D'Amico: hanno stravolto la mia legge

«Problemi per la copertura Le dimissioni? Non decido io»

L’AQUILA. «La mia assenza? Se mi avessero chiamato a riferire sulla lettera, sarei andato». Così l’assessore regionale al Bilancio Giovanni D’Amico risponde alle accuse di assenteismo del centrodestra in consiglio regionale e alle richieste di dimissioni.

«Ma non potevo partecipare alla seduta», continua «perché come assessore non potevo ratificare il testo dell’Omnibus stravolto dalla commissione Bilancio rispetto a quello licenziato dalla Giunta. Sull’argomento, mi ero già espresso in una riunione di maggioranza, si è ritenuto di andare avanti, quindi, non potevo andare a ratificare il documento». «Un documento stravolto e con l’inserimento di provvedimenti che potrebbero non trovare la copertura».

«La situazione è difficile», continua l’assessore D’Amico riferendosi ai 65 milioni di buco denunciato dalla sua lettera, «e se non affrontata con il giusto rigore e la giusta qualità della spesa, rischia di diventare ingovernabile. La somma da coprire è legata alle clausole del piano di risanamento sulla sanità concordato con il Governo, approvato dalla Giunta regionale e dal Consiglio».

Nel merito della questione sollevata dalla lettera e sul caso politico scoppiato in consiglio (agli attacchi del centrodestra L’Unione ha risposto con un imbarazzato silenzio) l’assessore sarà più preciso domani: «Leggeremo il testo approvato e lo commisureremo con i provvedimenti legislativi e di bilancio. Comunque, il rischio di una indisponibilità dei fondi è reale: tra l’altro, oltre agli elenchi, sarebbero state inserite altre voci di spesa. Attendo di verificare anche lo stralcio di provvedimenti sulla Sanità concordati da Mazzocca con il Governo.

Se così fosse, si dovrebbe tornare con un nuovo provvedimento in Consiglio. Le dimissioni? E’ una questione che compete al presidente Del Turco e alla maggioranza. Valuteremo legislativamente e finanziariamente per poi riferire al presidente della Giunta, e se lo riterranno i consiglieri, al Consiglio regionale». Tornando al Consiglio regionale, i lavori conclusi nella notte tra venerdì e sabato sono stati in linea con la confusione e l’approssimazione organizzativa che ha caratterizzati i quattro giorni di continui rinvii della seduta per lasciare il posto ad improduttive riunioni.

Durante i lavori più di un consigliere si è lamentato per non avere i documenti sui quali si stava discutendo. Soprattutto per gli emendamenti alla “omnibus”. Alla fine, sia pure tra le polemiche e la confusione, la maggioranza di centrosinistra ha votato la manovra di bilancio e i finanziamenti a pioggia ai comuni e qualche parrocchia. Ma a settembre come già chiesto dal capogruppo dell’Italia dei Valori, Bruno Evangelista e da Rifondazione comunista (vedi di lato) ci sarà bisogno di una verifica di maggioranza «per ridare nuovo slancio all’azione amministrativa».