Ferisce poliziotto e gli trasmette l’epatite
L’aggressione mentre viene ammanettato, il giudice lo rinvia a giudizio per lesioni
TERAMO. Affetto da epatite C, aggredisce un poliziotto che cerca di ammanettarlo dopo un inseguimento e gli trasmette la grave malattia. Anche di questo dovrà rispondere in tribunale un 39enne di Atri che ieri è stato rinviato a giudizio, il 3 febbraio 2010 davanti alla sezione distaccata di Atri, dal gup Marco Billi.
IL FATTO. L’episodio (dei cui protagonisti omettiamo i nomi per tutelare il diritto alla privacy sulle condizioni di salute) accade a Notaresco il 16 agosto del 2008. Due poliziotti della stradale di Teramo che svolgono un normale servizio di controllo alzano la paletta rossa a un motociclista che procede a zigzag, senza casco e tentando di impennare. Il motociclista spericolato non si ferma all’alt e tira dritto. Comincia un inseguimento che si conclude dopo qualche chilometro. La Polstrada raggiunge il fuggitivo e i due agenti scendono dall’auto per immobilizzarlo. Ne vien fuori una colluttazione nella quale il motociclista, prima di essere ammanettato, infligge lesioni al volto e alle braccia a uno dei poliziotti, che va al pronto soccorso a farsi medicare.
LA DIAGNOSI. Poiché il giovane di Atri, già noto alle forze dell’ordine, è conosciuto come tossicodipendente e portatore di patologie infettive, il poliziotto ferito si sottopone ad accertamenti accurati e, dopo qualche settimana, le analisi danno un responso che fa gelare il sangue: ha contratto l’epatite C in una forma cronica, cioé che dura tutta la vita. La diagnosi costringe il poliziotto a non lavorare per un anno intero, durante il quale si sottopone a massicce terapie farmacologiche ed è costretto a tenere uno stile di vita particolarmente morigerato.
PARTE CIVILE. Ora l’agente è stato reimmesso in servizio, ma la malattia che ha contratto è cronica. Così ieri, nell’udienza preliminare, si è costituito parte civile attraverso il suo legale Claudio Iaconi. L’imputato, assistito da Daniele Di Furia, è stato rinviato a giudizio per lesioni volontarie aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e ingiurie. In caso di condanna, dovrà risarcire la parte offesa.
LA MALATTIA. L’epatite C è una forma di epatite (infiammazione del fegato) causata dal virus Hepatitis C Virus (HCV). Una volta penetrato nel fegato il virus causa una epatite acuta che, nella maggior parte dei casi, è asintomatica. Ciò fa sì che la malattia possa divenire cronica (nell’80% dei casi) senza che il paziente se ne accorga, né possa quindi curarla precocemente. Si stima che su 100 persone infettate dal virus Hcv solamente il 15% non sviluppa alcuna patologia cronica, liberandosi dal virus grazie al proprio sistema immunitario; il restante 85% sviluppa forme croniche della malattia con complicanze che nel 17% dei casi evolvono in cirrosi epatica, mentre nel 2% in carcinoma epatocellulare.<
IL FATTO. L’episodio (dei cui protagonisti omettiamo i nomi per tutelare il diritto alla privacy sulle condizioni di salute) accade a Notaresco il 16 agosto del 2008. Due poliziotti della stradale di Teramo che svolgono un normale servizio di controllo alzano la paletta rossa a un motociclista che procede a zigzag, senza casco e tentando di impennare. Il motociclista spericolato non si ferma all’alt e tira dritto. Comincia un inseguimento che si conclude dopo qualche chilometro. La Polstrada raggiunge il fuggitivo e i due agenti scendono dall’auto per immobilizzarlo. Ne vien fuori una colluttazione nella quale il motociclista, prima di essere ammanettato, infligge lesioni al volto e alle braccia a uno dei poliziotti, che va al pronto soccorso a farsi medicare.
LA DIAGNOSI. Poiché il giovane di Atri, già noto alle forze dell’ordine, è conosciuto come tossicodipendente e portatore di patologie infettive, il poliziotto ferito si sottopone ad accertamenti accurati e, dopo qualche settimana, le analisi danno un responso che fa gelare il sangue: ha contratto l’epatite C in una forma cronica, cioé che dura tutta la vita. La diagnosi costringe il poliziotto a non lavorare per un anno intero, durante il quale si sottopone a massicce terapie farmacologiche ed è costretto a tenere uno stile di vita particolarmente morigerato.
PARTE CIVILE. Ora l’agente è stato reimmesso in servizio, ma la malattia che ha contratto è cronica. Così ieri, nell’udienza preliminare, si è costituito parte civile attraverso il suo legale Claudio Iaconi. L’imputato, assistito da Daniele Di Furia, è stato rinviato a giudizio per lesioni volontarie aggravate, resistenza a pubblico ufficiale e ingiurie. In caso di condanna, dovrà risarcire la parte offesa.
LA MALATTIA. L’epatite C è una forma di epatite (infiammazione del fegato) causata dal virus Hepatitis C Virus (HCV). Una volta penetrato nel fegato il virus causa una epatite acuta che, nella maggior parte dei casi, è asintomatica. Ciò fa sì che la malattia possa divenire cronica (nell’80% dei casi) senza che il paziente se ne accorga, né possa quindi curarla precocemente. Si stima che su 100 persone infettate dal virus Hcv solamente il 15% non sviluppa alcuna patologia cronica, liberandosi dal virus grazie al proprio sistema immunitario; il restante 85% sviluppa forme croniche della malattia con complicanze che nel 17% dei casi evolvono in cirrosi epatica, mentre nel 2% in carcinoma epatocellulare.<