CORONAVIRUS
Dati a sorpresa: le chiusure non abbassano l’inquinamento in Abruzzo
Le rilevazioni dell'Agenzia per l'ambiente in confronto con il 2019: aumentate nell’aria le polveri sottili tra fine marzo e inizio aprile. Le più colpite L'Aquila, Pescara e Montesilvano
PESCARA. Nonostante il blocco del traffico dovuto all’emergenza coronavirus, non migliora la qualità dell’aria nella nostra regione. Lo evidenziano i dati trasmessi dall’Arta Abruzzo (Agenzia regionale per la tutela dell'ambiente). A circa 30 giorni dallo stop alla circolazione, i rilevamenti sin qui prodotti dalle centraline hanno consentito l’elaborazione di un primo documento sulla qualità dell’aria a seguito dei provvedimenti di chiusura disposti dal governo ed efficaci dallo scorso 10 marzo.
Le indagini riguardano gli andamenti, nel periodo dal primo febbraio al 7 aprile, di tre inquinanti associabili alle attività oggetto di chiusure (biossidi di azoto, Pm10 e Pm2,5), esaminando i dati di alcune centraline della rete regionale di monitoraggio, in particolare nelle realtà dei comuni capoluogo.
Ebbene, dai grafici in confronto con il 2019 _ in particolare all'Aquila, Pescara e Montesilvano _ emerge come tra fine marzo e inizio aprile, siano aumentate nell’aria le polveri sottili.
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