Fondi agricoltura, duemila domande
Aiuti per 436 milioni di euro. È boom di nuove imprese guidate da giovani.
PESCARA. Sono 2.309 le domande presentate alla Regione per il bando sui 430 milioni di fondi europei del Piano di sviluppo rurale 2007-2013. I numeri sono stati annunciati ieri dall’assessore regionale all’Agricoltura Mauro Febbo. «Risultati a dir poco esaltanti», ha commentato l’assessore, «che rappresentano la migliore sintesi del lavoro svolto in questi mesi al fianco delle organizzazioni regionali del settore». Per Febbo la risposta delle imprese dimostra la vivacità dell’agricoltura abruzzese «pronta ad affrontare il confronto a volte duro con la globalizzazione». Cinque in totale le misure contemplate nel bando, per un volume di investimenti complessivi di oltre 436 milioni di euro, mentre il totale del contributo richiesto ammonta a 220 milioni e 885 mila euro. Per la prima misura, che riguarda l’insediamento dei giovani agricoltori, sono stati richiesti 19 milioni e 878 mila euro; per la seconda riguardante il prepensionamento, 19 milioni e 103 mila euro; per la terza, che riguarda l’ammodernamento delle aziende agricole, 132 milioni e 563 mila euro; per la quarta sull’accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli 41 milioni e 464 mila euro; per l’ultima, concernente la ricostruzione del potenziale produttivo forestale, 7 milioni e 876 mila euro.
Al bando non hanno potuto rispondere, per questioni legate al sisma, le aziende agricole dell’Aquilano, alle quali comunque sarà destinato un bando che sarà pubblicato entro il 31 dicembre e prevederà la copertura degli investimenti fino al 100%, mentre per il bando presentato ieri la copertura dei fondi pubblici arriva al 40% ad eccezione delle imprese giovani e dei prepensionamenti per i quali il contributo dello stato è a totale copertura. Riguardo alle imprese giovani l’assessore ha assicurato che «saranno effettuati controlli accurati per evitare che i fondi prendano altre strade come è accaduto nel passato». Altra questione è quella dei tempi, rispetto ai quali Febbo si è detto convinto che «l’Abruzzo non sarà più la pecora nera del sistema agricolo italiano».
Soddisfatte le organizzazioni di categoria. Il presidente della Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti ha invitato però a non confondere il Piano di sviluppo rurale (Psr) con la politica agricola della Regione. In questo caso «il Psr può avere addirittura un effetto negativo, perché quando sentono aria di intervento le imprese bloccano gli investimenti in attesa dei fondi». Pasetti chiede invece alla Regione un’azione politica di indirizzo e, in quest’ottica, una modifica del piano «che oggi è sperequativo perché avvantaggia alcune aziende nei confronti di altre», sulla base per esempio di una imperfetta zonizzazione del territorio («questo piano tronca le gambe alla viticoltura delle zone interne», ha rilevato Pasetti). Anche per il presidente della Cia Domenico Falcone il piano è uno «strumento non perfetto che va migliorato», per esempio studiando canali preferenziali per l’imprenditoria giovanile. Il direttore di Confagricoltura Michele Serra ha chiesto alla Regione uno sforzo in più per dare nel giro di pochi mesi una risposta alle domande di finanziamento.
Al bando non hanno potuto rispondere, per questioni legate al sisma, le aziende agricole dell’Aquilano, alle quali comunque sarà destinato un bando che sarà pubblicato entro il 31 dicembre e prevederà la copertura degli investimenti fino al 100%, mentre per il bando presentato ieri la copertura dei fondi pubblici arriva al 40% ad eccezione delle imprese giovani e dei prepensionamenti per i quali il contributo dello stato è a totale copertura. Riguardo alle imprese giovani l’assessore ha assicurato che «saranno effettuati controlli accurati per evitare che i fondi prendano altre strade come è accaduto nel passato». Altra questione è quella dei tempi, rispetto ai quali Febbo si è detto convinto che «l’Abruzzo non sarà più la pecora nera del sistema agricolo italiano».
Soddisfatte le organizzazioni di categoria. Il presidente della Coldiretti Abruzzo Domenico Pasetti ha invitato però a non confondere il Piano di sviluppo rurale (Psr) con la politica agricola della Regione. In questo caso «il Psr può avere addirittura un effetto negativo, perché quando sentono aria di intervento le imprese bloccano gli investimenti in attesa dei fondi». Pasetti chiede invece alla Regione un’azione politica di indirizzo e, in quest’ottica, una modifica del piano «che oggi è sperequativo perché avvantaggia alcune aziende nei confronti di altre», sulla base per esempio di una imperfetta zonizzazione del territorio («questo piano tronca le gambe alla viticoltura delle zone interne», ha rilevato Pasetti). Anche per il presidente della Cia Domenico Falcone il piano è uno «strumento non perfetto che va migliorato», per esempio studiando canali preferenziali per l’imprenditoria giovanile. Il direttore di Confagricoltura Michele Serra ha chiesto alla Regione uno sforzo in più per dare nel giro di pochi mesi una risposta alle domande di finanziamento.