"Escludete le cliniche private dalle parti civili"

L'avvocato di Del Turco: nessun danno per Spatocco e Pierangeli

PESCARA. La sostituzione di un giudice, l'ammissibilità delle parti civili, pubbliche e private, e la richiesta da parte del legale di Maria Maurizio, l'ex moglie del deputato Sabatino Aracu, di essere ammessa al processo insieme alla figlia come parte offesa.

Nella nuova udienza del processo della Sanità, si torna sui passi della fase preliminare quando l'ammissibilità della signora Maurizio, come parte offesa, era stata già definita da Angelo Zaccagnini: il gup aveva escluso la signora dal procedimento non accogliendo, quindi, la sua richiesta di risarcimento di 6,6 milioni di euro.

Non c'erano sedie per tutti, ieri mattina, nella nuova aula, in un'udienza colma di avvocati e a cui hanno partecipato anche nove imputati: il protagonista Ottaviano Del Turco, sempre presente alle udienze insieme a Luigi Conga, l'ex direttore generale della Asl di Chieti.

E' stata la prima volta in aula, invece, per l'ex segretario dell'ufficio di presidenza della Regione Lamberto Quarta, in aula, insieme agli ex consiglieri regionali Camillo Cesarone e Antonio Boschetti e all'ex assessore alla Sanità Bernardo Mazzocca. Sei ore di interventi degli avvocati, è stata bagarre sull'ammissibilità delle parti civili - le Asl, la Regione Abruzzo e le case di cura private - in un'udienza fiume aperta da un'istanza a sorpresa depositata il giorno prima alla Corte d'Appello da Sabatino Ciprietti, avvocato di Vincenzo Maria Angelini.

SOSTITUIRE DE CESARE.
Il collegio giudicante del processo della Sanità è formato dal presidente Carmelo De Santis e dai giudici Massimo De Cesare e Gianluca Falco. Ma Ciprietti ha chiesto che De Cesare venisse sostituito per «gravi inimicizie tra il padre del giudice e Angelini».

Ma in apertura, De Santis ha letto la decisione della Corte d'Appello: «I motivi addotti di gravi inimicizie, l'aver parlato male dell'attività di Angelini, non possono essere presi in considerazione. La Corte d'Appello rigetta l'istanza e condanna l'avvocato a pagare mille euro di ammenda».

NO ALLE CLINICHE.
Nell'udienza preliminare sono state ammesse 12 parti civili: Asl di Avezzano-Sulmona-L'Aquila, Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, Asl di Pescara e Asl di Teramo. Poi, la Regione Abruzzo e le case di cura private Pierangeli, Spatocco, Villa Letizia e Villa Serena; lo stesso Vincenzo Angelini, Armando Jenga e l'associazione ospedalità privata Aiop limitatatamente ad alcuni capi di imputazione. Ma Giandomenico Caiazza, avvocato di Del Turco, insieme a Giuliano Milia, ha chiesto con un articolato intervento di escludere le case di cura private: Pierangeli, Spatocco, Villa Letizia e Villa Serena. «Per essere ammesse», ha illustrato in aula, «occorre un danno diretto e immediato e che il danno trovi un'esplicita descrizione nei capi di imputazione contestati a Del Turco. Ma non è così, le case di cura hanno solo immaginato. Nessuna delle imputazioni legittima la domanda risarcitoria. L'associazione per delinquere non descrive nulla a danno delle cliniche private. Nel capo di imputazione, quel progetto criminale viene realizzato nei confronti di Angelini che si dichiara legittimamente concusso per molti milioni di euro e perciò si costituisce parte civile». Caiazza si accalora e smanaccia quando conclude: «Questo processo dovrà chiarirci perché le case di cura pretendono di costituirsi dove non sono danneggiate, ovvero sotto Del Turco, e invece non si costituiscono dove hanno subìto danni, nella giunta di Giovanni Pace».

L'intervento di Caiazza è stato seguito da quello degli avvocati degli altri imputati in una corale richiesta di esclusione delle parti civili, sia quelle private che quell pubbliche. E' nel pomeriggio che, poi, gli avvocati delle parti offese hanno risposto al legale di Ottaviano Del Turco con un'unica voce: nel capo di imputazione si evince il danno alle parti civili. Questo è quello che ha ribadito l'avvocato Daniele Benedini difensore della Regione e che ha sottolineato Tommaso Marchese, legale di Villa Letizia, Aiop e casa di cura Spatocco. «Sono argomenti già trattati e definiti dal giudice Zaccagnini che ha accolto la richiesta di ammissione delle parti civili. C'è un rapporto diretto tra reato e domanda risarcitoria. Non so come si possa pensare che le case di cura siano estranee. E' scritto nel capo di imputazione che sono state messe in condizione di sudditanza».

MARIA MAURIZIO OFFESA.
Uno squarcio di udienza è stato poi dedicato all'ex moglie di Sabatino Aracu, sviscerata nel doppio ruolo di madre e coniuge. «Chiedo di ammetterla come parte civile», ha detto l'avvocato Francesco Silvestri. «La signora ha subìto, come coniuge e madre di una bambina, un danno riflesso dal comportamento del marito: un danno materiale, morale, che ha avuto influenze negative sulla sua condotta in società e anche sulla perdita di chance occupazionali. Quindi, la signora e la figlia hanno diritto a un risarcimento». Alla richiesta, è seguita la mini replica del legale di Aracu, Parisi, sostituto di Giulia Bongiorno: «La signora è stata già esclusa dal gup Zaccagnini». Il procuratore capo Nicola Trifuoggi e i pm Giampiero Di Florio e Giuseppe Bellelli hanno ascoltato gli avvocati e replicheranno nella prossima udienza dell'8 giugno. Ma, intanto, Di Florio, rivolgendosi all'avvocato della Maurizio, ha chiosato: «Forse l'avvocato è stato indotto ancora a presentare richiesta di parte civile perché nella lista dei testi presentata da Aracu, almeno settanta dovranno parlare dei rapporti tra lui e l'ex moglie». (p.au.)

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