L'INDAGINE

Fondi europei, l'Abruzzo in fondo alla classifica: "Rimborsato il 50% della spesa"

L'analisi degli ultimi dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea che coprono l'andamento delle allocazioni fino al 31 dicembre 2021. Per "correre ai ripari" c'è una proroga di due anni

BRUXELLES. Malgrado gli sforzi, l'impegno e le promesse l'Abruzzo figura in fondo alla classifica sulla spesa del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). E' in compagnia di Campania, Piemonte e Umbria: tutte, stando agli ultimi dati disponibili, sotto il 50% della capacità di spesa dei fondi assegnati. Peggio ha fatto (per ora) solo le Marche, Regione maglia nera, con il 42% dei fondi spesi (244 milioni di euro spesi su 594).

È quanto emerge da un'analisi degli ultimi dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea _ ripresi a livello nazionale -, che coprono l'andamento delle allocazioni fino al 31 dicembre 2021. Si tratta di spese certificate alla fine dell'anno scorso e rimborsate da Bruxelles. Il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) è il più imponente messo a disposizione dell'Italia per il periodo 2014-2020 con un totale di 36 miliardi di euro.

La classifica vuole fare da "stimolo" e invita ad attualizzare i propri obiettivi, impiegare le risorse e a fare meglio.

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Tempo a disposizione c'è. Infatti il dato che può "consolare" (ma non da far dormire sugli allori)  è che in base alle attuali regole, per non rischiare di perdere fondi l'ultima fattura dev'essere emessa entro il 31 dicembre 2023. Un anno mezzo quindi per raddrizzare le cose.

Inoltre c'è da considerare che i dati sull'andamento della spesa per programmi e per Regioni dovrebbero essere aggiornati entro luglio e possono registrare progressi significativi proprio in funzione della necessità di accelerare l'esecuzione dei progetti per non perdere fondi. Non è quindi escluso che l'Abruzzo abbia nel frattempo (dal dicembre 2021 fino a luglio) dato una brusca sterzata e cambiato rotta in modo da accellerare e recuperare sui programmi di spesa. In genere quando vengono diffuse queste classifiche a livello nazionale, assessori e giunte regionali sono pronte a tirare fuori dati in loro possesso più aggiornati e migliorativi. Dati che devono poi comunque trovare riscontro a livello nazionale ed europeo.

Tuttavia un altro campanallo d'allarme per l'Abruzzo si accende sull'impiego del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). Le cose non vanno meglio perché sempre alla fine dell'anno scorso _ e sempre in bae ai dati ufficiali europei -, risultano essere dieci le regioni che avevano certificato meno della metà della spesa. E l'Abruzzo rientra in questo elenco, insieme a Marche, Liguria, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria, Emilia Romagna e Molise. In questo caso il fanalino di coda è la Puglia (al 31%).