Del Turco: "Voglio il processo"
L’ex presidente: no alla prescrizione, aspetto da tre anni
PESCARA. «Io non voglio sentir parlare di prescrizione: ho aspettato questo giorno dal 14 luglio 2008 e, finalmente, è cominciato il processo. Parteciperò a tutte le udienze, non ne perderò nemmeno una». L’ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco, ieri seduto al primo banco dell’aula 1 del tribunale per la prima udienza del processo sulla sanità, non vuole un’ombra su di sé.
È cominciato con un rinvio per lo sciopero degli avvocati il processo sulla sanità. Ma, ieri alle 9, l’ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco è stato il primo ad arrivare nell’aula 1 del tribunale di Pescara, lo stanzone per i grandi processi. Accompagnato dal figlio Guido, giornalista del Tg5, Del Turco si è seduto al primo banco: «Presente», ha risposto l’ex presidente della Regione Abruzzo alzando la mano alla domanda del giudice Carmelo De Santis. Un gesto liberatorio: «Sono sereno», ha detto, «perché finalmente è cominciato il processo. Ho aspettato questo giorno da tre anni ». Da quando il 14 luglio del 2008 è stato arrestato per presunte tangenti nella sanità: 15 milioni di euro versati da Vincenzo Angelini, ex titolare di Villa Pini, per ottenere favori. Del Turco è accusato di associazione per delinquere, corruzione, abuso, concussione, falso. Insieme a Del Turco, dei 29 imputati, ieri si sono presentati in aula Angelo Bucciarelli (segretario dell’ex assessore regionale Bernardo Mazzocca), l’ex direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Francesco Di Stanislao, e Sandro Pasquali, legale dell’avvocatura regionale: con quattro imputati su 29, le sedie sono andate esaurite in un pugno di minuti.
«Sono sereno e parteciperò a tutte le udienze, non me ne perderò neanche una», ha detto Del Turco. Vuole il processo l’ex governatore: «Non voglio sentir parlare di prescrizione ma spero che il processo si chiuda in un tempo breve», ha affermato, «a dire la verità, molti erano convinti che questo processo era stato già fatto ed erano sorpresi quando ho detto che il 15 aprile sarei dovuto venire a Pescara per l’udienza».
Il processo sulla sanità è partito a quasi tre anni dagli arresti eccellenti ma si è aperto con una falsa partenza a causa dello sciopero degli avvocati proclamato il 25 marzo scorso: «Sono l’unico che non può protestare per uno sciopero», così ha risposto Del Turco, ricordando il suo passato da sindacalista della Cgil. Di tutti i legali degli imputati, quattro si sono dissociati dallo sciopero: Giandomenico Caiazza, legale di Del Turco, Marco Femminella, Francesco Petrelli e Massimo Carosi. Si tornerà in aula il prossimo 29 aprile alle 11,30; un’altra udienza sarà celebrata, con ogni probabilità, il 27 maggio quando approderà in aula anche un procedimento uscito dal filone principale del processo sanità per un difetto di notifica, quello a carico della banca londinese Barclays.
Con l’inizio del dibattimento, Del Turco conta di rovesciare le verità dell’accusa, rappresentata dal procuratore capo Nicola Trifuoggi e dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. La procura punta a un calendario serrato: un’udienza a settimana e confida in 135 testimoni, compresi i big della politica come l’ex premier Romano Prodi, il senatore Ignazio Marino e l’ex presidente del Senato Franco Marini.
Tra udienza preliminare e prima fase del dibattimento, nei rispettivi processi, l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso e l’ex sindaco di Montesilvano Enzo Cantagallo sono riusciti a far cadere diversi capi d’imputazione: sarà così anche per Del Turco? «Sono contento per loro: gli avvocati servono soprattutto a questo», ha risposto l’ex presidente, «ma i processi non sono tutti uguali. Io pensavo che neanche cominciasse questo processo in cui sono imputato». In apertura di udienza, il legale del curatore fallimentare di Villa Pini ha presentato richiesta di costituzione di parte civile nei confronti di Del Turco, dell’ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga, degli ex assessori regionali Mazzocca e Antonio Boschetti, di Bucciarelli, dell’ex capogruppo del Pd in consiglio regionale Camillo Cesarone, del parlamentare Pdl Sabatino Aracu, di Di Stanislao, di Pierluigi Cosenza e dell’ex segretario dell’ufficio di presidenza Lamberto Quarta.
Ieri si è parlato anche di notifiche: «Per me», ha detto Del Turco, «è come un corso di procedura penale».
È cominciato con un rinvio per lo sciopero degli avvocati il processo sulla sanità. Ma, ieri alle 9, l’ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco è stato il primo ad arrivare nell’aula 1 del tribunale di Pescara, lo stanzone per i grandi processi. Accompagnato dal figlio Guido, giornalista del Tg5, Del Turco si è seduto al primo banco: «Presente», ha risposto l’ex presidente della Regione Abruzzo alzando la mano alla domanda del giudice Carmelo De Santis. Un gesto liberatorio: «Sono sereno», ha detto, «perché finalmente è cominciato il processo. Ho aspettato questo giorno da tre anni ». Da quando il 14 luglio del 2008 è stato arrestato per presunte tangenti nella sanità: 15 milioni di euro versati da Vincenzo Angelini, ex titolare di Villa Pini, per ottenere favori. Del Turco è accusato di associazione per delinquere, corruzione, abuso, concussione, falso. Insieme a Del Turco, dei 29 imputati, ieri si sono presentati in aula Angelo Bucciarelli (segretario dell’ex assessore regionale Bernardo Mazzocca), l’ex direttore dell’Agenzia sanitaria regionale Francesco Di Stanislao, e Sandro Pasquali, legale dell’avvocatura regionale: con quattro imputati su 29, le sedie sono andate esaurite in un pugno di minuti.
«Sono sereno e parteciperò a tutte le udienze, non me ne perderò neanche una», ha detto Del Turco. Vuole il processo l’ex governatore: «Non voglio sentir parlare di prescrizione ma spero che il processo si chiuda in un tempo breve», ha affermato, «a dire la verità, molti erano convinti che questo processo era stato già fatto ed erano sorpresi quando ho detto che il 15 aprile sarei dovuto venire a Pescara per l’udienza».
Il processo sulla sanità è partito a quasi tre anni dagli arresti eccellenti ma si è aperto con una falsa partenza a causa dello sciopero degli avvocati proclamato il 25 marzo scorso: «Sono l’unico che non può protestare per uno sciopero», così ha risposto Del Turco, ricordando il suo passato da sindacalista della Cgil. Di tutti i legali degli imputati, quattro si sono dissociati dallo sciopero: Giandomenico Caiazza, legale di Del Turco, Marco Femminella, Francesco Petrelli e Massimo Carosi. Si tornerà in aula il prossimo 29 aprile alle 11,30; un’altra udienza sarà celebrata, con ogni probabilità, il 27 maggio quando approderà in aula anche un procedimento uscito dal filone principale del processo sanità per un difetto di notifica, quello a carico della banca londinese Barclays.
Con l’inizio del dibattimento, Del Turco conta di rovesciare le verità dell’accusa, rappresentata dal procuratore capo Nicola Trifuoggi e dai pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli. La procura punta a un calendario serrato: un’udienza a settimana e confida in 135 testimoni, compresi i big della politica come l’ex premier Romano Prodi, il senatore Ignazio Marino e l’ex presidente del Senato Franco Marini.
Tra udienza preliminare e prima fase del dibattimento, nei rispettivi processi, l’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso e l’ex sindaco di Montesilvano Enzo Cantagallo sono riusciti a far cadere diversi capi d’imputazione: sarà così anche per Del Turco? «Sono contento per loro: gli avvocati servono soprattutto a questo», ha risposto l’ex presidente, «ma i processi non sono tutti uguali. Io pensavo che neanche cominciasse questo processo in cui sono imputato». In apertura di udienza, il legale del curatore fallimentare di Villa Pini ha presentato richiesta di costituzione di parte civile nei confronti di Del Turco, dell’ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga, degli ex assessori regionali Mazzocca e Antonio Boschetti, di Bucciarelli, dell’ex capogruppo del Pd in consiglio regionale Camillo Cesarone, del parlamentare Pdl Sabatino Aracu, di Di Stanislao, di Pierluigi Cosenza e dell’ex segretario dell’ufficio di presidenza Lamberto Quarta.
Ieri si è parlato anche di notifiche: «Per me», ha detto Del Turco, «è come un corso di procedura penale».
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