che iniziative di infiltrazioni sono in atto. L’attività di prevenzione è comunque svolta da un comitato coordinato dal prefetto dell’Aquila, Franco Gabrielli.