progetto erasmus
Da Pescara alla Norvegia inseguendo un sogno
Giorgia Sulli ha scelto la cittadina norvegese di Volda per il suo Erasmus «Ho trovato un sistema di formazione molto aperto e amici da tutto il mondo»
PESCARA. “The place you'll never forget”: così recita l'home page del Volda University College, l'università norvegese che Giorgia Sulli, studentessa di Pescara classe '94, ha scelto di frequentare per diventare giornalista. E di sicuro lei non la dimenticherà mai…
Iscritta al secondo anno della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università degli Studi di Teramo, dopo aver conseguito il diploma di maturità classica al Liceo G. D'Annunzio di Pescara, Giorgia è affascinata da tutto ciò che riguarda la comunicazione: «Volendo diventare una giornalista sapevo di dover conoscere le lingue e di dover fare molta pratica. Credo che ciò che mi abbia dato lo slancio per partire sia stato il discorso del mio professore di Comunicazione d'impresa Christian Corsi il primo giorno di lezione: “Se avete un sogno dovete impegnarvi per realizzarlo, non ci sono scuse, non c'è tempo, andate fuori, aprite la vostra mente, non abbiate paura”. Così il primo anno di corso ho letto il bando Erasmus dell'università e ho deciso di partire per Volda, una piccola città al nord della Norvegia, sui fiordi, per studiare "Media and Journalism" presso l'Università di Volda". La Norvegia oggi vanta un sistema universitario competitivo in Europa ed è una meta sempre più ambita per studiare all'estero, infatti attualmente circa 10.000 studenti stranieri sono iscritti al sistema di formazione norvegese. L'università è gratis solo se si ha la cittadinanza oppure si è uno studente Erasmus, quindi con una borsa di studio come quella di Giorgia si può studiare senza pagare la frequenza ai corsi né l'iscrizione. L'Ateneo teramano ogni anno mette a disposizione un bando Erasmus Studio per gli studenti che a partire dalla seconda annualità vogliono fare un'esperienza di studio all'estero da un minimo di 3 ad un massimo di 12 mesi. Il bando prevede un elenco di Università disponibili a seconda della facoltà e del corso di studi e una sovvenzione economica da parte dell'Unione Europea di circa 280 euro al mese che varia in base alla fascia di reddito.
Volda è una tranquilla cittadina di circa 8.300 abitanti, che vive di pesca ed agricoltura e non è di certo una località molto turistica. Cosa l'ha resa così attraente da scegliere di trasferircisi? «Si, la città è piccola» spiega Giorgia «Volda è una di quelle cittadine che si vedono in cartolina, non ti sembra reale… E' caratterizzata dal monte Rotsethornet, presente anche nel logo dell'università, e dal lago, intorno al quale sorgono molte fattorie a conduzione familiare con la produzione di latte, formaggi e carne». Volda è comunque nota per il suo forte patrimonio culturale e per le tradizioni accademiche ed è di certo l'Università che rappresenta il polo di attrazione più importante, tant'è che attira studenti provenienti da tutto il mondo. «Studiare in Norvegia è stata già un'esperienza unica» continua la giovane studentessa «sia per la preparazione degli insegnanti sia perché il sistema di formazione norvegese aiuta ad ampliare i tuoi orizzonti e ad avere sempre una visione d'insieme. Io inoltre ho scelto questa università perché ha molti corsi che ti garantiscono un'esperienza sul campo. Sono stata lì 5 mesi e mezzo e sono molto contenta della mia scelta perché è proprio quello che volevo: la possibilità di esprimere la mia creatività con progetti tutti miei, attraverso foto e produzioni editoriali, conoscere gente diversa, culture diverse e mettermi in gioco». Giorgia quindi non ha avuto contatti solo con i norvegesi, ma anche con ragazzi provenienti da India, Cina, Germania, Francia, Ungheria, Repubblica Ceca, Islanda, Inghilterra, Polonia, con loro ha vissuto in appositi edifici universitari e con loro ha trascorso gran parte della sua giornata nel centro sportivo (dotato di palestra, piscina, campi da basket e pallavolo) che l'università mette a disposizione gratuitamente. «Abbiamo condiviso molti momenti insieme: lezioni, gite, pasti e feste, imparando l'uno dall'altro. Questa esperienza mi ha aperto la mente e fin dalle prime settimane mi ha cambiato il modo di vedere le cose perché mi ha fatto capire che la realtà in cui vivevo era solo una piccolissima parte di ciò che avrei potuto conoscere».
Da un punto di vista prettamente linguistico è stato difficile integrarsi in un paese scandinavo? «Prima di partire ho fatto un test perché l'università norvegese richiedeva una conoscenza base dell'inglese livello B1, così ho acquisito la certificazione linguistica nel mio ateneo; certo, parlarlo è tutta un'altra storia ma dopo la prima settimana di paura ed incertezza, più per timidezza che per incapacità, ho cominciato a parlare e a scrivere in inglese e dopo già due mesi non avevo difficoltà nel seguire le lezioni; ho imparato anche un po' di norvegese e qualcosa delle altre lingue dei miei "compagni di avventura" provenienti da tutto il mondo».
Frequentando l'Università in Norvegia Giorgia ha potuto constatare che non sono pochi gli aspetti divergenti con il nostro il mondo accademico, a cominciare da metodologie innovative a cui potrebbero ispirarsi anche i nostri atenei: «Ciò che più colpisce rispetto al sistema italiano, è l'ampio spazio lasciato ai giovani, alle loro idee ed iniziative».
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