Edolo Masci, un ricordo dagli allievi
Al Vittoria Colonna di Pescara l’esposizione fino a venerdì prossimo
Una rassegna selezionata delle opere di Edolo Masci - pittore, incisore, scultore nato a Castiglione a Casauria nel 1938 e scomparso nei mesi scorsi - in accompagnamento e introduzione a quelle dei suoi allievi pittori, scultori, allestitori e fotografi è al museo Vittoria Colonna di Pescara, per iniziativa della curatrice Piera Di Nicolantonio e della Provincia di Pescara. Aperta il 5 maggio, giorno in cui il maestro avrebbe compiuto 71 anni, l’esposizione si intitola «Festa per il compleanno del mio caro amico Edolo /I giovani che amo».
La mostra è incentrata su due momenti o sezioni legati tra loro dal bellissimo rapporto maestro/allievi che ha legato i diversi artisti a Edolo Masci. Legame che, per lo più, dura da oltre 20 anni, per quegli allievi del liceo artistico di Roma come Giacomo Scarcella, Mauro Magni, Mauro Verrone, Marco Falla (scomparso prematuramente), Alessandro Belardinelli, e altri che pur non avendo studiato con lui hanno percorso un lungo tragitto come Andrea Marchetti (fin dall’infanzia) o Antonio Ruta Amodio, suo assistente e allievo dei suoi insegnamenti o Damiano Bianca (fotografo), o come Nicola Santoro, Roberto Savi e Bruno Varacalli, allievi aggiuntisi per amore, amicizia, stima e condivisione della vita e del pensiero del maestro.
Come ha spiegato in occasione dell’inaugurazione la storica dell’arte Sissi Aslan, compagna di vita del maestro di origine abruzzese, il primo momento è rappresentato da alcune opere di Masci tra le più significative del suo lavoro, dai due grandi quadri «Verdeombra» e «Farfalle» (quasi due metri per due) del 1990, «quadri storici e coinvolgenti, dall’invenzione anticipatrice di temi e gesti che lo situano tra gli artisti d’avanguardia e dalla potente gestualità poetica».
Altre opere sono altrettanto evocative: la serie degli acquerelli prodotti tra il 1989 e il 2000 - Blu Callipigia, Nudine in jeans, le Conchiglie, su grandi fogli per queste forme dal gesto semplificato, puro gesto, che il poeta Mario Lunetta aveva chiamato «Cunnichiglie», e un acquarello della serie «Olimpia se ne va», tra gli ultimi da lui dipinti dove il percorso allusivo alla pittura (identificata in Olimpia di Manet) è sorprendente nelle sue forme e nelle sue ombre. Altre opere presenti sono dipinti su tela, tutti degli anni Ottanta, come «Sireneide» o «Tenerezza», «Merlo (abbagliato dal riverbero del sole)», o «Struzzo (mazzolino di fiori con il bocciolo rosa che si erge, unico e solitario su una distesa grigia del fondo)».
«La caratteristica delle opere di Masci», scrive la Aslan, «è proprio l’essenzialità della forma tangente all’astrazione, ampie stesure di colore grigio per i fondi che diventano così pareti neutre della visione, la gestualità e l’evocazione, della forma e del pensiero».
Il secondo momento della rassegna pescarese è rappresentato dalla mostra dei dieci allievi, ognuno con tre opere in omaggio, prevalentemente eseguite per l’occasione.
Una sala nel Palazzo dei Marmi, sede dell’amministrazione provinciale di Pescara, è stata intitolata a Edolo Masci a fine anni Novanta: in permanenza vi si trovano i dipinti «Verdeombra» e «L’aiuola», acquistati dall’amministrazione, e «La montagna spaccata» (il monte Morrone com’è chiamato nel Casauriense), da lui donato.
Orari. La mostra è allestita fino a venerdì, dal martedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.
L’omaggio prosegue a Montepulciano il 16 maggio con i clichés-verre di Masci, già esposti a Pescara nel 2004 e a Charleroi nel 2006; e a Roma il 20, con la riproposta di Pitturamusica/corpopaesaggio, mostra del 1972 alla Galleria Toninelli di Milano, quadri di Edolo Masci ed lp/catalogo, con musiche degli amici Luis Bacalov ed Ennio Morricone per i quadri dell’artista.
La mostra è incentrata su due momenti o sezioni legati tra loro dal bellissimo rapporto maestro/allievi che ha legato i diversi artisti a Edolo Masci. Legame che, per lo più, dura da oltre 20 anni, per quegli allievi del liceo artistico di Roma come Giacomo Scarcella, Mauro Magni, Mauro Verrone, Marco Falla (scomparso prematuramente), Alessandro Belardinelli, e altri che pur non avendo studiato con lui hanno percorso un lungo tragitto come Andrea Marchetti (fin dall’infanzia) o Antonio Ruta Amodio, suo assistente e allievo dei suoi insegnamenti o Damiano Bianca (fotografo), o come Nicola Santoro, Roberto Savi e Bruno Varacalli, allievi aggiuntisi per amore, amicizia, stima e condivisione della vita e del pensiero del maestro.
Come ha spiegato in occasione dell’inaugurazione la storica dell’arte Sissi Aslan, compagna di vita del maestro di origine abruzzese, il primo momento è rappresentato da alcune opere di Masci tra le più significative del suo lavoro, dai due grandi quadri «Verdeombra» e «Farfalle» (quasi due metri per due) del 1990, «quadri storici e coinvolgenti, dall’invenzione anticipatrice di temi e gesti che lo situano tra gli artisti d’avanguardia e dalla potente gestualità poetica».
Altre opere sono altrettanto evocative: la serie degli acquerelli prodotti tra il 1989 e il 2000 - Blu Callipigia, Nudine in jeans, le Conchiglie, su grandi fogli per queste forme dal gesto semplificato, puro gesto, che il poeta Mario Lunetta aveva chiamato «Cunnichiglie», e un acquarello della serie «Olimpia se ne va», tra gli ultimi da lui dipinti dove il percorso allusivo alla pittura (identificata in Olimpia di Manet) è sorprendente nelle sue forme e nelle sue ombre. Altre opere presenti sono dipinti su tela, tutti degli anni Ottanta, come «Sireneide» o «Tenerezza», «Merlo (abbagliato dal riverbero del sole)», o «Struzzo (mazzolino di fiori con il bocciolo rosa che si erge, unico e solitario su una distesa grigia del fondo)».
«La caratteristica delle opere di Masci», scrive la Aslan, «è proprio l’essenzialità della forma tangente all’astrazione, ampie stesure di colore grigio per i fondi che diventano così pareti neutre della visione, la gestualità e l’evocazione, della forma e del pensiero».
Il secondo momento della rassegna pescarese è rappresentato dalla mostra dei dieci allievi, ognuno con tre opere in omaggio, prevalentemente eseguite per l’occasione.
Una sala nel Palazzo dei Marmi, sede dell’amministrazione provinciale di Pescara, è stata intitolata a Edolo Masci a fine anni Novanta: in permanenza vi si trovano i dipinti «Verdeombra» e «L’aiuola», acquistati dall’amministrazione, e «La montagna spaccata» (il monte Morrone com’è chiamato nel Casauriense), da lui donato.
Orari. La mostra è allestita fino a venerdì, dal martedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20.
L’omaggio prosegue a Montepulciano il 16 maggio con i clichés-verre di Masci, già esposti a Pescara nel 2004 e a Charleroi nel 2006; e a Roma il 20, con la riproposta di Pitturamusica/corpopaesaggio, mostra del 1972 alla Galleria Toninelli di Milano, quadri di Edolo Masci ed lp/catalogo, con musiche degli amici Luis Bacalov ed Ennio Morricone per i quadri dell’artista.