Ferrovie, dimenticati gli abruzzesi

Su 40mila dipendenti di Trenitalia, solo 546 sono della regione

LANCIANO. La ferrovia Sangritana dopo circa venti anni torna a fare un concorso per macchinisti e capitreni, e non lo vincola a nessun criterio territoriale. I posti sono in tutto 75 e la selezione, iniziata martedì, è aperta a chiunque abbia la cittadinanza italiana o risieda in uno stato appartenente alla Comunità Europea. Essere residenti in Abruzzo non rappresenta in alcun modo un titolo preferenziale.

Trenitalia invece le assunzioni le fa, ma non qui.

Su più di 40mila dipendenti Trenitalia, in Abruzzo ce ne sono solo 546 (tra cui 13 a tempo determinato e 3 part time), e prevalentemente sono assunti nella direzione regionale del trasporto locale.

Un esempio di federalismo al contrario. La società di trasporto locale, che ha come socio unico la Regione, che ne cura l'attività e la gestione e ne definisce il consiglio di amministrazione, non sente di dover salvaguardare l'occupazione dei giovani abruzzesi, «siamo moderni e aperti all'Europa», afferma il presidente Pasquale Di Nardo. Trenitalia dal canto suo ha assunto negli ultimi dieci anni circa 8mila giovani, facendo ricorso sempre ad uno specifico titolo preferenziale, «la residenza da almeno sei mesi nelle regioni sedi di lavoro», e in molti casi addirittura «nella provincia di riferimento».

Con questo sistema sono state assunte nelle vicine Marche centinaia di giovani che oggi lavorano sulla stessa direttrice Adriatica sulla quale in passato operava anche il personale abruzzese. E poi ancora Torino, Alessandria, Savona, ma anche Cagliari e Palermo. I bandi sono tanti, ma attribuendo la precedenza ai candidati residenti vengono discriminati tutti gli altri.

I dati parlano chiaro. A marzo 2010 il Gruppo FS contava 76070 unità lavorative, di cui 39817 contrattualizzate a tempo indeterminato in Trenitalia e 383 a tempo parziale. I macchinisti si attestavano sui 10744 e i capitreno erano 6608. Di abruzzesi nemmeno l'ombra. Su 1293 giovani assunti a tempo determinato da Trenitalia sul territorio nazionale, gli abruzzesi sono una decina.

Sui bandi infatti viene sempre chiesto un requisito fondamentale: la residenza nelle regioni dove sono previste le assunzioni, e tra queste l'Abruzzo non c'è.

Eppure le procedure di reclutamento nelle pubbliche amministrazioni o comunque nelle società a capitale pubblico, prevedono modalità di svolgimento che ne garantiscano la parità delle condizioni e l'imparzialità dettata dal principio dell'art. 16 della Costituzione, che riconosce a tutti il diritto di fissare liberamente la propria residenza in qualsiasi parte del territorio nazionale. In questo panorama confuso, la Sangritana e la Regione Abruzzo, si sono dimostrate «aperte», senza però tutelare le aspettative di lavoro dei giovani abruzzesi, già dimenticati da Trenitalia.

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