Gas tossici nei bisturi, 13 arresti

I Nas: omissioni nelle sterilizzazioni di cibi e presidi chirurgici

PESCARA. Ferri chirurgici e alimenti sterilizzati con gas tossici a Popoli e immessi sul mercato con certificazione false. È l’accusa formulata dai Nas nei confronti di dirigenti, tecnici e dipendenti della Bioster, ditta lombarda leader nel settore della sterilizzazione e proprietaria dello stabilimento abruzzese. Le indagini dei Nas hanno portato a 13 arresti, di cui quattro a Pescara.

L’operazione dei Nas è scattata ieri mattina all’alba in quattro città: Pescara, Frosinone, Bergamo e Brescia. Le misure cautelari sono state emesse dal gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis, su richiesta del Pm Valentina D’Agostino. Le tredici persone coinvolte sono state sottoposte agli arresti domiciliari. Devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla frode nelle pubbliche forniture, all’adulterazione di alimenti e alla falsità materiale e ideologica.

Secondo i carabinieri, nell’impianto Bioster di Popoli si ometteva il procedimento finale di sterilizzazione dei ferri chirurgici e di altri dispositivi medici. Così nei bisturi restavano tracce di ossido di etilene, un gas tossico potenzialmente pericoloso per la salute. Lo stesso gas sarebbe stato utilizzato sino al 2007 per sterilizzare partite di alimenti vegetali e stuzzicadenti.

L’ORGANIZZAZIONE.
A capo dell’associazione a delinquere vi erano due bergamaschi, Sara e Gianluca Bonomi, di 43 e 41 anni. Sono i figli dell’amministratore unico e rappresentate legale della Bioster, che non è coinvolto nella vicenda. Nell’azienda di famiglia Sara è la responsabile dei laboratori analisi, mentre Gianluca dirige il controllo qualità. Erano loro, secondo i Nas, a impartire ai dipendenti i vari compiti, tra cui quello di falsificare i documenti in modo da mascherare le inadempienze.

Se la mente era a Bergamo, il braccio operativo era a Popoli. Un ruolo chiave hanno infatti i quattro pescaresi arrestati: Domenico Bucci e Francesco Anastasi, entrambi dipendenti, e Antonio e Ketti Luccitti. Il primo è agente commerciale la seconda è una tecnica del laboratorio analisi dell’azienda dove sarebbero state falsificate le certificazioni.

GLI ARRESTATI.
Oltre ai due fratelli Bonomi e ai quattro pescaresi sono agli arresti domiciliari altre 9 persone tutte legate alla Bioster. Si tratta di Giovanni Pezzotta, dirigente, Cristina Bonomi, responsabile commerciale, Paolo Colombelli, ingegnere responsabile degli impianti di sterilizzazione in ossido di etilene, Mauro Bordogna, dirigente responsabile amministrativo finanziario del gruppo, Simeone Spinoni, dirigente, Nicola Breno, dirigente, e Rocco D’Aguanno, responsabile dei trasporti del materiale.

LA SOFFIATA.
Le indagini che hanno portato agli arresti di ieri sono cominciate tre anni fa.Nel novembre del 2007 i Nas, coordinati dal comandante Marcello Sciarappa, hanno sequestrato l’impianto di sterilizzazione dello stabilimento Bioster di Popoli. Era privo delle autorizzazioni amministrative per le emissioni dei fumi di scarico che, peraltro, risultavano superiori ai limiti consentiti dalla legge.
In quell’occasione i militari hanno acquisito delle segnalazioni da parte di alcuni dipendenti. Questi sostenevano che c’erano delle irregolarità nelle procedure per la sterilizzazione dei ferri chirurgici e di altri prodotti, tra cui degli alimenti.

ALIMENTI ALL’ETILENE.
I militari hanno da prima appurato che, sino al 2007, nello stabilimento abruzzese sono state sterilizzate delle partite di frutta secca, pinoli e funghi secchi prodotti da alcune ditte laziali e campane. Poi hanno cominciato a sospettare che per la sterilizzazione fosse utilizzato ossido di etilene.
Questo gas è fondamentale per i lavori in cui è specializzata al Bioster: serve a sterilizzare i presidi medici chirurgici. Il suo utilizzo è però vietato dal 2004 sugli alimenti: un decreto del Ministero della salite stabilisce che è cancerogeno.
Nel luglio del 2008 i Nas hanno perquisito un’altra volta lo stabilimento di Popoli e sono andati nella sede amministrativa della Bioster a Seriate. Altre perquisizioni sono state effettuate anche nelle ditte che avevano assegnato all’azienda lombarda la sterilizzazione degli alimenti.
Secondo i carabinieri il risultato del blitz è chiaro. Sino al 2007, nello stabilimento abruzzese sono state sterilizzate con l’ossido di etilene alcune partite di alimenti. E per nascondere le prove, la ditta aveva prodotto delle false certificazioni che attestavano la sterilizzazione dei prodotti alimentari con l’anidride carbonica.

GAS NEI BISTURI. Durante i controlli i carabinieri hanno fatto anche un’altra scoperta. La Bioster ha continuato a sterilizzare presidi chirurgici a Popoli anche nel periodo in cui l’impianto di sterilizzazione era sotto sequestro. Non solo. Tutto il materiale, poi finito negli ospedali, era accompagnato da una certificazione che attestava la corretta sterilizzazione.

Il sospetto che ci fossero altre irregolarità ha portato a nuove indagini. Così i Nas hanno scoperto che nello stabilimento Bioster di Popoli venivano sterilizzati strumenti chirurgici omettendo l’ultima fase del procedimento.

Bisturi, forbici e pinze non venivano sottoposti al degasaggio. Con questo procedimento, che dura tra le 24 e le 48 ore, vengono eliminati i residui dell’ossido di etilene, lo stesso gas che aveva già a messo nei guai la Biosfer perché usato per sterilizzare gli alimenti.

RISCHI PER LA SALUTE.
«Gli effetti della sostanza sul corpo umano sono nocive e nel tempo possono causare malattie gravi», ha spiegato in conferenza stampa il colonnello Pierluigi Felli, del gruppo tutela salute di Roma. I carabinieri della capitale hanno affiancato i Nas di Pescara perché i presidi chirurgici sterilizzati a Popoli venivano usati in particolare negli ospedali del Lazio. Tra queste l’ospedale San’Eugenio di Roma, l’Alesini di Roma, il San Camillo Forlanini, gli Istituti Regina Elena di Roma, l’ospedale Grossi di Ostia e il Mazzini di Ascoli.