Gran Sasso, morto l'escursionista bloccato per ore nella bufera
La vittima è Giampiero Capoccia, 50 anni, di Roma. In buone condizioni il compagno
TERAMO - Ancora morte in montagna. Gli uomini del soccorso alpino della Guardia di finanza dell'Aquila e quelli del Cai hanno trovato senza vita uno dei due escursionisti dispersi ieri pomeriggio sul Gran Sasso. Il suo compagno è stato invece trasportato all'ospedale del capoluogo abruzzese, ma sembra che le sue condizioni non destino preoccupazione.
L'uomo deceduto si chiamava Giampiero Capoccia, 50 anni, nato a Roma, mentre il compagno, M.P., 35 anni, di Urbino, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Salvatore per un principio di assideramento, causa che avrebbe provocato, unitamente all'affaticamento, il decesso dell'amico. La salma dell'uomo, trasportata dai soccorritori con una barella fino a Campo imperatore, dove c'è la funivia e l'omonima stazione sciistica, è stata poi trasportata all'obitorio dello stesso ospedale a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Secondo Giampaolo Gioia del Cai dell'Aquila, che ha partecipato ai soccorsi, l'equipaggiamento dei due era di buona qualità, con piccozze e ramponi da ghiaccio, ma le condizioni meteo erano estreme. I due escursionisti erano partiti da Campo Imperatore per raggiungere la vetta del Corno Grande (2912 metri d'altezza) nella mattinata di ieri, "un po' troppo tardi - secondo Gioia - perché a metà giornata le condizioni sono cambiate bruscamente con bufera e nebbia". I due hanno perso l'orientamento e, da qui, la tragedia.
Le ricerche erano scattate alle 16 di ieri quando gli stessi escursionisti, evidentemente in difficoltà per il maltempo, avevano allertato i soccorsi con i propri telefonini. I due sono rimasti bloccati a circa 2300 metri di quota in località Sella di Corno Grande, in una zona rimasta senza neve a causa del forte vento; per questo motivo non hanno avuto potuto che scavare una piccola buca nella quale ripararsi. Ieri sera, fino alle 23, sono stati in contatto telefonico con i soccorritori che però non sono riusciti a raggiungerli, per la fitta nebbia e a causa del rischio valanghe.
Anche le loro auto sono state recuperate. L'escursionista ferito, che non corre pericolo di vita, ha già fornito un primo racconto sulla tragica disavventura.
Ieri quattro alpinisti piemontesi sono morti sul versante francese del Monte Bianco. L'incidente durante la discesa in cordata lungo il versante nord-occidentale dell'Aiguille du Midi, una guglia alta 3.842 metri che si trova nella parte meridionale del massiccio del Bianco.
L'uomo deceduto si chiamava Giampiero Capoccia, 50 anni, nato a Roma, mentre il compagno, M.P., 35 anni, di Urbino, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Salvatore per un principio di assideramento, causa che avrebbe provocato, unitamente all'affaticamento, il decesso dell'amico. La salma dell'uomo, trasportata dai soccorritori con una barella fino a Campo imperatore, dove c'è la funivia e l'omonima stazione sciistica, è stata poi trasportata all'obitorio dello stesso ospedale a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Secondo Giampaolo Gioia del Cai dell'Aquila, che ha partecipato ai soccorsi, l'equipaggiamento dei due era di buona qualità, con piccozze e ramponi da ghiaccio, ma le condizioni meteo erano estreme. I due escursionisti erano partiti da Campo Imperatore per raggiungere la vetta del Corno Grande (2912 metri d'altezza) nella mattinata di ieri, "un po' troppo tardi - secondo Gioia - perché a metà giornata le condizioni sono cambiate bruscamente con bufera e nebbia". I due hanno perso l'orientamento e, da qui, la tragedia.
Le ricerche erano scattate alle 16 di ieri quando gli stessi escursionisti, evidentemente in difficoltà per il maltempo, avevano allertato i soccorsi con i propri telefonini. I due sono rimasti bloccati a circa 2300 metri di quota in località Sella di Corno Grande, in una zona rimasta senza neve a causa del forte vento; per questo motivo non hanno avuto potuto che scavare una piccola buca nella quale ripararsi. Ieri sera, fino alle 23, sono stati in contatto telefonico con i soccorritori che però non sono riusciti a raggiungerli, per la fitta nebbia e a causa del rischio valanghe.
Anche le loro auto sono state recuperate. L'escursionista ferito, che non corre pericolo di vita, ha già fornito un primo racconto sulla tragica disavventura.
Ieri quattro alpinisti piemontesi sono morti sul versante francese del Monte Bianco. L'incidente durante la discesa in cordata lungo il versante nord-occidentale dell'Aiguille du Midi, una guglia alta 3.842 metri che si trova nella parte meridionale del massiccio del Bianco.