Giovani, diplomati e single i nuovi emigranti d’Abruzzo

Il rapporto del ministero conta 3.500 partenze nel 2012, e sono solo una minima parte Chi cerca un’occupazione punta soprattutto su Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti

PESCARA. Sono 3.553 gli abruzzesi che nel corso del 2012 si sono iscritti all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (Aire) del ministero dell'Interno. Il 2,2% in più rispetto all'anno precedente. La cifra comprende sia chi ha deciso di lasciare definitivamente la nostra regione, sia gli oriundi abruzzesi che hanno acquisito il passaporto italiano.

Di questi nuovi abruzzesi residenti all'estero, 1.544 sono della provincia di Chieti, 755 della provincia di Pescara, 698 della provincia de L'Aquila e 556 della provincia di Teramo. Ce lo dice il Rapporto degli Italiani nel Mondo 2013 che la Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana ha pubblicato in questi giorni. Uno studio annuale sulla mobilità italiana che mette insieme, in tutta la sua complessità, l'emigrazione del passato con quella del presente, grazie ad approfondimenti e dati statici a confronto. Delfina Licata, la curatrice del Rapporto, prendendo in esame più fonti, scrive che l'età media di chi emigra per lavoro oggi è di circa 34 anni, spesso single, di entrambi i sessi, e proviene dal meridione, con un significativo incremento delle regioni del Nord.

I giovani in cerca di un'occupazione si dirigono prevalentemente in Europa: Germania, Svizzera e Regno Unito, ma anche in USA. Da un triennio sono in forte crescita paesi come Brasile e Cina. La nuova ondata migratoria è composta da persone con un grado superiore d'istruzione rispetto al passato. I diplomati sono il 28,7%, mentre i laureati il 22%. Il resto possiede una licenza media inferiore (24,4%) o la scuola elementare. Sono in aumento gli espatriati giovanissimi e gli over 65 che decidono di trascorrere la loro pensione in paesi dove la vita costa di meno.

Interessante, infine, sapere che i cosiddetti "cervelli in fuga" non si considerano tali e preferiscono definirsi "talenti capaci di scegliere". Sebbene rimproverano all'Italia l'assenza di una cultura meritocratica, ritengono normale migrare verso paesi dove hanno più opportunità per mettersi alla prova.

Tornando all'Abruzzo. Se in questi ultimi anni il tasso di espatri nella nostra regione è inferiore rispetto alla media nazionale, gli abruzzesi restano un popolo di emigranti. Sono partiti in massa ai quattro angoli della terra in particolare modo durante la Grande emigrazione, tra il 1869 e il 1931, e nell'immediato dopoguerra, tra il 1946 e il 1974. Ce lo confermano i dati Istat, secondo i quali, tra il 1876 e il 2005, hanno lasciato il nostro territorio oltre 1 milione e 200 mila abruzzesi (1.257.450). I Rimpatri sono stati solo 476.410.

Nonostante questi dati, definire oggi quanti siano gli abruzzesi nel mondo è un'operazione alquanto difficile. Come abbiamo già detto, non tutti quelli che lasciano la nostra regione si iscrivono all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero, così come non è presente in questa lista un numero considerevole di abruzzesi di seconda o terza generazione, i cosiddetti oriundi. Però sappiamo che oggi i nostri corregionali iscritti all'Aire sono 167.153, su un totale di oltre 4 milioni e 300 mila (4.341.156) italiani residenti all'estero. Siamo quindi al 9° posto per numero di iscritti e al 6° se consideriamo questi dati in relazione agli abitanti della nostra regione. L'Abruzzo ha infatti un'incidenza sulla popolazione che si aggira intorno al 12,8 %, quasi come il Friuli, Venezia Giulia, ed è inferiore solo a regioni come Calabria, Basilicata, Molise e Sicilia.

Questo depauperamento demografico è ancora più evidente se osserviamo il grado di incidenza dell'emigrazione nei primi 50 comuni con meno di 10mila abitanti. L'Abruzzo ne presenta ben 9 e risulta la regione con più comuni "svuotati" a causa di questo fenomeno. Roio del Sangro ha un'incidenza sulla sua popolazione del 241,7%, Rosello del 175,1%, Borello del 161,1%, Carapelle Calvisio del 140%, Sant'Eufemia a Maiella del 135,1%, Guilmi del 134,5%, Salle del 134,4%, Cansano del 125,9%, Gamberale del 119,8. Ciò vuol dire che questi paesini hanno più abitanti residenti all'estero che sul loro territorio.

Come si evince da questo elenco, la provincia che ha avuto un peso maggiore nell'emigrazione abruzzese è quella di Chieti, con ben 68.940 iscritti all'Aire, contro i 37.581 della provincia dell'Aquila, i 30.448 della provincia di Pescara e i 30.184 della provincia di Teramo.

Passando alle città, nella graduatoria nazionale dei comuni con più di 100mila abitanti, Pescara risulta 9°, accanto a Milano, Bergamo e Venezia, con un'incidenza sulla popolazione del 4,9% (5.723 iscritti all'Aire su 117.166 abitanti, Istat 2011), mentre Atessa è tra i primi 50 in quella dei comuni tra 100mila e 10mila abitanti, con 2.595 iscritti all'Aire e un'incidenza sulla popolazione del 24,1%. Se, invece, prendiamo in esame la lista dei comuni abruzzesi con più emigrati, oltre a Pescara, che è al 1° posto, troviamo Lanciano (4.297), Vasto (4.249), L'Aquila (3.940), Teramo (3.856) e Ortona (3.108). Combinando, poi, l'alto numero di emigrati con l'alto tasso di incidenza sulla popolazione, viene fuori un'altra graduatoria interessante che, oltre ad Atessa, contempla comuni come Orsogna (41,6%), Popoli (28,6%), Pratola Peligna (25,8%), Guardiagrele (23%), Fossacesia (21%), Casalbordino (20,7%), Campli (18%), Montorio al Vomano (14,6%), Ortona (13,3%), Celano (13,2%), Lanciano (12%), Sulmona (11,9%), Vasto (11%), Penne (10,4%). Chieti, invece, risulta il capoluogo con meno emigranti (2.546 iscritti all'Aire pur avendo un'incidenza del 4,9%.

Da un'analisi delle tabelle Aire presenti nel rapporto della Fondazione Migrantes, scopriamo che gli abruzzesi - contrariamente alla media nazionale - sono più presenti nel continente americano, dove sono 77.714 (di cui 23.663 iscritti in America settentrionale e 54.051 in America centromeridionale). Segue subito dopo l'Europa con 76.074 iscritti. In Oceania, invece, sono ben 10.995, attestandosi sopra la media nazionale. Mentre in Africa sono 1.822 iscritti e in Asia appena 548, in controtendenza rispetto alle regioni del Centro-Nord.

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