il capo della protezione civile
Gabrielli: nella sentenza c’è qualcosa che non va
L’AQUILA. C’è un capo d’imputazione speculare al dispositivo della sentenza cioè sette persone che hanno ruoli diversi vengono puniti allo stesso modo, dunqiue c’è qualcosa che non va». Lo sostiene...
L’AQUILA. C’è un capo d’imputazione speculare al dispositivo della sentenza cioè sette persone che hanno ruoli diversi vengono puniti allo stesso modo, dunqiue c’è qualcosa che non va». Lo sostiene il prefetto Franco Gabrielli capo Dipartimento della Protezione civile in audizione alla commissione Ambiente della Camera, dove ha detto di aver ricevuto, in questi giorni, molte e-mail di protesta degli aquilani. «Ho chiesto in maniera chiara al governo di affrontare il tema di fronte alla valutazione di eventi connotati da grande incertezza, non possiamo conferire soglie di responsabilità uguali a situazioni normali. Ho fatto un appello al parlamento per affrontare la soglia di responsabilità che tuteli il mondo della scienza».
«Si arrivi quanto prima», ha aggiunto Gabrielli, «a varare una norma che salvaguardi le persone che devono essere messe in condizione di svolgere serenamente un lavoro delicato». Il prefetto sollecita «a ricostruire un rapporto che si è incrinato con la comunità scientifica. Un rapporto che va garantito visto che i membri della commissione Grandi Rischi non si sentono tutelati rispetto al futuro». Quanto alla sentenza, Gabrielli si dice «preoccupato sia per i fatti accaduti sia per le reazioni successive. Non vorrei che tutto si traducesse in uno scontro tra chi ritiene che i giudici abbiano sempre torto e chi sostiene che hanno sempre ragione. Il problema non è la sentenza e non vorrei che pilatescamente si dicesse che la giustizia deve fare il suo corso e vediamo che succede da qui alla Cassazione».
Il consiglio di presidenza dell’Accademia dei Lincei ha costituito una commissione composta da propri soci per prendere in esame i diversi profili della sentenza.
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