Epurati, dissidenti o lealisti: la difficile vita dei grillini abruzzesi
Le polemiche sulle candidature, l’uscita dell’ex portavoce Lucifero, la richiesta di dimissioni di Spatola Maio. Per Vacca è solo democrazia
PESCARA. «Dovremmo essere la quintessenza della democrazia, ma non può funzionare che se la pensi diversamente dal capo o da non si sa chi si viene cacciati». A parlare è il grillino di Spoltore Carlo Spatola Mayo, che si è impegnato a dimettersi dalla carica di consigliere comunale dopo essere stato contestato dalla base del movimento pentastellato perché era presente nella sede della Provincia di Pescara il giorno delle elezioni. La vicenda ripropone anche a livello locale le polemiche sul meccanismo e sui principi del Movimento 5 Stelle, di cui tanto si discute in Italia per quelle che vengono definite “epurazioni” dei cosiddetti “dissidenti”.
E l'Abruzzo sembra non essere immune dai mal di pancia. A far discutere, tra l'altro, c'erano stati anche l'abbandono del Movimento da parte di Antonio Lucifero, uno degli attivisti della prima ora e fondatore del gruppo di Francavilla, i presunti viaggi gratis a Bruxelles di conoscenti dell'eurodeputata vastese Daniela Aiuto («viaggi di studio previsti dal regolamento del parlamento europeo», ha precisato la Aiuto) o la scelta del consigliere regionale Leandro Bracco di votare in modo difforme dal Movimento una risoluzione sull'amnistia, e prima ancora le polemiche sulla scelta del candidato sindaco a Pescara. Il tutto a colpi di tweet e post sui social network, strumento prediletto dagli attivisti per polemizzare e, in alcuni casi, per denunciare comportamenti “scorretti”, alimentando quel clima di “caccia alle streghe” che tanto fa discutere.
«Sto cercando di rimanere nel Movimento», riprende Spatola Mayo, «ma questo diventa sempre più difficile. Se chiunque sia in grado di ragionare viene allontanato, alla fine nel gruppo rimangono solo gli sciocchi. Siamo per l'abolizione delle Province, ma dato che le Province ora esistono è bene che io, da consigliere, abbia delle persone con cui interfacciarmi. Che non si potesse votare, tra l'altro, non era stato detto. I 15 attivisti del gruppo spoltorese», prosegue il consigliere, «hanno detto che per risolvere la situazione devo lasciare il Consiglio comunale e io sono pronto a farlo, nonostante l'apprezzamento espresso da almeno 50 cittadini per il lavoro svolto. Sul fatto che noi dobbiamo sentire la base non c'è dubbio, ma la base qual è? Gli attivisti o i cittadini che ci hanno votato? Sembra quasi che siano gli attivisti». «Sulle mie dimissioni», aggiunge Spatola Mayo, «mi sono consultato anche con i nostri parlamentari e contatterò lo staff nazionale, perché voglio delle garanzie. Chiederò anche una votazione formale ed un verbale, a mio parere necessari per motivare il mio gesto davanti ai cittadini».
Interpellato dal Centro interviene come «libero cittadino» Antonio Lucifero, che ha lasciato il gruppo il mese scorso. Secondo Lucifero «c'è un vero e proprio esodo e tutte le persone di qualità se ne stanno andando. Nel Movimento c'è poca chiarezza; non confusione, ma fumo, e viene il dubbio che questo fumo sia provocato. La “caccia alle streghe” continua, ma io ho riacquistato la mia vita uscendo dal gruppo. Il Movimento rimarrà alla storia, ma ciò che rimarrà saranno le ceneri di un disastro». La vicenda di Spatola Mayo, secondo il deputato pescarese Gianluca Vacca, è la »dimostrazione di come funzioni il Movimento: si è confrontato con il suo gruppo e ha fatto un passo indietro, mi sembra una buona prova di democrazia partecipata e buon senso. Non avendo dei vertici che possano indicare, c'è una totale democrazia a livello orizzontale. Bisogna rispettare le poche regole che ci sono, tra cui quella fondamentale: essere portavoce degli eletti». Secondo Vacca «la dialettica cui si assiste a livello locale è democrazia a 360 gradi, alla base del principio del M5s. Il movimento abruzzese», aggiunge il deputato, «è molto compatto e i risultati delle regionali lo dimostrano. Le discussioni fanno parte del gioco. Se non ci fossero, ci sarebbe il piattume e vorrebbe dire che il sistema non funziona. Il controllo sugli eletti da parte della base è positivo».
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