De Cecco verso la quotazione in Borsa

L’argomento all’ordine del giorno dell’assemblea del 27. È la terza volta che il pastificio mette in agenda Piazza Affari

PESCARA. La De Cecco riapre il dossier sulla quotazione del gruppo in borsa. L’industria pastaria di Fara San Martino, leader mondiale del settore con Barilla e la Spagnola Ebro Foods, affornterà l’argomento nell’assemblea del 27 aprile prossimo nella quale, si legge in Gazzetta Ufficiale, uno dei punti all’ordine del giorno sarà, assieme all’approvazione del bilancio consuntivo 2016, la “Presentazione e avvio del processo di ammissione alla quotazione”.

«De Cecco sta valutando concretamente questa possibilità», si ribadisce dall’azienda. E tutto fa pensare che ci siano le condizioni per portare in porto l’operazione. E’ la terza volta che la De Cecco prende in considerazione lo sbarco in Piazza Affari, dietro la spinta del presidente Filippo Antonio de Cecco.

La prima volta, nel 2008, l’annuncio dell’operazione di quotazione nel segmento Star, riservato alle medie imprese con capitalizzazione tra 40 milioni e un miliardo, fu preceduta da una riorganizzazione societaria che concentrò le attività strategiche all’interno del gruppo e razionalizzò la catena di controllo, attraverso la fusione inversa per incorporazione della controllante La Fara dei F.lli De Cecco di Filippo nella controllata F.lli De Cecco, e il consolidamento di alcune società, tra cui il Molino e Pmi, l’azienda che importa la pasta De Cecco negli Usa. Per l’occasione l’assemblea modificò anche lo statuto della società, prevedendo l’aumento del numero dei membri del cda al momento della quotazione.

Poi la crisi consigliò l’azienda abruzzese a fare marcia indietro. In un comunicato il cda spiegò che si era reputato “opportuno sospendere il processo di quotazione e monitorare l'andamento dei mercati e l'evoluzione del quadro normativo e regolamentare, per cogliere il momento più conveniente per la ripresa delle attività, in attesa di una maggior chiarezza delle condizioni di mercato e di una definitiva certezza circa la regolazione delle procedure e degli obblighi connessi all'adozione del prospetto tripartito”.

Si tornò a parlare di Borsa nel 2013, sulla spinta di un’ottima semestrale e dei piani di quotazione preparati dai joint global coordinator Mediobanca e Jp Morgan. Anche in questo caso il progetto fu accantonato. Ora sembra la volta buona, anche perché gli indicatori di mercato sembrano tutti orientati al rialzo, mentre il pastificio si presenta all’appuntamento con un bilancio consolidato (2015) di 416 milioni di cui 174 realizzati all’estero e con fatturato in crescita.

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