De Matteis: partiti finiti, sto con Gatti

Il consigliere regionale dell’Mpa: in Abruzzo i più attrezzati al nuovo corso sono D’Alfonso, Pagano e D’Alessandro

PESCARA. La provocazione nasce da un’intervista di Paolo Gatti al Centro, pochi giorni fa, in cui l’assessore regionale al Lavoro si chiamava fuori dalla politica tradizionale (e dal suo partito, il Pdl) invocando l’apertura alla società e alle liste civiche. «Gatti vuole solo cavalcare l’onda dell’antipolitica», è stato il commento di Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd. L’idea convince invece, Giorgio De Matteis, consigliere regionale dell’Mpa e recente candidato (sconfitto al ballottaggio) a sindaco dell’Aquila, che, in questa intervista, ne rivendica una sorta di primogenitura.

De Matteis, che giudizio dà del progetto di Gatti, di fuoriuscita dagli schemi dei partiti tradizionali?

«L’idea di Gatti nasce dalla constatazione che la politica italiana ha dovuto fare un passo indietro perché incapace di avere il rispetto dei cittadini elettori. I partiti oggi hanno raggiunto il livello minimo di fiducia dei cittadini. Mi fa piacere che Gatti abbia preso coscienza di questo stato di cose di cui, fra l’altro, abbiamo parlato fra di noi e che noi avevamo anticipato sei mesi fa. La necessità di uscire dallo schema attuale dei partiti e delle coalizioni emerge con forza dalla stessa volontà popolare. La gente oggi ha bisogno di segnali concreti da parte della politica e di capacità di governo».

Che cosa succederà nei partiti abruzzesi da qui alle elezioni politiche e regionali dell’anno prossimo?

«Credo che in Abruzzo ci sarà un’accelerazione in questo campo. Ciò che abbiamo fatto all’Aquila è solo un passo iniziale che dobbiamo trasferire in ambito provinciale e regionale e che non si rivolgerà solo agli amministratori ma anche e soprattutto ai cittadini abruzzesi. La domanda che, d’ora in poi, va fatta non è più: da quale partito provieni? quale casacca politica indossavi?; bensì: quale regione vuoi? Su questo tema si chiamerà la società abruzzese a confrontarsi. E su questo piano si sta organizzando un’azione politica in tutto il territorio regionale che spero ci vedrà incontrare con Gatti e con altri che condividono questa idea».

Chi sono questi altri?

«Sono nomi conosciuti non solo nel campo della politica ma anche in quelli dell’economia e della cultura abruzzesi». Avete allacciato rapporti anche con il movimento di Luca cordero di Montezemolo?

«Sì abbiamo rapporti anche con loro, anche se la loro è un’iniziativa, allo stato, ancora molto embrionale. A me interessa dare una risposta a questa esigenza territoriale di concretezza. I partiti oggi sono incapaci di comprendere ciò che sta accadendo qui e nel resto d’Italia. Su questo fronte, in Abruzzo, ci saranno presto grandi novità».

Anche nel centrodestra e nel Pdl?

«Penso proprio di sì. Questo centrodestra è superato dai fatti, dai tempi. D’altra parte, quello che ho fatto all’Aquila è il primo segnale di ciò che itendo fare. Potevo essere il candidato sindaco del Pdl, ma ho scelto di fare qualcosa di diverso e ho dimostrato che lo spazio per farlo esiste».

Quali sono i politici abruzzesi che, secondo lei, sono attrezzati ad affrontare questa nuova idea della politica di cui parla?

«Gatti è uno di loro. Poi direi: Luciano D’Alfonso, Nazario Pagano e Camillo D’Alessandro, se sarà capace di uscire fuori dalla corazza del ruolo di uomo di partito nel Pd».

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