Elezioni, riammessa lista"Per il bene comune"
Il Tar accoglie il ricorso di “Per il bene comune”. Urne, c’è l’ipotesi del 14 dicembre.
L’AQUILA. Le elezioni regionali abruzzesi rischiano di slittare di almeno due settimane. Questa la conseguenza della decisione del Tar dell’Aquila che ieri ha dichiarato illegittima l’esclusione dal voto della lista “Per il Bene Comune” collegata al candidato presidente Angelo Di Prospero, accogliendo così il ricorso del movimento guidato da Monia Benini. Questa mattina Di Prospero presenterà in Corte d’Appello la richiesta di rinvio del voto di 15 giorni.
«Meglio dare una sospensiva prima, che annullare le elezioni dopo. Tutti hanno diritto a partecipare al voto». Così il presidente del Tar dell’Aquila Antonio Catoni ai giornalisti sul decreto cautelare emesso dal tribunale amministrativo. Il presidente del Tar ha confermato che il presidente del tribunale ha giudicato illegittima l’esclusione della lista “Per il bene comune” ritenendo sussistenti sia il «danno grave e irreparabile» (a carico della lista esclusa) sia la non manifesta infondatezza del ricorso.
Elementi, questi, che hanno spinto il presidente a concedere la tutela cautelare «ante causam» in attesa della camera di consiglio per la discussione, fissata al 26 novembre, e dell’esame del merito fissato per il 10 dicembre (in queste date verrà discusso anche il ricorso presentato dalla Destra, da Rifondazione e da Comunisti Italiani contro la riammissione delle liste del Pdl, escluse in prima istanza dal comitato elettorale regionale).
Il 26 novembre il Tar potrebbe confermare oppure ribaltare il verdetto di ieri. In caso di conferma del verdetto, la data per le nuove elezioni, secondo un funzionario della Regione, dovrà essere stabilito dal presidente vicario Enrico Paolini. Ma siamo nel campo delle ipotesi e delle interpretazioni, perché da quando esistono le Regioni non si sono verificati casi analoghi (fa eccezione il precedente del mese scorso della provincia autonoma di Trento con il voto rinviato per l’esclusione di una lista).
Inoltre un rinvio di 15 giorni, il minimo stabilito dalla legge, potrebbe non essere sufficiente (si pensi solo alla necessità di ristampare tutto il materiale elettorale, schede, fac-simili, manifesti elettorali dei Comuni), dunque l’ipotesi che si fa in Regione è che il rinvio, se ci sarà, sarà di almeno un mese, che vorrà dire spostare tutto a gennaio.
Una data tanto vicina a quella delle prossime provinciali, che qualcuno dovrà porsi il problema se varrà la pena spendere 7 milioni del bilancio regionale per guadagnare uno o due mesi di tempo sul voto amministrativo nazionale di primavera. Nella sede del tribunale aquilano ieri è arrivato anche il candidato presidente del movimento escluso, Angelo Di Prospero, sindaco di San Giovanni Lipioni, che ha ritirato a mano il decreto a lui favorevole. «Sono soddisfatto e anche un po’ frastornato.
Ci avevano escluso il listino regionale per due firme ritenute non autenticate, mentre le stesse firme facevano parte anche delle liste provinciali perché i candidati erano gli stessi. E le liste sono collegate. Riteniamo di aver subìto un danno grave dall’esclusione e chiederemo di spostare il voto al 15 dicembre, almeno per poter fare la campagna elettorale come tutti gli altri, nelle loro stesse condizioni.
Ritengo che la concessione del decreto d’urgenza, che invece ad altre liste ricorrenti non è stato accordato, ci dia qualche concreta possibilità di vederci confermata la riammissione anche nell’udienza del 26 novembre». Alle ultime politiche la lista “Per il bene comune”, molti ex del partito dei Verdi, ha preso 2300 voti in Abruzzo, «ma i nostri candidati erano tutti di fuori regione», dice Di Prospero.
Frastornate e un tantito irritate le reazioni degli altri candidati presidenti: «Il sistema è impazzito, non c’è più certezza su nulla, e questo modo di fare sta diventando una prassi in tutto il Paese, abituato a privilegiare i formalismi più che la sostanza», ha commentato Gianni Chiodi, candidato del centrodestra alla guida della Regione, aggiungendo di essere «favorevole all’eliminazione del meccanismo di raccolta delle firme».
Per Ilaria Del Biondo, candidata del Partito comunista dei lavoratori, «queste elezioni stanno diventando rocambolesche, un po’ come la storia istituzionale dell’Abruzzo».
Il candidato dell’Udc-Udeur, Rodolfo De Laurentiis, non vuole entrare nel merito del fatto specifico legato alla lista «Per il bene comune», ma parla piuttosto di «una grande confusione sia nella fase precedente alla presentazione delle liste, sia dopo. Mi auguro» ha concluso De Laurentiis «che i cittadini abruzzesi siano messi nelle condizioni di andare al voto al più presto».
Antonio Di Pietro leader dell’italia dei Valori e grande sponsor del candidato presidente Carlo Costantini non ha dubbi: la lista di Di Prospero, ma anche quelle del Pdl «sono state depositate con il trucco, violando la legge. Possono allora i cittadini fidarsi di questi partiti e di queste persone che, prima ancora di iniziare a fare politica, con la sola presentazione delle liste elettorali fanno il gioco delle tre carte?» Di Pietro insiste dunque sul voto «al più presto».
Chiede invece che sia il Tar a fare presto Teodoro Buontempo, candidato presidente della Destra: «Per evitare polveroni e alterazioni in corso d’opera sulle liste dei partiti e dei candidati in competizione, il Tar, senza indugi, si riunisca d’urgenza questa sera stessa (ieri per chi legge nrd), per una decisione definitiva che riguardi la lista riammessa e altri ricorsi eventualmente giacenti. Questo per evitare che un eventuale rinvio delle elezioni non trovi poi riscontro nelle decisioni dei tribunali amministrativi».