Di Stefano: l'Udc sta con noi
Il senatore Pdl risponde a De Laurentiis: è fuori dalla realtà
PESCARA. «Rodolfo De Laurentiis può ipotizzare legittimamente qualsiasi percorso, ma non può estraniarsi dalla realtà dei fatti». Il senatore Fabrizio Di Stefano, vicecoordinatore del Pdl abruzzese ha due certezze: che non si voterà presto alle politiche, e che l'Udc abruzzese difficilmente riuscirà a seguire l'idea del consigliere Rai di un'alleanza tra centristi e centrosinistra per le amministrative del 2012 e le politiche del 2014.
Senatore, perché De Laurentiis è fuori dalla realtà?
«Mi pare di ricordare, qualche settimana fa alla festa dell'Idv di Vasto, una tavola rotonda tra Di Pietro, Vendola e Bersani dove i commenti su Casini non furono affatto teneri. Di Pietro lo definì l'escort della politica. Gli altri sono rimasti in silenzio. E De Larentiis vorrebbe farci un'alleanza?
Di Pietro a volte esagera, ma in Abruzzo...
«Allora parliamo di Regione. De Laurentiis dimentica che non più di un anno e mezzo fa il Pdl e l'Udc hanno fatto un accordo che ha consentito al centrodestra di vincere comunali e provinciali. Governiamo di fatto tutto tranne l'Aquila».
E dunque?
«Mi sembra che l'ipotesi di De Laurentiis sia più una cosa di pancia che di testa. E' una sua legittima ipotesi per un percorso personale che lo porti alla candidatura a presidente della Regione. Ma dov'è il progetto politico? Non è un caso che proprio ieri un esponente di punta del Pd come Giovanni Legnini abbia messo dei paletti a questa ricetta».
Ossia?
«Prima ti schieri con noi e poi si vedrà chi fa il presidente. Anche questo è un discorso legittimo, ma ce n'è un altro ancora più legittimo che viene prima: l'interesse dell'Abruzzo. Qui si sta anteponendo le legittime ambizioni di alcuni esponenti di spicco della politica a un progetto politico di là da venire».
De Laurentiis dice: Chiodi ha fallito. È un motivo sufficiente?
«Ovviamente non condivido assolutamente una valutazione del genere. Ci sono dei risultati oggettivi, soprattutto nella sanità, che non vede solo chi non vuole vedere. Però non puoi fondare un'alleanza su un giudizio negativo. Non basta essere contro, devi anche dire che cosa vuoi fare. Non mi pare che ci sia in Abruzzo un progetto politico che veda una condivisione possibile tra sinistra e Udc. Anzi, noi stiamo amministrando in gran parte dei Comuni con l'Udc e in sintonia con l'Udc. De Laurentiis dovrebbe prima sincerarsi che tutti nel suo partito siano d'accordo con la sua posizione. E poi non dimentichiamo che ci troviamo al 2011.
E dunque?
«In Regione si voterà molto probabilmente nel 2014, e nei prossimi tre anni che fanno? Qual è il loro progetto?
Ci sono le amministrative del 2012.
«È quello il tavolo su cui saranno chiamati a misurarsi. È quello che chiede Legnini a De Laurentiis: vincolati all'Aquila per essere insieme alle regionali. Ma anche qui penso che De Laurentiis precorra i tempi. La legislatura nazionale andrà avanti. E se anche si dovesse tornare alle urne ho segnali importati che mi fanno ritenere che ci sono margini perché il Pdl e l'Udc possano alle prossime elezioni ricomporre la coalizione che c'è stata fino al 2008. Siccome questo passaggio elettorale verrà prima delle regionali, che senso ha avventurarsi in Abruzzo su un'ipotesi del genere?»
Nel centrodestra però ci sono segni di crisi: in alcuni grandi comuni, nelle Province di Chieti e Pescara.
«C'è una crisi della politica. E infatti sono in difficoltà anche alcune amministrazioni di centrosinistra: San Salvo ha già il commissario, La Penna a Vasto ha le prime crepe, anche l'amministrazione di Lanciano mostra difficoltà sui piani urbanistici. Dove è in difficoltà il centrodestra non lo è per problemi con l'Udc, ma con quelli che sono fuoriusciti dal Pdl. Eppoi siamo in una fase precongressuale, sia per l'Udc che per il Pdl, ed è inevitabile che si creino delle fibrillazioni».
Piccone ha detto: Chiodi sarà il nostro candidato alle prossime regionali. Ma non fate le primarie?
«La ricandidatura di Chiodi è nelle cose, se lui lo vorrà, visto che noi diamo un giudizio positivo sull'operato di questo governo regionale, anche se possono esserci tanti aspetti migliorativi. Primarie per la Regione? Le faremo per gli enti locali. Ma è chiaro che gli uscenti che hanno fatto bene saranno riconfermati».
Senatore, perché De Laurentiis è fuori dalla realtà?
«Mi pare di ricordare, qualche settimana fa alla festa dell'Idv di Vasto, una tavola rotonda tra Di Pietro, Vendola e Bersani dove i commenti su Casini non furono affatto teneri. Di Pietro lo definì l'escort della politica. Gli altri sono rimasti in silenzio. E De Larentiis vorrebbe farci un'alleanza?
Di Pietro a volte esagera, ma in Abruzzo...
«Allora parliamo di Regione. De Laurentiis dimentica che non più di un anno e mezzo fa il Pdl e l'Udc hanno fatto un accordo che ha consentito al centrodestra di vincere comunali e provinciali. Governiamo di fatto tutto tranne l'Aquila».
E dunque?
«Mi sembra che l'ipotesi di De Laurentiis sia più una cosa di pancia che di testa. E' una sua legittima ipotesi per un percorso personale che lo porti alla candidatura a presidente della Regione. Ma dov'è il progetto politico? Non è un caso che proprio ieri un esponente di punta del Pd come Giovanni Legnini abbia messo dei paletti a questa ricetta».
Ossia?
«Prima ti schieri con noi e poi si vedrà chi fa il presidente. Anche questo è un discorso legittimo, ma ce n'è un altro ancora più legittimo che viene prima: l'interesse dell'Abruzzo. Qui si sta anteponendo le legittime ambizioni di alcuni esponenti di spicco della politica a un progetto politico di là da venire».
De Laurentiis dice: Chiodi ha fallito. È un motivo sufficiente?
«Ovviamente non condivido assolutamente una valutazione del genere. Ci sono dei risultati oggettivi, soprattutto nella sanità, che non vede solo chi non vuole vedere. Però non puoi fondare un'alleanza su un giudizio negativo. Non basta essere contro, devi anche dire che cosa vuoi fare. Non mi pare che ci sia in Abruzzo un progetto politico che veda una condivisione possibile tra sinistra e Udc. Anzi, noi stiamo amministrando in gran parte dei Comuni con l'Udc e in sintonia con l'Udc. De Laurentiis dovrebbe prima sincerarsi che tutti nel suo partito siano d'accordo con la sua posizione. E poi non dimentichiamo che ci troviamo al 2011.
E dunque?
«In Regione si voterà molto probabilmente nel 2014, e nei prossimi tre anni che fanno? Qual è il loro progetto?
Ci sono le amministrative del 2012.
«È quello il tavolo su cui saranno chiamati a misurarsi. È quello che chiede Legnini a De Laurentiis: vincolati all'Aquila per essere insieme alle regionali. Ma anche qui penso che De Laurentiis precorra i tempi. La legislatura nazionale andrà avanti. E se anche si dovesse tornare alle urne ho segnali importati che mi fanno ritenere che ci sono margini perché il Pdl e l'Udc possano alle prossime elezioni ricomporre la coalizione che c'è stata fino al 2008. Siccome questo passaggio elettorale verrà prima delle regionali, che senso ha avventurarsi in Abruzzo su un'ipotesi del genere?»
Nel centrodestra però ci sono segni di crisi: in alcuni grandi comuni, nelle Province di Chieti e Pescara.
«C'è una crisi della politica. E infatti sono in difficoltà anche alcune amministrazioni di centrosinistra: San Salvo ha già il commissario, La Penna a Vasto ha le prime crepe, anche l'amministrazione di Lanciano mostra difficoltà sui piani urbanistici. Dove è in difficoltà il centrodestra non lo è per problemi con l'Udc, ma con quelli che sono fuoriusciti dal Pdl. Eppoi siamo in una fase precongressuale, sia per l'Udc che per il Pdl, ed è inevitabile che si creino delle fibrillazioni».
Piccone ha detto: Chiodi sarà il nostro candidato alle prossime regionali. Ma non fate le primarie?
«La ricandidatura di Chiodi è nelle cose, se lui lo vorrà, visto che noi diamo un giudizio positivo sull'operato di questo governo regionale, anche se possono esserci tanti aspetti migliorativi. Primarie per la Regione? Le faremo per gli enti locali. Ma è chiaro che gli uscenti che hanno fatto bene saranno riconfermati».
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