L'EDITORIALE
Difendiamo le donne dai mostri
Lasciamo un anno caratterizzato da una serie interminabile di barbarie e purtroppo il 2018 si è aperto all'insegna di altre vittime innocenti
Vorrei puntare l'attenzione su un tema, ahimè, di grande attualità: la violenza sulle donne. Abbiamo lasciato un anno caratterizzato da una serie interminabile di barbarie e purtroppo il 2018 si è aperto all'insegna di altre vittime innocenti, di altri gesti folli. Occorrono segnali forti nel tentativo di arginare il fenomeno. Il femminicidio, questa brutta parola, ha riempito le cronache a tal punto che corriamo il rischio di non farci più caso. In tante sono state uccise da mariti, compagni, ex fidanzati accecati dall'odio, troppe vite spezzate con una rabbia spesso figlia di gelosia mista a ignoranza. Quante volte abbiamo scritto di allarmi lanciati dalle vittime e dalle loro famiglie che si sono persi nel vuoto a causa di leggi che non tutelano a sufficienza la parte più debole? Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un servizio sulla vicenda della povera Jennifer, la ragazza pescarese uccisa nel dicembre 2016. La perizia adesso dice che l’ex fidanzato era in grado di intendere e di volere quando l’ha massacrata, togliendo all’assassino (almeno per ora) la possibilità di sfruttare una ingiusta via di fuga. In cronaca di Teramo, ieri, abbiamo riportato un dato impressionante: dalla morte della dottoressa Ester, massacrata nel parcheggio dell'ospedale di Sant'Omero, i casi di stalking hanno fatto registrare addirittura un'impennata. Bisogna mettere in sicurezza le donne che vivono in contesti familiari pericolosi e che non hanno la possibilità di difendersi. Al primo segnale di allarme è bene intervenire con fermezza. Non si può solo piangere e aggiornare l’elenco delle vittime. Basta con gli ammonimenti, mi viene da dire, fanno il solletico a chi ha perso la testa. Le pene devono essere certe, cancelliamo le attenuanti per chi attenuanti non può avere. Il 2018 dovrà essere l’anno della donna, ma non come slogan vuoto, senza contenuto. Modifichiamo le leggi, chi pensa di poter risolvere il rapporto di coppia con il sangue va fermato prima che sia troppo tardi. Ce lo chiede la nostra coscienza.