La parlamentare teramana: Chiodi intervenga,<br />troppe le scelte fatte in case private e negli ascensori
«Enti, il Pdl faccia i tagli promessi»
Castellani: il centrodestra rischia di ricadere nei vecchi metodi clientelari
PESCARA. Carla Castellani deputata teramana Pdl non ama il palcoscenico ma le sue iniziative sono da protagonista. Prima il suo dissenso al decreto per l’Abruzzo approvato dalla Camera con lei che si astiene al coro unanime del Pdl. Ora le sue critiche ai vertici regionali.
La contestazione della Castellani è sul metodo usato finora nella gestione e sul rinvio delle nomine negli enti regionali. Una decisione che mette in ballo presidenze e direzioni di circa 80 enti pubblici regionali con un seguito di circa 250 posti in consigli di amministrazione. La Castellani è categorica: «Nel dicembre scorso solo la metà degli abruzzesi si è recata alle urne perchè i cittadini erano disgustati dalla politica e dai metodi usati come spartizioni di enti e i relativi sprechi. Oggi non possiamo riperccorere quella strada, dopo aver promesso radicale cambiamento». «A nostro avviso», osserva la Castellani che assieme ai colleghi abruzzesi della Camera ha sottoscritto un pesante documento nel quale si contestano le iniziative dei senatori Pdl, in particolare i coordinatori regionali Filippo Piccone e Fabrizio di Stefano, «abbiamo fatto una riflessione comune, il programma di Gianni Chiodi, del presidente che abbiamo sostenuto con grande impegno era quello che in Abruzo tornasse la fiducia tra gli eletti e gli abruzzesi.
Dobbiamo riprendere quel percorso, ridurre e rendere efficenti gli enti regionali. Capisco che con il terremoto dell’Aquila tutto abbia subito un rinvio, ma ripercorrere vecchie strade è davvero un errore. Mi chiedo, ma agli abruzzesi cosa serve avere tanti enti pubblici e fare tante nomine? Io credo che non serva. Nel caso di scelte», propone la Castellani, «bisogna privilegiare le logiche di merito e di competenza e non favorire l’accasamento di qualche amico. Siccome possiamo ancora decidere un nuovo percorso, il documento sottoscritto con i colleghi abruzzesi della Camera vuole essere un invito alla riflessione. Il nuovo promesso in campagna elettorale non lo realizziamo utilizzando vecchi metodi. Sarebbe come annullare quanto promesso ai cittadini».
Fatte le rimostranze Carla Castellani offre la possibilità di un confronto e magari di una ricucitura interna ma pone chiari paletti.
«Capisco che non è facile fare tutto sempre in modo sereno e chiaro», conlude la deputata Pdl, «ma c’è necessità di un confronto più ampio con il presidente della giunta regionale Chiodi e con lo stesso Consiglio regionale. Non era mai accaduto che le giunte comunali, nelle città in cui si è votato, venissero fatte a casa di qualcuno senza nemmeno l’ombra di un tavolo istituzionale. E’ necessario preservare sempre la sostanza istituzionale dei rapporti e credo che questo Pdl per avere una vita duratura dovrà strutturarsi davvero meglio».
Da Roma invece da parte sia di Filippo Piccone che di Fabrizio Di Stefano non sono emerse repliche al critico documento dei deputati: Dell’Elce, Castellani, Scelli, Pelino, Toto, Aracu e De Angelis. «Nessun commento», sintetizza Piccone e con lui Di Stefano che per ora non intende replicare.
La contestazione della Castellani è sul metodo usato finora nella gestione e sul rinvio delle nomine negli enti regionali. Una decisione che mette in ballo presidenze e direzioni di circa 80 enti pubblici regionali con un seguito di circa 250 posti in consigli di amministrazione. La Castellani è categorica: «Nel dicembre scorso solo la metà degli abruzzesi si è recata alle urne perchè i cittadini erano disgustati dalla politica e dai metodi usati come spartizioni di enti e i relativi sprechi. Oggi non possiamo riperccorere quella strada, dopo aver promesso radicale cambiamento». «A nostro avviso», osserva la Castellani che assieme ai colleghi abruzzesi della Camera ha sottoscritto un pesante documento nel quale si contestano le iniziative dei senatori Pdl, in particolare i coordinatori regionali Filippo Piccone e Fabrizio di Stefano, «abbiamo fatto una riflessione comune, il programma di Gianni Chiodi, del presidente che abbiamo sostenuto con grande impegno era quello che in Abruzo tornasse la fiducia tra gli eletti e gli abruzzesi.
Dobbiamo riprendere quel percorso, ridurre e rendere efficenti gli enti regionali. Capisco che con il terremoto dell’Aquila tutto abbia subito un rinvio, ma ripercorrere vecchie strade è davvero un errore. Mi chiedo, ma agli abruzzesi cosa serve avere tanti enti pubblici e fare tante nomine? Io credo che non serva. Nel caso di scelte», propone la Castellani, «bisogna privilegiare le logiche di merito e di competenza e non favorire l’accasamento di qualche amico. Siccome possiamo ancora decidere un nuovo percorso, il documento sottoscritto con i colleghi abruzzesi della Camera vuole essere un invito alla riflessione. Il nuovo promesso in campagna elettorale non lo realizziamo utilizzando vecchi metodi. Sarebbe come annullare quanto promesso ai cittadini».
Fatte le rimostranze Carla Castellani offre la possibilità di un confronto e magari di una ricucitura interna ma pone chiari paletti.
«Capisco che non è facile fare tutto sempre in modo sereno e chiaro», conlude la deputata Pdl, «ma c’è necessità di un confronto più ampio con il presidente della giunta regionale Chiodi e con lo stesso Consiglio regionale. Non era mai accaduto che le giunte comunali, nelle città in cui si è votato, venissero fatte a casa di qualcuno senza nemmeno l’ombra di un tavolo istituzionale. E’ necessario preservare sempre la sostanza istituzionale dei rapporti e credo che questo Pdl per avere una vita duratura dovrà strutturarsi davvero meglio».
Da Roma invece da parte sia di Filippo Piccone che di Fabrizio Di Stefano non sono emerse repliche al critico documento dei deputati: Dell’Elce, Castellani, Scelli, Pelino, Toto, Aracu e De Angelis. «Nessun commento», sintetizza Piccone e con lui Di Stefano che per ora non intende replicare.