Di Luca, la positività soltanto a Parigi
Slittano le controanalisi, il laboratorio di Barcellona scagiona il campione di Spoltore
PESCARA. Il caso Di Luca si colora di giallo. La storia della presunta positività al Giro del Centenario ha avuto ieri un brusco stop. Ieri doveva essere la giornata delle controanalisi. Così è stato in effetti, ma per il verdetto bisogna attendere fino a domani. Lo slittamento avvalora le perplessità di Danilo Di Luca quando è stato informato della doppia positività alla corsa rosa. Aveva avanzato dubbi sulla infallibilità del laboratorio di Parigi e la linea difensiva si sta dimostrando non campata in aria. I risultati delle controanalisi saranno disponibili domani o sabato. Il rinvio è dovuto alla richiesta del laboratorio parigino di Chatenay Malabry di validare gli esami a un altro laboratorio accreditato Wada.
«I miei periti - sostiene Di Luca - hanno fatto alcune osservazioni alle procedure del laboratorio di Chatenay Malabry, che a sua volta ha richiesto ad altri laboratori Wada, quelli di Barcellona, Montreal e Vienna di visionare i dati delle controanalisi sui miei campioni. Il primo che si rende disponibile avrà via mail i parametri delle controanalisi per pronunciarsi. Quindi entro domani, al massimo sabato sapremo cosa dicono queste controanalisi». Ieri mattina, intanto, il ciclista abruzzese ha appreso che il laboratorio francese avrebbe spedito i dati delle analisi di uno dei 5 campioni A al laboratorio di Barcellona e che questo avrebbe «dichiarato una non positivita’ - aggiunge Di Luca - su uno dei campioni che invece erano risultati positivi a Parigi».
«La richiesta della validazione del laboratorio di Parigi a Montreal, Vienna o Barcellona dà forza alla nostra tesi - dice l’avvocato Eugenio De Toni, legale di Di Luca - il laboratorio di Parigi si è dato da sola la patente per utilizzare il metodo per trovare il Cera. Permangono dubbi nella comunità scientifica sull’affidabilità delle analisi di quel laboratorio, come ci conferma autorevolmente il nostro consulente, il professor Santo Davide Ferrara (direttore del dipartimento di tossicologia forense antidoping dell’Azienda ospedaliera dell’Universita’ di Padova, nde). Aspettiamo ora che uno dei laboratori chiamati a dare la disponibilita’ da Parigi rispondano, poi - aggiunge De Toni - ci hanno assicurato che basteranno 24 ore per analizzare i dati inviati e dare una risposta. Aspettiamo quindi l’esito delle controanalisi per domani sera, al più tardi per sabato».
Dunque, il test sul Cera, a differenza di quello sull’Epo, che ormai è provato e inequivocabile, lascerebbe ampi margini di errore. Ritrovare la voglia di pigiare sui pedali diventa estremamente arduo, soprattutto a livello psicologico dopo questo stillicidio che è cominciato con il Giro vinto nel 2007. La strada è ancora in salita per Di Luca, ma ieri ha piazzato un colpo importante a suo favore. Danilo Di Luca, secondo al Giro d’Italia del Centenario, sarebbe risultato positivo al Cera (Epo di terza generazione) in due controlli della corsa rosa: i test sono stati effettuati il 20 maggio a Moncalieri (Torino) all’indomani della vittoria della tappa Cuneo-Pinerolo e il 28 a Silvi Marina (Teramo), all’indomani del terzo posto nella Chieti-Block Haus.
I controlli sono stati effettuati dall’Uci, nel laboratorio parigino. I test mirati hanno prodotto esiti che sono stati confrontati con le informazioni contenute nel passaporto biologico dell’abruzzese. Mentre in altri due laboratori, Roma e Losanna, i controlli sarebbero stati negativi. Nel centro svizzero, però, i valori di Di Luca sarebbero stati anomali rispetto ai dati presenti nel passaporto biologico. Da qui le voci che giravano a metà luglio, smentite ufficialmente da Pat McQuaid, presidente dell’Uci.
«I miei periti - sostiene Di Luca - hanno fatto alcune osservazioni alle procedure del laboratorio di Chatenay Malabry, che a sua volta ha richiesto ad altri laboratori Wada, quelli di Barcellona, Montreal e Vienna di visionare i dati delle controanalisi sui miei campioni. Il primo che si rende disponibile avrà via mail i parametri delle controanalisi per pronunciarsi. Quindi entro domani, al massimo sabato sapremo cosa dicono queste controanalisi». Ieri mattina, intanto, il ciclista abruzzese ha appreso che il laboratorio francese avrebbe spedito i dati delle analisi di uno dei 5 campioni A al laboratorio di Barcellona e che questo avrebbe «dichiarato una non positivita’ - aggiunge Di Luca - su uno dei campioni che invece erano risultati positivi a Parigi».
«La richiesta della validazione del laboratorio di Parigi a Montreal, Vienna o Barcellona dà forza alla nostra tesi - dice l’avvocato Eugenio De Toni, legale di Di Luca - il laboratorio di Parigi si è dato da sola la patente per utilizzare il metodo per trovare il Cera. Permangono dubbi nella comunità scientifica sull’affidabilità delle analisi di quel laboratorio, come ci conferma autorevolmente il nostro consulente, il professor Santo Davide Ferrara (direttore del dipartimento di tossicologia forense antidoping dell’Azienda ospedaliera dell’Universita’ di Padova, nde). Aspettiamo ora che uno dei laboratori chiamati a dare la disponibilita’ da Parigi rispondano, poi - aggiunge De Toni - ci hanno assicurato che basteranno 24 ore per analizzare i dati inviati e dare una risposta. Aspettiamo quindi l’esito delle controanalisi per domani sera, al più tardi per sabato».
Dunque, il test sul Cera, a differenza di quello sull’Epo, che ormai è provato e inequivocabile, lascerebbe ampi margini di errore. Ritrovare la voglia di pigiare sui pedali diventa estremamente arduo, soprattutto a livello psicologico dopo questo stillicidio che è cominciato con il Giro vinto nel 2007. La strada è ancora in salita per Di Luca, ma ieri ha piazzato un colpo importante a suo favore. Danilo Di Luca, secondo al Giro d’Italia del Centenario, sarebbe risultato positivo al Cera (Epo di terza generazione) in due controlli della corsa rosa: i test sono stati effettuati il 20 maggio a Moncalieri (Torino) all’indomani della vittoria della tappa Cuneo-Pinerolo e il 28 a Silvi Marina (Teramo), all’indomani del terzo posto nella Chieti-Block Haus.
I controlli sono stati effettuati dall’Uci, nel laboratorio parigino. I test mirati hanno prodotto esiti che sono stati confrontati con le informazioni contenute nel passaporto biologico dell’abruzzese. Mentre in altri due laboratori, Roma e Losanna, i controlli sarebbero stati negativi. Nel centro svizzero, però, i valori di Di Luca sarebbero stati anomali rispetto ai dati presenti nel passaporto biologico. Da qui le voci che giravano a metà luglio, smentite ufficialmente da Pat McQuaid, presidente dell’Uci.